mercoledì 15 dicembre 2010

La damnatio memoriae di Maciel per salvare i suoi legionari (Rodari)

Su segnalazione di Alessia leggiamo l'articolo di Rodari che ringraziamo perche', insieme a Galeazzi e a "Il Tempo", si e' occupato della notizia ignorata, per comodita', dagli altri media.
R.

La damnatio memoriae di Maciel per salvare i suoi legionari

Paolo Rodari

Marcial Maciel è morto per la seconda volta. E’ quella definitiva. Nelle scorse ore, infatti, sul fondatore della Congregazione dei legionari di Cristo e del movimento di laici denominato Regnum Christi scomparso nel 2008 – pedofilo, tossicomane, morto lasciando diversi figli naturali avuti da più donne – è calata la “damnatio memoriae” da parte delle gerarchie della Santa Sede.
Con un decreto ufficiale il cardinale Velasio De Paolis, delegato pontificio per la Legione, in pratica il “commissario” del Papa, ha fissato le regole comportamentali che i legionari devono seguire di qui in poi rispetto alla memoria del loro fondatore. Marcial Maciel, in sostanza, deve scomparire del tutto dalla vita della Legione. Deve essere dimenticato e niente deve parlare di lui. Il decreto è preciso e dettaglia nei minimi particolari le regole alle quali i legionari devono attenersi.
Nei centri della Congregazione non possono essere collocate fotografie del fondatore da solo o con il Papa.
Le date relative alla sua persona (nascita, battesimo, onomastico e ordinazione sacerdotale) non si possono festeggiare. L’anniversario della sua morte, il 30 gennaio, è un giorno dedicato particolarmente alla preghiera e niente più. Gli scritti personali di Maciel e le sue conferenze non possono essere messe in vendita nelle case editrici o nei centri e opere dei legionari. Alla cripta del cimitero di Cotija (stato messicano del Michoacán dove Maciel ha iniziato tutto) e dove riposano i resti mortali della famiglia di Maciel, si deve dare il valore che ha ogni sepoltura cristiana come luogo di preghiera per l’eterno riposo dei defunti. I centri di ritiro a Cotija possono continuare a offrire gli stessi servizi che hanno offerto finora, ma devono avere al proprio interno un luogo dedicato alla preghiera, alla riparazione e all’espiazione. Tra tante restrizioni, una sola concessione: chi lo desidera può conservare privatamente foto di Maciel, leggere i suoi scritti o ascoltare le sue conferenze.
Con questo decreto, duro ma che nella sostanza mette per iscritto regole già adottate nei mesi scorsi dalla Congregazione, il Vaticano conferma la chiara volontà di sganciare la Legione dal suo fondatore. E, quindi, di salvarla: l’albero, ovvero Marcial Maciel, deve essere definitivamente abbattuto, mentre i suoi frutti, i legionari, hanno diritto all’esistenza e affinché maturino a dovere devono seguire con fedeltà e obbedienza le indicazioni delle autorità della Santa Sede.
Può da una mela marcia nascere qualcosa di buono? Evidentemente sì, questo pensano il Papa e i suoi collaboratori. Nonostante tutto il male che può aver fatto in vita Maciel, per la chiesa la Congregazione dei legionari e il suo ramo laico hanno diritto all’esistenza e, se possibile, allo sviluppo.
La linea l’ha data Papa Ratzinger nel libro “Luce del mondo” scritto con Peter Seewald. Qui Benedetto XVI ha definito il fondatore dei Legionari “un falso profeta che ha condotto una vita immorale e contorta”. E ancora: “Per me, Marcial Maciel rimane una figura misteriosa. Da un lato c’è un tipo di vita che, come ormai sappiamo, è al di là di ciò che è morale: un’esistenza avventurosa, sprecata, stramba. Dall’altro vediamo la dinamicità e la forza con cui ha costruito la comunità dei legionari”. Quindi le parole sul futuro della Congregazione: “Ci sono da apportare delle correzioni, certamente, ma nel suo insieme la comunità è sana. Ci sono tanti giovani che con entusiasmo vogliono servire la fede. E non bisogna distruggere questo entusiasmo. In definitiva molti di loro sono stati chiamati al giusto da una figura sbagliata. E questa è una cosa singolare, la contraddizione per cui un falso profeta abbia potuto avere anche un effetto positivo. A tutti questi giovani, e sono tanti, bisogna infondere coraggio. E’ necessaria una struttura nuova affinché non cadano nel vuoto ma, guidati correttamente, possano ancora rendere un servizio alla chiesa e agli uomini”.

