lunedì 6 giugno 2011

Il viaggio del Papa in Croazia nel commento di Massimo Introvigne

Sulle coppie di fatto lo schiaffo del Papa alla sinistra progressista

di Massimo Introvigne

Dopo l’euforia dei cattolici "progressisti" per le nuove giunte rosse, emerge la preoccupazione di Benedetto XVI: dalle unioni civili all’eutanasia, a rischio i valori "non negoziabili"

Il viaggio del Papa in Cro­azia ha avuto, lo ha detto lui stesso, la coscienza come «te­ma centrale ». Un tema che ri­schia di avere immediate ri­percussioni nella vita cultura­le e politica: anche in Italia, dove proprio sui temi «di co­scienza » come l’eutanasia o il riconoscimento delle unio­ni di fatto i cattolici schierati nella sinistra sono uniti da uno strano connubio a chi so­stiene tesi opposte alle loro. «La qualità della vita sociale e civile, la qualità della demo­crazia- ha affermato il Ponte­fice - dipendono in buona parte da questo punto “criti­co” che è la coscienza, da co­me la si intende.
Se la coscien­za, secondo il prevalente pen­siero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, la crisi dell’Occidente non ha ri­medio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto del­la verità e del bene, allora c’è speranza per il futuro». Oggi per molti coscienza si­gnifica che ciascuno fa quel­lo che vuole, seguendo i suoi impulsi e i suoi desideri. Per la grande tradizione classica e cristiana, al contrario, la co­scienza è il luogo dove si ascoltano la verità e il bene, la voce che non incita a fare quel che si vuole ma quel che si deve. Da queste due nozio­ni di coscienza nascono due opposte concezioni della fa­miglia e della politica, e il fat­to che il Papa identifichi le due posizioni come opposte mette in crisi alleanze trasver­sali come quelle che nella si­ni­stra italiana uniscono liber­tari laicisti e cattolici progres­sisti.

Celebrando la Messa per le famiglie croate, il Papa ha af­fermato che se si adotta il mo­dello libertario di coscienza, se «si assolutizza una libertà senza impegno per la verità», allora «si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita». Que­sto porta fatalmente a «una crescente disgregazione del­la famiglia», a una «mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparato­ria, o addirittura sostitutiva del matrimonio», a una politi­ca che nega «l’intangibilità della vita umana dal concepi­men­to fino al suo termine na­turale, il valore unico e inso­stit­uibile della famiglia fonda­ta sul matrimonio e la necessi­tà di provvedimenti legislati­vi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli».

Il Papa ha parlato esplicita­mente della politica, che de­v’essere «non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico», sempre ispirato «alla dottrina sociale della Chie­sa ». Non è mancata qualche bacchettata all’Unione Euro­pea, in cui la Croazia si appre­sta ad entrare e che spesso promuove un «burocratismo centralistico» e un «razionali­smo astratto» laicista. E a chi in Croazia aveva accusato la Chiesa di avere organizzato con il viaggio del Papa uno spot per il centrodestra loca­le in vista delle prossime ele­zioni, il Pontefice ha implici­tamente risposto celebrando ripetutamente il cardinale Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960), proclamato bea­to nel 1998 e bestia nera della sinistra croata che lo accusa, peraltro falsamente, di esse­re stato indulgente verso il na­zismo. Benedetto XVI naturalmen­te parla per il mondo intero. Qualche commentatore stra­niero ha visto nel richiamo al­la famiglia «duratura» un ac­cenno alla spinosa questione del divorzio a Malta, cui il 28 maggio ha detto sì una risica­ta maggioranza del 53% ma che ora attende una legge. E forse non è estranea al Papa una preoccupazione per l’Ita­lia. In alcune città nelle elezio­ni amministrative si sono vi­ste strane ammucchiate, con cattolici di parrocchia e di cu­ri­a spinti dalla comune avver­sione per Berlusconi a mar­ciare allegramente insieme ad attivisti forsennati del­l’aborto, dell’eutanasia e del matrimonio gay.
Il Papa con­tinua a ricordare la sua nozio­ne dei tre valori non negozia­bili - vita, famiglia e libertà di educazione - : una nozione molto tecnica che non può es­sere stiracchiata facendovi rientrare altri valori come quelli del lavoro e della ragio­nev­ole accoglienza agli immi­grati, importanti per la Chie­sa ma che non fanno parte di questo nucleo centrale. Ami­ci e nemici della famiglia e della vita in politica non do­vrebbero stare insieme. In Ita­lia succede: ma gli interventi del Papa in Croazia confer­mano che c’è un problema.

© Copyright Il Giornale, 6 giugno 2011 consultabile online anche qui.

3 commenti:

Frank ha detto...

Personalmente trovo ridicolo voler sempre vedere in quel che Papa Benedetto dice in qualsiasi parte del mondo un riferimento alla cronaca politica italiana. Da quando in qua un'omelia pronunciata in Croazia ribadendo concetti che per un cattolico sono normalissimi dovrebbe diventare un riferimento alle elezioni amministrative di Milano? Ho sempre stimato Introvigne, ma queste affermazioni sono patetiche al 100%.

Fabiola ha detto...

Introvigne non dice affatto che il Papa si sia riferito all' Italia o alla situazione di Milano. Si limita a rilevare che, data la riaffermazione dei principi non negoziabili, validi dovunque, tra i cattolici italiani c'è un problema irrisolto. E molta confusione.
Tutto qui.

Frank ha detto...

Sorry, Fabiola, non sono proprio d'accordo. La frase "E forse non è estranea al Papa una preoccupazione per l’Ita­lia" è esplicita e non me la sono inventata io. Che i cattolici italiani siano confrontati a problemi in politica (a sinistra come a destra) è innegabile, ma Introvigne qui tira il Papa per la collottola.