Il Papa ricorda alla diocesi di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti che la Chiesa è segno di Cristo
Persone coerenti con la fede felici di essere cristiane
"La Chiesa non è un'organizzazione sociale, filantropica, come ve ne sono molte: essa è la comunità di Dio" posta al servizio dell'umanità e "capace di evangelizzare". Benedetto XVI ha colto l'occasione dell'incontro di questa mattina, sabato 2 luglio, con i fedeli di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti (che stanno celebrando il Sinodo diocesano) per ribadire l'identità della Chiesa. Una necessità, ha detto, poiché c'è il rischio che questa identità venga snaturata dalla tendenza "a ridurre tutto ad una dimensione orizzontale".
"Assistiamo - ha aggiunto - ad atteggiamenti complessi: ripiegamento su se stessi, narcisismo, desiderio di possesso e di consumo, sentimenti e affetti slegati dalla responsabilità". Sono diverse le cause di questo disorientamento; e anche se si manifesta in un profondo disagio esistenziale "al fondo di tutto - ha notato il Pontefice - si può intravedere la negazione della dimensione trascendente dell'uomo e della relazione fondante con Dio". Per questo è decisivo che le comunità cristiane "promuovano percorsi validi e impegnativi di fede".
Certamente l'educazione alla vita cristiana è un compito particolare che compete alla famiglia. Tuttavia, come ha ricordato Benedetto XVI, è necessario "valorizzare in modo adeguato le proposte educative e i percorsi di volontariato esistenti in diocesi per formare persone solidali", soprattutto "aperte e attente alle situazioni di disagio spirituale e materiale". In sostanza il Papa ha raccomandato che l'azione pastorale miri a formare "persone mature nella fede"; persone "coerenti con la fede, perché si porti in tutti gli ambienti la luce di Cristo; persone che vivono con gioia la fede, per trasmettere la bellezza di essere cristiani".
Infine il Pontefice ha rivolto uno speciale saluto ai sacerdoti della diocesi e li ha spronati a proseguire "con coraggio e fedeltà" nella loro missione di annunciare il Vangelo, senza temere di confrontarsi con la cultura e con quanti sono alla ricerca di Dio.
(©L'Osservatore Romano 3 luglio 2011)
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