mercoledì 2 marzo 2011

Shahid Mobeen: Il ministro Shahbaz Bhatti “è un martire cattolico della Chiesa perseguita del Pakistan”

PAKISTAN: MOBEEN (LATERANENSE), BHATTI È “MARTIRE DELLA CHIESA PERSEGUITATA”

Il ministro Shahbaz Bhatti “è un martire cattolico della Chiesa perseguita del Pakistan”. Lo pensa Shahid Mobeen, pakistano, docente di pensiero e religione islamica alla Pontificia Università Lateranense, amico del ministro delle minoranze religiose ucciso oggi a Islamabad per aver proposto modifiche alla legge sulla blasfemia. Bhatti era anche presidente della Commissione per la revisione della legge sulla blasfemia. Mobeen, scioccato dalla notizia, riferisce al SIR di aver parlato al telefono con Bhatti ieri sera: “Lo conoscevo già prima che diventasse ministro. Era un giovane cattolico molto attivo nella difesa dei diritti umani. L’ho sentito molto sereno e tranquillo, mi ha detto che da un anno riceveva forti pressioni e minacce dagli estremisti per non revisionare la legge. Queste sono le sue testuali parole di ieri: ‘Sto rischiando la vita ma non smetterò di lavorare, perché credo in Cristo e qualcuno deve parlare con coraggio in difesa dei cristiani’”. Stamattina Mobeen ha parlato anche con l’autista del ministro, coinvolto nell’attentato insieme alla nipote di Bhatti: “Mi ha raccontato che prima hanno sparato a lui per intimidirlo e farlo fermare. Poi hanno fatto uscire il ministro dall’automobile e gli hanno sparato con 25 pallottole”.
Sul luogo del delitto è stato trovato un volantino dei talebani pakistani, ma Mobeen dubita fortemente che siano stati loro. Il ministro Bhatti è venuto a Roma nel novembre scorso per incontrare il Papa e il ministro degli affari esteri Franco Frattini. In quell’occasione è stato ricevuto in via straordinaria da Benedetto XVI. Secondo Mobeen l’assassinio di Bhatti “è un messaggio indiretto al Papa, un forte segnale per ridurre al silenzio la Chiesa sulla questione della legge sulla blasfemia. Perché il Papa ha chiesto ufficialmente l’abolizione della legge”. Per i cristiani del Pakistan questa morte “è una grande perdita. Hanno perso un grande difensore dei loro diritti e della loro dignità”. Ad avviso di Mobeen “ora il governo pakistano può fare ancora di più, proponendo emendamenti utili contro l’abuso della legge sulla blasfemia”. Mobeen invita i cristiani pakistani perseguitati a “pregare per il ministro Bhatti” e “non scoraggiarsi, perché chi segue Cristo va fino in fondo, dando testimonianza dell’amore in cui crediamo”. “Non dobbiamo reagire in maniera aggressiva – conclude - perché il messaggio cristiano parla di amore. Però dobbiamo però rendere visibile la nostra sofferenza”. Oggi alle 13.30 è stata convocata con urgenza dall’Associazione parlamentari amici del Pakistan una conferenza stampa alla Camera dei deputati (sala de Gasperi).

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1 commento:

laura ha detto...

Non so quanto spazio avrà questa notizia sul web e le Tv di stato. Siamo davvero in tempo di martirio e di persecuzione e noi dormiamo