giovedì 2 dicembre 2010

Luce del mondo, «Il Papa ci insegna lo sguardo di Dio» (Rosoli)

LE PAROLE DI PIETRO

«Il Papa ci insegna lo sguardo di Dio»

Milano, prima presentazione italiana del libro intervista di Peter Seewald Con l’autore Ornaghi, Costa e Tarquinio

DA MILANO LORENZO ROSOLI

Un’intervista di 250 pagine per «abbattere il muro sempre più impenetrabile » innalzato dai mass media attorno a Benedetto XVI.
Un muro sul quale è proiettata l’immagine virtuale di Joseph Ratzinger, «mentre resta nascosta la verità sulla sua vita, la persona, il pensiero. Il cuore». Un «muro di pregiudizio» che cerca di chiu­dere, nella stessa morsa, il Papa e la Chiesa cattolica.
Togliendo agli uomini e alle donne di oggi – ed è la vera, cruciale posta in gioco – la possibilità di incontrare quel Dio amore col quale – o senza il quale – tutto cambia.
Ecco che cos’è e perché è nato Luce del mondo, il libro-intervista su «Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi» – come recita il sottotitolo – che raccoglie la conversazione fra Benedetto XVI e il giornalista tedesco Peter Seewald.
A raccontarlo, ieri a Milano, nell’Università cattolica, lo stesso Seewald.
Al suo fianco, alla prima pre sentazione italiana del libro, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo; il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi; il direttore della Libreria editrice vaticana, don Giuseppe Costa; e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, al quale era affidato il compito di dialogare con Seewald. Davanti a loro, gli studenti che gremivano l’aula Pio XI. Un motivo di soddisfazione che Ornaghi, nel suo saluto introduttivo, non ha mancato di sottolineare.
Tanti giovani, molti rimasti in piedi in fondo alla sala, arrivati per ascoltare il giornalista che ha avuto il privilegio di intervistare «un maestro sicuro ma anche scomodo – così il rettore ha additato Ratzinger – perché vede come stiamo smarrendo quelle realtà alle quali non possiamo rinunciare».
Dopo Ornaghi, don Costa. A parlare di numeri: come le 150mila copie di Luce del mondo che entro Natale verranno distribuite in Italia – già esaurite le prime 50mila; risultati analoghi sta offrendo il mercato tedesco. Ma c’è dell’altro, al di là delle cifre: c’è un libro che «passando di mano in mano sa trasmettere la speranza del Papa e il suo grande amore per l’uomo e per Dio», spiega don Costa.
Un libro – dirà poi Tettamanzi nell’intervento di cui diamo conto a lato – che fa gustare la bellezza della vita cristiana e l’alleanza fra libertà e verità che in Ratzinger hanno un maestro e testimone esemplare.
Ma per gustare questi tesori c’è un muro da abbattere, ha raccontato Seewald interroga to da Tarquinio.
Oltre quel muro «c’è un uomo che non ha paura delle domande. Un uomo del dialogo, che cerca, invoca il dialogo. Un uomo che ha qualcosa da dire perché crede che la fede ha molto da dire. Ratzinger ha il dono straordinario di spiegare con semplicità cose complicatissime. È uomo poetico e musicale, ha il senso dell’armonia. Ed è una persona umile, mai piena di sé; piena d’amore, sempre. Di fronte alle mie doman de – testimonia il giornalista tedesco – non l’ho mai visto in difficoltà. Lui vuole vedere le cose, ogni cosa, con gli occhi di Dio, il Dio dell’amore, non per escludere ma per inte grare. E questo ti lascia a bocca aperta. Joseph Ratzinger non è un tradizionalista o un fon damentalista, non è un nemico della mo dernità. Al contrario, ci invita e ci aiuta a cogliere il positivo della modernità. Ma se c’è qualcosa che mi ha colpito, è anche la capa cità di questa Chiesa cattolica di non pie garsi allo spirito del tempo». Per questo Ratzinger sembra il pastore giusto: «Non è solo uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, è anche un maestro spirituale che porta grandi doni». E lo sa bene Seewald, che prima d’intervistare il Pontefice, già aveva realizzato due libri-intervista con l’allora cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Parlare di Ratzinger e con Ratzinger è una via privilegiata per andare al cuore delle sfide del nostro tempo. Dallo scandalo pedofilia al dialogo con l’islam, dall’ecumenismo all’amicizia con l’ebraismo, dalla nuova evangalizzazione alla sfida del secolarismo al l’alleanza fede-ragione... «A guidare la mia intervista, a ispirare le mie domande – spie ga ancora Seewald – è stata la crisi che vedo nella Chiesa e quella, non meno grande, che c’è nella società.
E ho scoperto di essere più pessimista del Papa. Di sicuro la Chiesa sta vivendo una emozionante fase di cambia mento. La Chiesa oggi appare sovra-istituzionalizzata, e non può restare eguale a se stessa; ma, come ci ricorda il Papa, non si può rinunciare del tutto all’istituzione».
Quando un giornalista tedesco intervista un Papa tedesco, non si può non parlare di Germania, caso esemplare e nel contempo e stremo del rapporto fra Chiesa e modernità e dell’annuncio evangelico in una società se colarizzata.
Una situazione limite – ha sottolineato Tarquinio, riprendendo un passo del dialogo fra Ratzinger e Seewald – in cui anche fra i cattolici c’è chi «aspetta solo di poter colpire il Papa».
La realtà delle cose – ha risposto Seewald – è che mentre il prote stantesimo tedesco ha via via accolto la «modernità», «adeguandosi allo spirito del tempo», la Chiesa cattolica non l’ha fatto, «apparendo vecchia, reazionaria, restrittiva. Se a questo aggiungiamo il riflesso anti-romano così radicato e diffuso in Germania», non sorprendano pregiudizio e ostilità verso il Papa e la Chiesa cattolica. Un esempio eclatante?
«Il settimanale Spiegel, fra le più autorevoli testate tedesche, finora non ha dedicato una riga a Luce del mondo». Ma che cosa racconta la storia di questi ultimi decenni? «Dalla morale sessuale al sacerdozio femminile, le Chiese protestanti hanno dato risposta a quelle questioni che vengono poste con forza alla Chiesa cat tolica. Il risultato – osserva Seewald – è che dagli anni ’50 ad oggi, i protestanti hanno perso molti più fedeli rispetto ai cattolici».

