martedì 9 agosto 2011

Sulle questioni etiche, obiezione di coscienza a rischio: la riflessione del giurista Carlo Cardia

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Sulle questioni etiche, obiezione di coscienza a rischio: la riflessione del giurista Carlo Cardia

Negli Stati Uniti, i vescovi hanno lanciato l’allarme sull’obiezione di coscienza degli operatori sanitari, messa a rischio da alcune disposizioni del Ministero della Sanità in materia di aborto. Una preoccupazione che l’episcopato Usa aveva già espresso al momento del dibattito sulla riforma sanitaria, due anni fa. Del resto, quello che una volta era considerato un diritto intangibile è oggi messo in discussione in molti Paesi e organismi sovranazionali dell’Occidente. Alessandro Gisotti ne ha parlato con il prof. Carlo Cardia, docente di diritto ecclesiastico all'Università Roma Tre:

R. – Il 7 luglio, la Corte di Strasburgo – la Grande Chambre – ha ribadito che l’obiezione di coscienza al servizio militare rientra tra i diritti umani fondamentali. Ricordo questo, perché noi stiamo andando verso una deformazione gravissima dell’obiezione di coscienza, cioè stiamo creando – in Occidente – un doppio binario: un’obiezione di coscienza riconosciuta come diritto di chi fa questa scelta per il servizio militare; poi abbiamo un secondo binario, in cui si sta erodendo, giorno dopo giorno, l’obiezione di coscienza – sempre per motivi ideali e religiosi – in materie etiche fondamentali che riguardano la vita. Io ricordo il caso più clamoroso – inglese – in cui praticamente si obbligavano, anzi, si obbligano, le istituzioni confessionali, le istituzioni cattoliche, anglicane, ebraiche eccetera, ad affidare i bambini piccoli anche a coppie non eterosessuali. Noi siamo di fronte ad uno strabismo che non ha nessuna motivazione logica – attenzione! – prima che giuridica. Perché, se obiezione di coscienza dev’essere, dev’essere riconosciuta per tutti coloro che hanno un valido motivo ideale e religioso.

D. – Si può dire, allora, che il problema non è tanto l’obiezione di coscienza quanto quei valori non negoziabili, cioè vita, famiglia e educazione?

R. – Si può dire che l’obiezione di coscienza viene utilizzata strumentalmente quando fa comodo; quando, invece, ci si trova di fronte a questi valori fondamentali, l’obiezione di coscienza non viene più considerata un diritto, non viene più inserita nei diritti umani e, nel caso degli Stati Uniti, viene declassata addirittura con normative amministrative. Quindi, due pesi e due misure che non hanno alcuna giustificazione se non in quel relativismo che fa un po’ troppo comodo!

D. – Gli Stati Uniti, l’Europa ma anche l’America Latina dove si assiste a tentativi di limitazione dell’obiezione di coscienza: si può dunque dire che questo atteggiamento, che lei una volta definì “anti-umanista”, sta guadagnando terreno?

R. – Sì, sta guadagnando terreno insieme ad un altro fenomeno, che è quello del riconoscimento di diritti laddove un tempo si diceva fossero il minor male. Piano piano si sta parlando dell’aborto come “diritto della persona”: questo è un passo che ufficialmente ancora non è stato fatto, però tutti questi declassamenti dell’obiezione di coscienza in materia etica, relativa alla vita, vogliono dire che si ha un ritorno indietro rispetto agli stessi postulati della cultura occidentale che ha sempre riconosciuto che l’aborto è un dramma, è un male minore. Oggi lo si sta trasformando in un diritto. Questo è un po’ l’aspetto strisciante che sta modificando la mentalità – direi, la cultura – in alcune parti dell’Occidente. (gf)

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1 commento:

Andrea ha detto...

Vogliamo dire che l'obiezione di coscienza in materia di aborto, per quanto in sé preziosa e largamente presente in società cattoliche (ci sono i dati su ansa.it), è una foglia di fico?
Intendo dire che si lavora in ospedali che attuano lo sterminio, e si pensa "però io non uccido".

Non è certo questo il "contributo dei Cattolici a una società pluralista" che dobbiamo auspicare. È indispensabile riconoscere che il "diritto di fare ciò che mi pare" coincide con il "diritto di Satana di distruggere l'uomo", che, ovviamente, non esiste.