lunedì 2 maggio 2011

La fede di Pietro (Vian)

La fede di Pietro

Nell'ultimo sessantennio ben tre sono state le cerimonie per la beatificazione di un Romano Pontefice. A venire innalzati agli onori degli altari furono infatti nel 1951 Pio X (canonizzato solo tre anni più tardi), nel 1956 Innocenzo XI, e nel 2000, insieme, Pio IX e Giovanni XXIII. Una novità storica, a causa di un'intensificazione agiografica mai prima verificatasi nella Chiesa di Roma e per la quale eventuali precedenti, peraltro molto diversi, vanno cercati in età tardoantica e poi nel medioevo, non a caso nei confronti di Papi riformatori come Leone IX e Gregorio VII.
E proprio alla seconda metà dell'XI secolo bisogna risalire per rintracciare il riconoscimento della santità di un Pontefice da parte del suo immediato predecessore.
Come è successo con la solenne beatificazione - un avvenimento unico, su uno scenario globale - di Giovanni Paolo II. A soli sei anni dalla sua morte, quella morte che è ancora nel cuore di milioni e milioni di persone, credenti e non credenti, come avvenne per l'agonia di Giovanni XXIII.
A spiegare l'unicità di questa beatificazione e l'interesse che ha suscitato nel mondo non sono però soltanto l'eccezionalità della decisione papale - "nel doveroso rispetto" delle norme ma al tempo stesso "con discreta celerità" ha spiegato Benedetto XVI - e la vicinanza temporale al pontificato lunghissimo di Karol Wojtyla.
Certo, tutto ciò aiuta a spiegare l'affluenza a Roma di un milione e mezzo di persone e, in parte, il consenso quasi generale con il quale la beatificazione è stata accolta. Nel superamento maturato e convinto, o in un oblio solo superficiale e apparente, delle critiche durissime a cui Giovanni Paolo II venne sottoposto durante il pontificato, tempi drammatici ed esaltanti che sono ora consegnati alla storia.
Anni e opere di cui già si inizia a valutare e riconoscere storicamente l'incisività e la rilevanza, accennate da Benedetto XVI. Il Papa ha infatti detto che Giovanni Paolo II, erede del concilio Vaticano II e di Paolo VI, ha invertito "con la forza di un gigante - forza che gli veniva da Dio - una tendenza che poteva sembrare irreversibile": quella cioè della chiusura nei confronti di Cristo, unico Signore e salvatore del mondo. Dando alla Chiesa un orientamento rinnovato: "Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all'ideologia del progresso, egli l'ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica". Che la rivolge verso il futuro di Cristo, l'unico capace di rispondere alle attese del cuore umano e punto finale della storia.
Ma al di là della grandezza di un Papa - e dell'umiltà ancora più grande del suo successore, che con visibile commozione ha ricordato Giovanni Paolo II - a spiegare l'unicità della sua beatificazione è stata soprattutto la dimensione della fede: la fede di Pietro, com'è stata descritta da Benedetto XVI. Tra lo sventolare di bandiere e nel ripetersi degli applausi, tra lacrime di gioia irrefrenabili e diffuse, in un entusiasmo che dopo la proclamazione ha lasciato il posto a un silenzio impressionante. Nella preghiera a Dio davanti al nuovo beato. Beato perché, come Maria e come Pietro, ha creduto e si è affidato al Signore.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano 2-3 maggio 2011)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"il riconoscimento della santità di un Pontefice da parte del suo immediato predecessore." Sbaglio io o secondo Vian Benedetto XVI è stato beatificato da Giovanni Paolo II?

Cha magnifico lapsus! E quanto c´è di vero in ciò! Chissà che festa gli farà Giovanni Paolo II, quando rincontrandolo, gli darà atto di aver sostenuto la barca di Pietro in questi tormentatissimi anni!
Jacu

Raffaella ha detto...

:-)))))
R.