sabato 18 dicembre 2010

Un invito alla lettura per non farsi ingannare. C'è bisogno della luce del mondo (Bruno Mastroianni)

Un invito alla lettura per non farsi ingannare

C'è bisogno della luce del mondo

di Bruno Mastroianni

C’è chi continua a insistere sulla (presunta) fragilità del Papa e sulla perdita di terreno del Vaticano. Sembra che ci siano sintomi inequivocabili di una situazione precaria: la fine dell’unità politica dei cattolici, la secolarizzazione dell’Occidente, lo scandalo della pedofilia, la variegata schiera di fraintendimenti mediatici del pontificato di Benedetto XVI. In realtà questi stessi eventi possono essere visti in senso opposto. Essi, infatti, appaiono come defaillances, solo se si accetta che l’opinione pubblica sia il riferimento ultimo attraverso cui giudicare ogni questione.
Se invece si va più a fondo, al di là delle ricadute mediatiche più esteriori, questi segnali sono qualcos’altro: un richiamo alla Chiesa, a cui il mondo contemporaneo sta chiedendo con insistenza di “tirare fuori” preti che sappiano fare i preti e fedeli laici che sappiano fare i laici (prendendosi sulle spalle le sorti della società a cui appartengono). Altro che sintomi di sconfitta.
Questi risvolti sono la prova che il Concilio Vaticano II, con la chiamata universale alla santità, ci ha visto lungo. E sono anche la conferma che la strada imboccata da Benedetto XVI del ritorno alle basi della fede, sia quella più realistica. Il problema, come ha detto lo stesso Papa in Luce del mondo, è che il Concilio «è stato recepito dal mondo tramite l’interpretazione dei mass media e non attraverso i suoi testi, che quasi nessuno legge». Di fronte a certe profezie di sventura, ancora prima di una replica sonora, vien voglia di cominciare da un invito alla lettura.

© Copyright Tempi, 18 dicembre 2010 consultabile online anche qui.

2 commenti:

gemma ha detto...

è davvero vergognosa l'assenza di questo libro dalle librerie e dalla grande distribuzione. E tutto questo alla vigilia del Natale
Una valanga di titoli su Dio, le sue presunte lobby, interpretazioni su Gesù, ma di fatto la libertà di scegliere di leggere ciò che pensa il Papa di Dio o il suo gesù di Nazareth è preclusa. Manca anche quell'unica copia concessa perfino ai libri degli autori più sconosciuti. E non è che per i libri di Giovanni Paolo II autore, quelli in cui parla lui e non sono gli altri a raccontarlo, vada molto meglio.
Che tristezza.., se non fossi capitata Roma, ancora ne starei aspettando l'uscita

un passante ha detto...

è il libero mercato dell'occidente, bellezza. Quello che per essere multiculturale ritiene di dover passare prima dall'azzeramento di ciò che c'è stato fino ad oggi, alla faccia del sentimento di chi in occidente ci vive. Ormai il natale è solo la festa delle luminarie, dei banchetti e dei mercatini dove la meno rappresentata è la statuetta di Gesù Bambino. E' l'utile compromesso per mantenere le vacanze, i babbi natale e le befane e far felici i commercianti, senza turbare chi non crede o crede in altro. Quando ero piccolo se non altro a scuola mi insegnavano che era Natale perchè nasceva Gesù Bambino. Negli anni non ho sviluppato la fede, ma mai mi sono sentito minacciato da questo racconto, di un bimbo Dio che nasce povero in una mangiatoia. Onestamente, troverei più inquietante dover raccontare a mio figlio di un vecchio trombone che arriva con la slitta carico di inutili beni di consumo. Non so quanto faccia più bene ad un bambino e alla sua crescita morale