lunedì 1 agosto 2011

Papa Ratzinger impone l’indennizzo dei Benedettini italiani “sfrattati” da Delia nel dopoguerra. La diocesi di Pola si ribella

Su segnalazione di Eufemia leggiamo questa importante decisione del Santo Padre. La diocesi di Pola si mette contro il Vaticano? Il vescovo che non e' in comunione con il Santo Padre e si rifiuta di ubbidire...continuate voi la frase.
R.

IL COMPLESSO DI DALIA VENNE CONFISCATO AI BENEDETTINI

Convento in Istria, ira papale

La Diocesi di Pola nega l’indennizzo: interviene il Vaticano

Scontro con il Papa per l’ex convento

Ratzinger impone l’indennizzo dei Benedettini italiani “sfrattati” da Delia nel dopoguerra. La diocesi di Pola si ribella

CITTANOVA
Chi l’avrebbe mai detto: Papa Benedetto XVI è diventato nemico della Chiesa croata dopo che la sua visita di due mesi fa nel Paese era considerata un evento storico per la nazione, con la premier Jadranka Kosor che lo aveva salutato con la testa coperta da un velo nero, mentre gli alti prelati erano inchinati all’inverosimile. E la televisione pubblica aveva modificato i suoi programmi proprio per seguire la visita del Pontefice, minuto per minuto. Dall’esasperata devozione si è passati a dichiarazioni di guerra giudiziaria in virtù di una presunta grossa ingiustizia subita ad opera dal Vaticano.
Nel rispetto del diritto canonico, il Santo Padre ha sospeso per un minuto il vescovo della diocesi di Parenzo-Pola monsignor Ivan Milovan attribuendo i suoi poteri al vescovo vaticano monsignor Abrila y Castella che in 60 secondi ha firmato ciò che Ivan Milovan si era rifiutato di fare.
Vale a dire l’accordo secondo cui la diocesi istriana e la parrocchia di Daila restituiscono ai frati benedettini di Praglia in provincia di Padova preziosi immobili e li risarciscono di quasi sei milioni di euro a titolo d’imposte e spese giudiziarie.
Al posto della restituzione naturale (di difficile attuazione, visto che nel frattempo la Chiesa croata ha venduto parte degli immobili contesi) si concede la possibilità di un risarcimento pari a 25 milioni di euro. La vicenda si rifà alla triste storia dei beni nazionalizzati dalle autorità jugoslave nell’immediato Secondo dopoguerra, quando i benedettini di Daila vennero cacciati dalla loro tenuta trovando poi riparo a Praglia, in provincia di Padova.
Nel 1999, nel rispetto della legge sulla denazionalizzazione, lo Stato croato ha assegnato la tenuta di Daila alla diocesi di Parenzo e Pola o meglio alla nuova parrocchia di Daila, ritenuta erede legale dei Benedettini. Questi ultimi però si sono fatti avanti rivendicando l’immobile, che comprende 600 ettari di terra fertilissima e una struttura che in passato è stata convento, poi ospizio per anziani fino al 1989, mentre ultimamente è in stato di abbandono.
Secondo alcuni esperti croati di diritto e il cancelliere della diocesi di Parenzo–Pola Ilija Jakovljevic, i benedettini di Praglia non possono esercitare più alcun diritto sulla tenuta di Daila in quanto hanno già ricevuto il risarcimento di 1,7 miliardi di lire da Roma, nel rispetto degli accordi di Osimo del 1975.
«Nel caso l’accordo fatto firmare dal Papa diventasse esecutivo - aggiunge il cancelliere - verrebbero confiscati i beni della diocesi per cui ci ritroveremmo in strada». Ci sono stati tentativi di arrivare a un accordo tra le due parti, tutti falliti. Alla fine dunque è stato fatto firmare il contestato accordo definito da un’apposita commissione formata dai cardinali Attila Nicora, Urbano Navarrete e dal massimo rappresentante della Chiesa croata, cardinale Josip Bozanic. A quest’ultimo viene apertamente rinfacciato di non essersi opposto alla volontà del Vaticano.
Va segnalato anche che nel frattempo i terreni contesi sono stati urbanizzati per cui il loro valore, considerata la posizione, è salito alle stelle. La Chiesa croata intanto ha segnalato la vicenda al procuratore di Stato Mladen Bajic, in quanto ha ravvisato violazioni dell’accordo tra Zagabria e la Santa sede e delle leggi croate. A favore della diocesi di Parenzo–Pola si è schierato il presidente della Regione istriana Ivan Jakovcic mentre la premier Jadranka Kosor si è limitata ad annunciare un colloquio con il vescovo Milovan.
Secondo autorevoli valutazioni, potrebbe venire aperto il classico vaso di Pandora, tenuto conto che situazioni analoghe sono presenti lungo tutto l’Adriatico e qualcuno parla di possibile italianizzazione della costa. (p.r.)

