domenica 5 giugno 2011

Benedetto XVI è cosciente dell’importanza, per il vescovo di Roma, di incontrare e sostenere le comunità cristiane nei vari Paesi (Tornielli)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

IN MISSIONE NEL MONDO SULLA SCIA DI GIOVANNI PAOLO II

ANDREA TORNIELLI

Con quello che si conclude oggi in Croazia, Benedetto XVI è arrivato al diciannovesimo viaggio internazionale del suo pontificato.
E con le prossime trasferte – in Spagna ad agosto per la Giornata mondiale della gioventù, in Germania a settembre, e in Africa a novembre – raggiungerà quota ventidue.
Nei primi sei anni e due mesi di pontificato, Giovanni Paolo II fece ventiquattro viaggi fuori dall’Italia, e se è vero che l’attentato subito nel maggio 1981 lo costrinse a diversi mesi di riposo, è anche vero che Wojtyla aveva ben vent’anni in meno di Ratzinger, essendo stato eletto Papa a soli 58, contro i 78 del suo successore.
Nel 2005, subito dopo la sua elezione, molti immaginavano che, a motivo dell’età, Benedetto XVI avrebbe viaggiato poco o nulla, cambiando decisamente stile rispetto al predecessore «globetrotter» che aveva fatto delle visite internazionali il tratto caratteristico del pontificato. Invece, mettendosi semplicemente sulla scia del «grande Papa Giovanni Paolo II» (come ebbe a definirlo nel primo saluto ai fedeli), pur diminuendo la durata di ogni singola trasferta e il numero dei Paesi visitati in ogni viaggio, Ratzinger ha preso a girare il mondo. Ha attraversando due volte l’Atlantico per andare in Brasile e negli Usa, è stato in Australia, ha visitato l’Africa e vi sta per tornare. Si è recato in Turchia, in Giordania, in Israele. Ha girato in lungo e in largo l’Europa, facendosi conoscere – al di là degli stereotipi di certe rappresentazioni mediatiche – in Paesi secolarizzati come Francia, Repubblica Ceca e Gran Bretagna.
Paolo VI, che ne fu l’iniziatore e volle raggiungere i cinque Continenti, concepiva i viaggi papali come gesti simbolici di grande significato a continuazione del Concilio. Giovanni Paolo II li ha invece trasformati in strumento ordinario del suo modo di fare il Papa, alla stessa stregua delle udienze del mercoledì o dell’Angelus.
Benedetto XVI, nonostante la notevole fatica i viaggi comportano per una persona della sua età, ha scelto di continuare su questa strada, cosciente dell’importanza, per il vescovo di Roma, di incontrare e sostenere le comunità cristiane nei vari Paesi. E soprattutto dell’importanza di dialogare con chiunque, testimoniando una fede che non vuole imporre a nessuno ma proporre a tutti.

© Copyright La Stampa, 5 giugno 2011

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Viva Benedetto XVI!!

Jacu

Anonimo ha detto...

Sì, W il nostro Papa Benedetto!
Che evidentemente conosce bene i suoi pollatri, difetti compresi. Scusa l'Ot, hai letto il discorso di congedo della segretaria uscente, o meglio uscita, della Caritas? Definirlo livoroso è poco.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201106/110604km%ecneght.pdf
Alessia