martedì 2 agosto 2011

Croazia-Vaticano, presidente Istria: "Santa Sede viola concordato". Mesic: La Santa Sede tenta di abrogare gli accordi di Osimo (Ansa)

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Croazia-Vaticano, presidente Istria: "Santa Sede viola concordato"

ZAGABRIA – Sede sul risarcimento per il monastero benedettino in Istria ''e' di fatti un tentativo di alcuni ambienti politici ed ecclesiastici italiani che, usando l'autorita' del Santo Padre, vogliono arrivare a una revisione degli Accordi di Osimo''.
Lo ha dichiarato il presidente della regione Istriana, Ivan Jakovcic, apertamente appoggiando il vescovo di Parenzo e Pola, Ivan Milovan, che due settimane fa si e' opposto alla decisione del Vaticano in base alla quale l'ex monastero di Dajla deve essere restituito ai benedettini di Praglia, vicino a Padova.
''Questo e' il vero merito di questa inaccettabile iniziativa'', ha aggiunto. I benedettini, secondo Jakovcic, sono stati gia' risarciti avendo ricevuto in base agli Accordi di Osimo 1,7 miliardi di vecchie lire e non hanno nessun titolo o diritto di essere risarciti una seconda volta.
Il politico istriano e' dell'opinione che ''il Vaticano abbia agito in modo unilaterale, violando di fatto i Concordati tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia''.
''Noi in Istria siamo molto preoccupati perche' se la questione dell'indennizzo si concludera' come vuole il Vaticano, si creara' un pericoloso precedente giuridico e allora non sara' solo la diocesi di Pola e Parenzo a dichiarare la bancarotta, ma c'e' d'aspettarsi decine di migliaia di simili domande di risarcimento per beni in Istria, Fiume e in Dalmazia'', ha concluso Jakovcic invitando le massime autorita' croate ad agire perche' cio' non accada.

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CROAZIA-VATICANO: MESIC, S.SEDE TENTA ABROGARE ACCORDI OSIMO

EX PRESIDENTE ACCUSA IL VATICANO DI PORSI AL DI SOPRA LEGGI

(ANSA) - ZAGABRIA, 2 AGO

L'ex presidente della Croazia, Stipe Mesic, commentando la controversia sulla restituzione dei beni immobili di un monastero in Istria ai benedettini di Praglia, in provincia di Padova, ha apertamente accusato il Vaticano di voler ''rivedere o addirittura abrogare gli Accordi di Osimo'', stipulati tra la Jugoslavia di Tito e l'Italia nel 1975.
''Va ricordato che il risarcimento per l'immobile in questione (l'ex monastero di Dajla, e i terreni circostanti, nell'Istria nordoccidentale, ndr) e' stato gia' riscosso dai benedettini di Praglia e pertanto la richiesta di un secondo indennizzo, non e' altro che un tentativo nascosto male di revisione o di abrogazione degli Accordi di Osimo che sono la base dei rapporti tra la Croazia e l'Italia'', ha dichiarato Mesic sostenendo che il Vaticano si vuole porre ''al di spora della Corte suprema croata''.
''In gioco sono i principi sui quali Zagabria ha fondato negli ultimi decenni la propria politica estera verso l'Italia, il concetto del rispetto degli accordi tra Stati, gli interessi vitali della Croazia'', ha ammonito l'ex presidente, in carica dal 2000 al 2010, che e' dell'opinione che il caso sia ''un tentativo di pretesa politica rivestito in veste religiosa''.
Mesic ha invitato tutte le autorita' politiche croate a dare una ''risposta chiara e decisa alle richieste del Vaticano, senza mezzi termini o tatticismi''.

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul concordato fra S. Sede e Croazia non posso dire nulla, perché non lo conosco.
Ma che cosa ha a che fare il Vaticano, stato indipendente, con il trattato di Osimo, stipulato fra Italia e Jugoslavia.

Grazie vescovo di Pola per aver dato ai nemici della Chiesa motivo di attaccare la Chiesa e permettere loro di incitare il popolo cattolico contro il Papa.
Ma una bella scomunica a questo vescovo?
Jacu

Volumnio Etrusco ha detto...

