sabato 10 settembre 2011

Il Papa conclude il Congresso eucaristico ad Ancona. La speranza al tempo della crisi (Gori)

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Il Papa conclude il Congresso eucaristico ad Ancona

La speranza al tempo della crisi

di Nicola Gori

Famiglia e lavoro: ruota intorno a questo binomio la visita pastorale che Benedetto XVI compie domenica 11 settembre ad Ancona in occasione del XXV Congresso eucaristico nazionale italiano.
Il Papa giunge in una regione fortemente colpita dalla crisi economica e dal problema della disoccupazione. Giovani che non trovano impiego, cassintegrati a zero ore, persone di mezza età che non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro con tutte le conseguenze che ne conseguono sui bilanci familiari: sarebbero tanti i drammi personali e collettivi da raccontare.
Le grandi aziende (come Fincantieri e Antonio Merloni, solo per citarne alcune) che sono state per decenni il motore propulsivo dell'economia locale, si trovano a dover fare i conti con la recessione. Le loro difficoltà hanno provocato una reazione a catena che ha trascinato nella crisi anche le piccole aziende terziste che lavoravano per i grandi gruppi. La situazione si è poi avvitata: minor produzione dei colossi industriali e sempre meno lavoro per le aziende a carattere familiare dell'indotto. Licenziamenti e cassa integrazione alla Merloni e alla Fincantieri hanno significato centinaia di famiglie con problemi quotidiani di sussistenza e chiusura di molte ditte di piccole dimensioni, che sono la ricchezza del sistema Marche.
La città si è sempre identificata con i suoi cantieri navali. E quando si parla di cantieri navali, si parla di Fincantieri. L'azienda conta circa 600 dipendenti -- attualmente tutti in cassa integrazione straordinaria -- ai quali si affiancano altri 2.500 delle aziende dell'indotto. È una realtà in grande difficoltà, soprattutto a causa della riduzione delle commesse delle navi da crociera. Il cantiere da maggio è praticamente fermo: e questo ha provocato anche lo stop dell'attività di quanti lavoravano per conto della Fincantieri. È qui che la crisi si fa sentire con tutto il suo drammatico peso. Che ricade anche su molti lavoratori extracomunitari, senza impiego e senza ammortizzatori sociali, e con crediti di lavoro da recuperare. Una flebile speranza è appesa oggi alla commessa di due navi (o almeno di parte di esse) che potrebbe profilarsi all'orizzonte e risollevare, sia pure temporaneamente, le sorti del cantiere di Ancona.
Di fronte a questa situazione, la Chiesa non ha soluzioni pronte da offrire, ma propone la sua dottrina sociale, che mostra anche in questo caso una stringente attualità. Del resto, basterebbe soltanto rileggere le parole scritte alla fine dell'Ottocento da Leone XIII nella Rerum Novarum: «Agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze sue».
Da allora sono trascorsi centoventi anni ma non si è certo affievolita la preoccupazione della Chiesa per quanti -- in ogni epoca e latitudine sociale -- finiscono per soffrire più direttamente le conseguenze della crisi economica e della mancanza di lavoro. Lo dimostrano i recenti richiami di Benedetto XVI alla ricerca di un'etica nell'economia e i suoi ripetuti inviti a non idolatrare il profitto fine a se stesso chiudendosi negli egoismi personali, ma a dimostrare concretamente solidarietà nei confronti dei più deboli. L'abbraccio simbolico con le tute blu di Ancona rientra in questa continua attenzione della Chiesa che, attraverso il successore di Pietro, esprime la sua solidarietà a quanti soffrono e, oltre al lavoro, rischiano di perdere anche dignità e speranza.
Il gesto fortemente simbolico di Benedetto XVI di pranzare insieme con alcuni rappresentanti delle categorie più deboli della zona anconetana è la manifestazione più evidente di questa solidarietà. Con il Papa intorno alla mensa, nel centro pastorale di Colle Ameno, ci saranno tre cassintegrati della Merloni, quattro lavoratori precari, otto cassintegrati della Fincantieri e cinque poveri ospiti della Caritas.
Nei giorni scorsi, durante gli incontri e i dibattiti del congresso, il tema del lavoro è stato al centro dell'attenzione. In particolare, mercoledì 7 settembre, a Fabriano, nella giornata dedicata all'ambito lavoro e festa, sono state elaborate alcune proposte ed è stata compiuta un'attenta analisi della situazione economica e sociale attuale, non solo della regione marchigiana, ma di tutta l'Italia. Ha colpito la frase di sant'Ambrogio che un relatore ha ricordato: «Ciascun lavoratore è la mano di Cristo che continua a creare e a fare del bene». E quando il lavoro non c'è? Quali prospettive future possono avere i disoccupati? Se lo chiedevano anche alcuni cassintegrati che indossavano una maglia gialla su cui avevano scritto: «Ieri risorsa, oggi esuberi, e domani?». Una domanda che interpella sicuramente anche la comunità ecclesiale e che invita a riscoprire alcuni valori a volte dimenticati: la solidarietà, la sobrietà, la coesione sociale, come ha ricordato tra l'altro l'arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli.
Una domanda sorge spontanea: come si inserisce il tema del lavoro nell'ambito di un congresso eucaristico? E cosa può dire l'Eucaristia a tante persone disoccupate, precarie, cassintegrate e sempre più povere? Sicuramente l'Eucaristia riguarda il quotidiano della vita dell'uomo, lo coinvolge e ne è coinvolta. Dall'Eucaristia può venire quel coraggio di sperare, di sentirsi parte integrante di una comunità che supera i limiti familiari e nazionali. Il congresso vuole far riscoprire la dimensione sociale dell'Eucaristia e da qui ripartire per condividere con gli altri le difficoltà e le risorse. La crisi, infatti, è una sfida che interpella non solo i singoli, ma tutta la fraternità dei credenti.
La visita pastorale del Papa ad Ancona e il suo farsi prossimo e commensale dei precari, disoccupati e poveri è l'immagine tangibile di quel compatire che esprime al meglio la vocazione della Chiesa a chinarsi sui problemi e a mettersi accanto agli altri per partecipare alle loro sofferenze.

(©L'Osservatore Romano 11 settembre 2011)

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