giovedì 15 settembre 2011

La Torre: ricorso all'Aja abnorme e privo di basi (Izzo)

PEDOFILIA: DALLA TORRE, RICORSO ALL'AJA ABNORME E PRIVO DI BASI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 set.

"Privo di basi giuridiche", il ricorso al tribunale dell'Aja rappresenta "un'inutile enormita'". Lo afferma il professor Giuseppe Dalla Torre, rettore della universita' Lumsa e presidente del Tribunale Vaticano, rilevando che i media "hanno dato molta eco alla vicenda perche' si tratta di un'iniziativa clamorosa, senza precedenti e per certi aspetti paradossale". In un'intervista diffusa dal Servizio Informazione Religiosa, l'ex segretario della Commissione mista Italia-Vaticano che preparo' gli accordi di revisione del Concordato del 1984, sottolinea che "possono esserci altri interessi": da parte dei promotori "ce ne sono senz'altro di meramente economici"; inoltre "la presenza della Chiesa, e in particolare il Magistero di Benedetto XVI, non sono graditi a qualche parte ideologicamente o eticamente orientata in maniera diversa". "Vi e', soprattutto nel mondo occidentale, una forte presenza anticattolica, e anzi si potrebbe dire che il pregiudizio anticattolico e' l'unico ancora tollerato". Proprio sulla pedofilia, pero', "Benedetto XVI ha dato delle risposte forti - osserva il professor Dalla Torre - sia recentemente, sia quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Pertanto e' ingiusto chiamare la Chiesa sul banco degli imputati: ci sono errori di singole persone, e queste devono pagare. Ma ancor piu' ingiusto e' chiamare in causa chi, come papa Benedetto, sia da cardinale sia da pontefice si e' distinto per la denuncia dei preti pedofili e per un atteggiamento di umana e cristiana attenzione verso coloro che sono stati vittime di questi fatti". Per Dalla Torre, "si tratta di un'iniziativa senza alcuna base giuridica sia perche' la Santa Sede non ha firmato il trattato istitutivo, sia perche' la giurisdizione di quest'autorita' non si sostituisce a quella degli Stati, bensi' funziona solo qualora gli Stati stessi non esercitino le loro funzioni.
E non e' questo il caso", dal momento che i sacerdoti accusati di comportamenti pedofili, nei vari Paesi, sono stati perseguiti e, se colpevoli, condannati. In terzo luogo la fattispecie dell'accusa, "crimini contro l'umanita'", "comporta da un lato una notevole estensione numerica, come potrebbe essere una parte consistente del popolo di un determinato Paese, con l'intenzionalita' e la consapevolezza di compiere un'azione collettiva diffusa". Ma le vicende denunciate, commenta il giurista, "sembrano assolutamente non riconducibili" a questo requisito. Inoltre, "la Chiesa non e' come una holding, per la quale si arriva alla societa' madre che risponde di tutto: qui c'e' una responsabilita' del vescovo diocesano, o del superiore, laddove si tratti di ordini religiosi, che per il diritto canonico ha la pienezza dei poteri".

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3 commenti:

sonny ha detto...

Ciao Raffa. Beh, che dire. L'insussistenza giuridica penso che sia stata capita da molti, il problema è tutto il resto. Come la mettiamo con la diffamazione continua, con la insistenza al limite dello sfinimento nel voler creare ad arte lo scandalo. Diciamo che i tempi sarebbero stramaturi per incominciare con delle cause di risarcimento danni, con querele " a nastro". Se avessero iniziato dall'inizio del pontificato, il San Raffaele se lo compravano in contanti.

gemma ha detto...

su certi siti di ricerca è ancora fissa tra le notizie principali. Non mi nominare il san raffaele sonny, che straparlo, ma in questi giorni forse per la segreteria di stato è stato quello la priorità. Continuiamo così, investiamo in megaopere e lasciamo ai media il buon nome della Chiesa

Raffaella ha detto...

1, 2, 3...applausi a Gemma!