© Copyright Avvenire, 2 dicembre 2010

l’intervento

Tettamanzi: seguire Gesù rende bella la vita «In Ratzinger libertà e verità sono alleate»

«Tutta la mia vita è sempre stata attraversata da un filo conduttore – dice Benedetto XVI a Peter Seewald nel libro intervista Luce del mondo : –il cristianesimo dà gioia, allarga gli orizzonti».
Fa sue queste parole, il cardina le Dionigi Tettamanzi, nel l’intervento tenuto ieri in Cattolica alla prima presentazione italiana del volume. Le fa sue e afferma: «Leggere questa intervista fa percepire, prima di ogni altra cosa, quanto sia bello seguire il Signore e quanto questa sequela renda la vita piena, significativa e gioiosa.
Ancora di più, fa vedere che chi cammina con il Signore trova sulla sua strada una serie di amici, positivi e intelligenti, che lo aiutano a crescere, a vivere bene, ad affrontare questo nostro tempo storico così inquietante senza complessi di inferiorità». Amici come Agostino, Bonaventura, Tommaso d’Aquino, che prima d’essere grandi teologi e filosofi sono grandi santi.
Con loro Joseph Ratzinger «con divide il cam mino spirituale di ricerca di Dio e di intima co munione con il Signore».
Luce del mondo è un’avventura spirituale e intellettuale che si presta a itinerari molteplici. Tettamanzi, ad esempio, si dice colpito non solo dalle risposte del Papa a Seewald, ma anche dalle domande radicali, «di tipo maieutico», che lo stesso Pontefice dissemina, come porte aperte su nuovi orizzonti, all’interno delle proprie risposte. Pagina dopo pagina, il libro offre una testimonianza di «umanità » che i media non hanno mancato di sottolineare.
Ma è «all’umanità del Figlio di Dio, del Verbo incarna to » che ci si deve riferire, commenta il porporato, «per comprendere la natura e il senso originali dell’umanità del Papa: la sua è un’umanità che si intreccia profondamente con quel vertice di spiritualità che è dato dalla fede, dall’affida mento totale della propria umanità a Dio e al suo amore, e insieme diviene elemento essenziale per comprendere l’umanità della Chiesa».
Dal caso Williamson allo scandalo pedofilia fino al di scorso di Ratisbona, alla richiesta all’islam di chiarire il suo rapporto con la violenza e con la ragione, sono molte le vicende di questo pontifi cato – riprese nell’intervista – che raccontano «la straordinaria libertà con la quale il Papa vede il mondo e le cose, la politica e la morale, il progresso e la cultura – scandisce Tettamanzi –: una libertà al leata alla verità».
E una verità che non è un’idea ma un volto: «Il volto di Dio». Volto d’amore.

(L.Ros.)

© Copyright Avvenire, 2 dicembre 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Commento di Antonio Gaspari su L'ottimista: http://www.lottimista.com/component/content/article/24-in-evidenza/1050-intervista-ad-un-papa-ottimista.html
Antonio Caterinato