© Copyright Il Piccolo di Trieste, 31 luglio 2011

14 commenti:

Caterina63 ha detto...

Attenzione a come da le notizie "Il Piccolo" di Trieste, ribattezzato dai trisetini il BUGIARDELLO ^__^

stante al fatto che la notizia è autentica in se, dipende anche da dove si pongono gli accenti e far passare il Papa per un dittatore che prevale sulle Diocesi comandando.... a parte il fatto che è nel diritto del Papa risolvere i contenziosi se dei Vescovi sono incapaci o peggio, SONO AVIDI a tal punto da penalizzare una comunità solo per questioni NAZIONALISTICHE E DI CONFINE... il Papa ha agito benissimo!!!
negli Atti leggiamo che tutto VENIVA MESSO AI PIEDI DEGLI APOSTOLI E PIETRO con gli altri apostoli, DISTRIBUIVA....

se certi Vescovi hanno difficoltà a comprendere il concetto di COMUNIONE, che se ne vadano....

Anonimo ha detto...

OT.
A seguito della visita del Papa nel Regno Unito si impennano le denunce per abusi commessi negli anni '50, '60 e '70.
http://www.guardian.co.uk/world/2011/jul/28/pope-visit-sex-abuse-allegations-catholic-church
Alberto

Anonimo ha detto...

Già il Vaso di Pandora forse è meglio tenerlo sigillato...non dimentichiamoci che la Croazia è una nazione cattolica.
Ormai è passato tanto di quel tempo che sarebbe come rivendicare il Palazzo Papale Avignone o il contado Venassino.
I benedettini hanno come motto ora et labora ma sembrano anche attaccati a qualcosa di diverso...un consiglio per il bene della Chiesa si rassegnino!

laura ha detto...

anche il 1 agosto non riescono ad astenersi dal comunicare notizie spiacevoli

Anonimo ha detto...

La politica suicida della Segtreteria di Stato.
Non entro nel merito della vicenda,se la notizia riportata è veritiera il papa giustamente ha agito secondo il diritto ma esistono delle priorità che la Segreteria di Stato avrebbe fatto bene a valutare e che vengono prima del conto corrente bancario dei benedettini di Praglia:in una zona che ha visto odi e crudeltà da entrambe le parti che senso ha rinfocolare dissidi e sospetti?
Ormai è andata così:la colpa è del nazionalismo e del fascismo che hannno portato alla rovina una comunità fiorente e illustre per antichità e cultura:gli istriani e i dalmati.
La Santa Sede ha così pochi amici tra le nazioni che rendersi nemici i croati è un suicidio,prima che un errore,... una follia!

Anonimo ha detto...

Se la notizia è vera questa è una bomba ad orologeria che potrebbe danneggiare Papa Benedetto XVI per cui cerchiamo di levare la miccia prima che scoppi...
I benedettini rinuncino a qualsiasi rivendicazione pro bono Ecclesiae e imitino la Compagnia di Gesu'che subì espoliazioni ben maggiori sia dopo dopo la soppressione del 1773 sia dopo il 1870 quando il Governo italiano confiscò loro il Palazzo del Collegio Romano costruito da Gregorio XIII.Non persero tempo in querule lamentazioni e acquistarono altri edifici alle pendici del Quirinale per ospitare la magnifica Università Gregoriana.
Esiste un bene più grande oltre il diritto che è la pace della Chiesa!

Anonimo ha detto...

Questa è la frase migliore: "La Chiesa croata intanto ha segnalato la vicenda al procuratore di Stato Mladen Bajic, in quanto ha ravvisato violazioni dell’accordo tra Zagabria e la Santa sede e delle leggi croate."

La Chiesa croata, una parte della Chiesa universale, denuncia il Vaticano alla giustizia locale. La Chiesa croata si rivolge allo stato contro il Papa: incredibile!!
1. La C(?)hiesa croata non riconosce più l´autorità della Sante Sede.
2. I meravigliosi risultati della creazione delle conferenze episcopali. Sono troppo giovane e quando morì Paolo VI non avevo neppure tre anni, ma più vedo i risultati di certe scelte di allora, mi pare che siano state le chimere spingerlo.

La Chiesa cattolica sembra vacillare sempre di più...

Jacu

Anonimo ha detto...