Pubblicato sul Foglio mercoledì 15 dicembre 2010

© Copyright Il Foglio, 15 dicembre 2010 consultabile online anche qui.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

In tutta questa storia si rafforza in me la convinzione che anche dal peggior male Nostro Signore può trarne un bene maggiore.

Conosco poco questo ordine, ma se il Santo Padre ha deciso di salvarlo e tutelarlo, qualche buon frutto il Signore deve averlo suscitato nonostante il comportamento del loro fondatore.

SERAPHICUS ha detto...

Non sopporto più la retorica dei "buoni frutti". Si, ci sono stati frutti, si, ci sono state molte attività, si, ci sono state molte vocazioni. Si Si Si, ma: si tratta di cose da proteggere, semmai, anche da se stesse. Il problema è: se e come sarà possibile questa protezione? Ci sono elementi che si oppongono? Per favore: la retorica dei "buoni frutti" non conduce da nessuna parte.

Anonimo ha detto...

Bè se non la sopporta non posso farci niente e probabilmente non conoscendo bene l'ordine posso anche avere una idea sbagliata su tutta questa storia, ma ciò non toglie che le vocazioni siano tutt'altro che qualcosa di negativo e che chi è entrato nell'Ordine inconsapevole dei crimini del fondatorie, non abbia colpe ed abbia il diritto di vivere la propria vocazione. E questo per me è un bene, un bene che vale più di qualunque male.

Ripeto posso sbagliere, ma questo è ciò che penso con sincerità.

SERAPHICUS ha detto...

"... ma ciò non toglie che le vocazioni siano tutt'altro che qualcosa di negativo e che chi è entrato nell'Ordine inconsapevole dei crimini del fondatorie, non abbia colpe ed abbia il diritto di vivere la propria vocazione".

Naturalmente non ci sono colpe da parte degli ingannati. Il problema è: in che cosa consiste questo "vivere la propria vocazione" in una congregazione fondata da un criminale che necessariamente rispecchia - o nell'uno o nell'altro modo - ciò che un fondatore ha voluto dare? Sarei, poi, molto cauto nel parlare di un "diritto di vivere la propria vocazione", relegando questo diritto a un'istituzione.

Anonimo ha detto...

Ci penserà il Signore a indicare le vie che porteranno alla purificazione della Legione, se questa è la Sua volontà. Non è facile comprendere la ratio di determinate decisioni e, men che meno, vedere una via d'uscita che non sia la cancellazione della congregazione. Servirebbe? Soprattutto servirebbe a lenire le ferite degli ingannati e delle vittime? Non lo so, anche se il disgusto mi farebbe apprezzare decisioni drastiche. Come si fa a cancellare il ricordo di chi si credeva santo e invece era demone? Dobbiamo fidarci del discernimento di chi si sta impegnamdo in una missione ai limiti del possibile umanamente parlando, procedendo, mi pare, con grande trasparenza. Del resto ciò che serve è giustizia e cura per tutti non vendetta che travolge e lascia solo macerie.
Alessia

Anonimo ha detto...

@ seraphicus : bè la spiritualità dell'Ordine almeno apparentemente non credo che abbia qualcosa dei crimini del fondatore, altrimenti avrebbe allarmato la Chiesa prima dell'approvazione, almeno io la penso così. Quindi la maggioranza di chi è entrato con cuore sincero, può ancora oggi (sicuramente con dolore perchè avrà creduto in quel criminale) vivere in moso genuino quella vocazione che proviene comunque da Dio. Sicuramente la Chiesa sta facendo il possibile, come ha detto Alessia, per fare giustizia dei torti e curare chi è rimasto ferito, come una Madre.

