martedì 21 dicembre 2010

Sull’infanzia violata si fonda uno dei moniti più netti del Pontificato di Papa Benedetto (Galeazzi)

IL PONTEFICE E LE FERITE ALL’INFANZIA: UN DANNO PER TUTTA LA VITA

Il Papa: “Sconvolto dai preti pedofili”
Benedetto XVI ai rappresentanti della Curia Romana: dimensione non immaginabile


GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO

I preti pedofili hanno sfigurato il volto della Chiesa, ora serve rinnovamento.
Benedetto XVI è «sconvolto» per la «dimensione inimmaginabile» dello scandalo. «Le ferite di Cristo restano aperte per le colpe dei sacerdoti», il volto della Chiesa è «impolverato», «il suo vestito è strappato». Il Pontefice ringrazia «coloro che stanno a fianco di chi soffre e ha subito danno».
Meglio tornare alla coscienza e alla verità: è nella riscoperta del «vero e del buono» che si gioca il futuro del mondo. «Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento: solo la verità salva», afferma il Papa nel discorso alla Curia, esortata a «interrogarci su cosa possiamo fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta, chiederci cosa era sbagliato nel nostro annuncio,nel modo di configurare l’essere cristiano così che una tale cosa potesse accadere». Inoltre,«dobbiamo essere capaci di penitenza,trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene, sforzarci di tentare tutto il possibile,nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere».
Sull’infanzia violata si fonda uno dei moniti più netti del pontificato. «Tanto più siamo stati sconvolti quando, proprio in quest’anno e in una dimensione per noi inimmaginabile, siamo venuti a conoscenza di abusi contro i minori commessi da sacerdoti, che stravolgono il sacramento nel suo contrario- denuncia Joseph Ratzinger-. Sotto il manto del sacro feriscono profondamente la persona umana nella sua infanzia e le recano un danno per tutta la vita». Quindi,occorre mettere in campo una «nuova risolutezza nella fede e nel bene», commenta l’Osservatore Romano che ricorda come «per oltre un ventennio il cardinale Ratzinger ha operato in ogni modo per contrastare lo scandalo degli abusi».
Il Papa esprime sgomento per le rivelazioni degli ultimi mesi sugli abusi sessuali commessi da sacerdoti ma rileva anche «la gravità del contesto sociale in cui si è prodotto il fenomeno». Da qui la forte denuncia del mercato della pornografia riguardante i bambini, del turismo sessuale e della diffusione della droga, «espressione eloquente della dittatura di mammona che perverte l’uomo». E’ «in gioco il futuro del mondo», perciò il Pontefice chiede di essere ascoltato dalla Chiesa, dai media e da ogni persona disposta a riflettere. E la stessa esortazione alla verità Benedetto XVI scorge nella violenza patita dai cristiani in un mondo nel quale la «assenza di Dio» è apparente: nei viaggi internazionali il Papa ha visto «che la fede non è una cosa del passato». Con un ammonimento alle gerarchie ecclesiastiche.
«Anche in noi tante volte la fede dorme» e dobbiamo «svegliarci dal sonno di una fede divenuta stanca e ridarle il potere di spostare i monti». Negli anni 70 «la pedofilia venne teorizzata come una cosa conforme all’uomo e anche al bambino». Per «una perversione di fondo». Persino nella teologia cattolica «non esisterebbe né il male in sé, né il bene in sé, bensì soltanto un “meglio di” e un “peggio di”». Niente sarebbe in se stesso bene o male. «Tutto dipenderebbe dalle circostanze e dal fine inteso. A seconda degli scopi e delle circostanze, tutto potrebbe essere bene o anche male. La morale viene sostituita da un calcolo delle conseguenze e con ciò cessa di esistere. Gli effetti di tali teorie sono oggi evidenti». Però, «la devastazione psicologica di bambini, in cui persone umane sono ridotte ad articolo di mercato, è uno spaventoso segno dei tempi». Da vescovi del Terzo Mondo il Papa sente «sempre come il turismo sessuale minacci un’intera generazione e la danneggi nella sua libertà e dignità umana». Si pone anche «il problema della droga, che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno all’intero globo terrestre». Quindi «ogni piacere diventa insufficiente e l’eccesso nell’inganno dell’ebbrezza diventa una violenza che dilania intere regioni, e questo in nome di un fatale fraintendimento della libertà, in cui proprio la libertà dell’uomo viene minata e alla fine annullata del tutto».

© Copyright La Stampa, 21 dicembre 2010

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