Come previsto la bomba è scoppiata per la negligenza dell'entourage di Papa Benedetto XVI...
Intervenire in un ginepraio come quello istriano è stato un errore gravissimo.I benedettini un tempo eran fermi all'ora et labora ,oggi pensano anche all'obolum...
Sfruttando la benevolenza del Papa per l'Ordine, nella vicenda di Santa Croce in Gerusalemme, fecero intervenire in loro favore un vescovo benedettino brasiliano ma cozzarono contro un muro.
In Istria hanno agito felpatamente e han circuito il papa.
Ciò che emerge per il semplice fedele ignaro di tutte le beghe è che per l'abbazia di Praglia i soldi siano più importanti della fede e della pace della Chiesa!
Per il Papa sempre una croce in più...Per la pace della Santa Chiesa di Dio consiglio una volta tanto ai benedettini di portare la croce da soli sulle loro spalle!

Anonimo ha detto...

Ho trovato il concordato fra S. Sede e Croazia.
http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19961219_s-sede-croazia-giuridico_it.html

Chi sa dirci se la S. Sede non lo ha rispettato?

Io all´articolo 2, par. 3 leggo: 3." L'autorità ecclesiastica competente può erigere, modificare, abolire o riconoscere le persone giuridiche ecclesiastiche, secondo le norme del Diritto Canonico. Essa ne informa il competente organo dell'amministrazione statale, per la relativa registrazione, secondo le apposite norme civili."
Quindi il Papa poteva sospendere il vescovo e nominarne uno nuovo, se non ho capito male.

Jacu

Anonimo ha detto...

Mesic e Jakovcic mettono in ballo il trattato di Osimo, per fini solo politici.In Istria e anche in Dalmazia le proprietà degli italiani esodati sono state prima incamerate dallo Stato jugoslavo e gli eredi sloveno e croato, e poi vendute a prezzi irrisori alla nomenclatura e ai loro amici, di cui Mesic è stato per lunghi anni un esponente di spicco.
Il vescovo di Parenzo è riuscito ad avere indietro dei beni confiscati dallo stato croato, visto la sua posizione, e alcuni li ha ceduti alle congregazioni, come il monastero di San Pietro in Selve, dove non ci sono italiani. Ora Daila è troppo bello e sul mare per non destare appetiti maggiori e già in parte è stato usato fer fini turistici. Sia il vescovo di Parenzo che il presidente della regione Istria, sono solo terrorizzati di perdere le posizioni di monopolio acquisite e farebbero meglio a trovare altre scuse. EG

Anonimo ha detto...

Bertone è in vacanza...ogni anno quando va via lascia le bombe a orologeria!

azzeccagarbugli ha detto...

@jacu

le mie reminiscenze di canonico ed ecclesiastico sono debolucce, ma l'art. che tu riporti si riferisce alle persone giuridiche ecclesiastiche, quindi agli enti ecclesiastici, non alla sospensione e nomina dei vescovi.
Cmq mi sembrano interessanti anche gli art. 5 e 6, e per il momento mi fermo qui per non rischiare di dire castronerie

Andrea ha detto...

Per chi continua a pensare che si tratti di "soldi" o di "influenza": è così chiaro che si vuole far passare la "nazionalità" avanti alla "cattolicità" !
"Buoni Cristiani e buoni cittadini", diceva don Bosco; "Anzitutto Croati, poi, se ci resta tempo, cattolici", dicono certe persone.

Anonimo ha detto...

Ciò che emerge, Volumnio Etrusco,
è che si vuole lucrare sul terreno dei benedettini costruendoci sopra un golf resort e, gravissimo, emerge che la quasi totalità della conferenza episcopale croata è d'accordo con il vescovo disobbediente. Mammona al lavoro!
Alessia

gemma ha detto...

a volte mi chiedo a cosa servano le visite pastorali. Non è intento polemico il mio, ma solo tristezza. Ogni volta assistiamo alla fiera delle genuflessioni e dei discorsi altisonanti dei vescovi, come nel recente viaggio in Croazia. E poi, alla prima controversia, si va a piangere dal politico locale. Ma di cosa parlano i vescovi col Papa? Cosa recepiscono dalle sue visite, sempre che lo stiano ad ascoltare?