SERAPHICUS ha detto...

La chiesa fa di tutto, certo, tant'è che uno dei compiti sarà una revisione completa della spiritualità della congregazione attraverso un'analisi e una riscrittura delle costituzioni della stessa, guidata da un'apposita commissione. Spero che sia chiara la portata dell'impresa.

Gianpaolo1951 ha detto...

Mi piacerebbe che lo stesso trattamento fosse riservato anche a un altro falso profeta molto più subdolo e pericoloso per la nostra Santa Chiesa Cattolica, al cui confronto Marcial Maciel è un santo!…
Si tratta di un falso profeta contemporaneo che si diletta, tra una schitarrata e un imbrattamento di tela, a raccogliere talmente tanto denaro - spremendo fino all’osso i suoi poveri seguaci - da permettersi non solo di costruire una domus galilaleae costata svariati milioni di euro, ma – cosa gravissima - di divulgare una dottrina che con la Tradizione Cattolica non ha nulla a che fare attirando, nonostante ciò, la benevola attenzione di cardinali di mezzo mondo, pronti a osannarlo come se fosse lui il Santo Padre!!!

SERAPHICUS ha detto...

@ Gianpaolo
Meno male che non facciamo nomi... se no ...
Perché - non era bello il dipinto nella chiesa di San Massimiliano che potevamo ammirare domenica scorsa?
;-) Mi scuso per l'ironia.

Raffaella ha detto...

Non capisco di che cosa stiate parlando :-)
R.

SERAPHICUS ha detto...

Meno male. Se no ci tirerebbero addosso chitarre e pane azimut.

Anonimo ha detto...

La parola chiave è "Domus Galileae" sul lago di Tiberiade, Raffa :-))
Alessia

gemma ha detto...

la discussione anonima ha qualcosa a che vedere con un servizio che c'è oggi all'interno corriere? :)
Comunque, mi pare che Maciel oltre al male all'istituzione, che è grande, perchè non credo che il male alla chiesa derivi solo dagli errori dottrinali, ma da tutto ciò che ne mina la fiducia e la credibilità, ha fatto del male materiale e spirituale a singole persone. E a chi ha creduto e investito su di lui, dal basso come dall'alto della chiesa

Anonimo ha detto...

Ecco, Alessia... Vedo volare le prime chitarre...
Alberto

gemma ha detto...

dal corriere di oggi:

Chiesa- La crescita del movimento fondato da un pittore spagnolo
"Boom dei neocatecumenali. In Italia 5000 comunità
Bonanni: io canto e suono
Tra i sostenitori anche il vice di Bertone"

Anonimo ha detto...

Già, Fernando Filoni, poco in sintonia ,si dice, con il suo diretto superiore.
Alessia

gemma ha detto...

mah...se ci si sceglie un sottoposto, evidentemente una qualche fiducia e sintonia c'è

Gianpaolo1951 ha detto...

Ma non è che oltre a spremere i suoi poveri “camminanti”, il falso profeta spremi anche una nota casa di articoli sportivi di cui si è fatta super-sponsor la sua accompagnatrice?!?
Vedere per credere!!!
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/2010/11/notizie-da-trieste-sullinvasione.html
(visione sconsigliata ai deboli di fede!...)

Anonimo ha detto...

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201012/101215vecchi.pdf

gemma ha detto...

devo essere sincera, per me l'unico carisma nella chiesa è Gesù, tutto ciò che evoca l'esistenza di un capo carismatico forte mi sa tanto di setta

SERAPHICUS ha detto...

Non so perché in questo contesto mi viene sempre in mente la ballata de "L'apprendista stregone". Chissà a che cosa pensava Goethe? E chi sarà (se ci sarà) il maestro stregone che mette tutto a posto?