I problemi in Istria e Dalmazia risalgono a ben prima del fascismo e son dovuti al sorgere dei nazionalismi nell'800, con l'Austria che favorì quello slavo, non serbo, contro quello italiano. Già subito dopo la prima guerra mondiale l'espulsioni degli italiani dalla Dalmazia era pressoché completa, mentre gli italiani, riconsciuti come autoctoni anche dalla Jugloslavia e Croazia, furono forzati all'esodo dopo la II guerra. I massacri slavocomunisti sono continuati anche dopo la fine della guerra come testimonia il martirio del beato Francesco Bonifacio nel settembre del 1946. Dare tutta la colpa al fascismo è una semplificazione antistorica, anche perché, nonstante le vessazioni subite, durante il ventennio gli slavi sono rimasti nelle loro case. Ora degli ordini monastici non italiani hanno già avuto delle strutture indietro, come nell'isola di Meleda, con il favore de clero locale. Senza polemica, ma il nazionalismo locale è molto superiore alla religione, come dimostra il sostegno a Gotovina manifestato sia dalla Conferenza episcopale croata che dai partiti di sinistra all'opposizione. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

@Anonimo delle 15:25

E anche se i Benedettini rinunciassero all´indennizzo non cambierebbe nulla al fatto che la chiesa croata ha chiesto allo stato croato di indagare contro la S. Sede, contro una decisione del Papa, e dico del Papa, perché credo impossibile che card. Bertone abbia l´autorità, agendo di propria iniziativa di sospendere per un minuto un vescovo.

E poi ci sono quelli che dialogando con gli ortodossi vorrebbero che questi ultimi riconoscessero il primato di Pietro, quando neppure i vescovi cattolici ci credono più, a parte qualche rara eccezione...
E´oramai chiaro che le conferenze episcopale sono un centro di potere pronto a contrastare le decisioni, non appena queste non piacciono loro.

jacu

Anonimo ha detto...

Ho appena controllato su wikipedia la voce: Chiesa Cattolica in Croazia: su 4 milioni di cattolici ben 16 diocesi!
Se penso che la diocesi di Milano ha gli stessi fedeli dell´Irlanda e delle Croazia...

Ma non sarebbe il caso che queste conferenze nazionali subisco un taglio di competenze e il numero delle diocesi diminuisse?

Jacu

un passante ha detto...

ditemi che ho capito male o che è un pesce d'agosto, scappato dai mari in tempesta
Ma i religiosi devono risolvere le loro controversie proprio proprio come, se non peggio, gli "umani"? Cosa ci possono insegnare? Riconciliazione, misericordia, perdono???? Macchè..si ricorre allo Stato e alle sue leggi per i beni materiali
E dire che mai come oggi ci sarebbe bisogno di "ora et labora"

Anonimo ha detto...

Quello che stupisce è che nessuno, a parte "Il Piccolo", ne parla. Insomma, il Papa destituisce per 60 secondi un vescovo disobbediente, la diocesi "denuncia" il Vaticano alle autorità per violazione di accordi. Anche a me viene il dubbio si tratti di una sola
Alessia

Anonimo ha detto...

Caro passante, qui non si tratta di riconciliazione, su cui almeno a parole siamo tutti d'accordo. Nessuno vuole fare la guerra alla Croazia e mandare il vescovo di Parenzo-Pola per stracci. C'è stata un'appropriazione indebita, come fecero Napoleone e i Savoia, con mezzi ancora più cruenti, e sarebbe giusto, visto che sembra che la democrazia sia ritornata da quelle parti, che almeno si restituisca parte del maltolto. Così sta avvenendo nei paesi dell'Est e anche in Croazia nei confronti di varie congregazioni. Dal 1999 l’abbazia benedettina di Praglia e la diocesi di Parenzo-Pola sono in causa per i diritti di proprietà sull’ex convento benedettino di Daila, assegnato dalla legge croata di denazionalizzazione alla parrocchia di Daila, ovvero alla diocesi di Parenzo-Pola. Finora il Vaticano, pur fra oscillazioni, aveva simpatizzato più con i benedettini di Praglia, forte del principio di diritto canonico secondo cui il clero regolare non è soggetto al clero secolare: dunque la parrocchia di Daila – ovvero la diocesi di Parenzo-Pola – non poteva ereditare un bene che non le era mai appartenuto e sul quale non aveva mai esercitato né avrebbe potuto esercitare alcuna giurisdizione.
La grande novità è che il papa è finalmente intervenuto e che lo ha fatto in favore della parte politicamente più debole. Saluti, Eufemia

Andrea ha detto...

A Pola c'è uno splendido anfiteatro ROMANO, non croato. E' un'opera di civiltè o un "obbrobbrio non-slavo"? Il popolo croato lo vuole distruggere?

La questione è tutta qui: Roma ha un ruolo provvidenziale, connesso a Gesù Cristo, o no?