martedì 4 ottobre 2011

Botta e risposta tra Gianfranco Svidercoschi e Adriano Sofri sugli attacchi a Benedetto XVI (Izzo)

PAPA: BOTTA E RISPOSTA SVIDERCOSCHI-SOFRI SU STRATEGIA OSTILE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 ott.

Botta e risposta tra Gianfranco Svidercoschi e Adriano Sofri sugli attacchi a Benedetto XVI, che per il primo sono frutto di una strategia ben congegnata, mentre il secondo si dispiace che venga proposta una simile analisi.
La contrapposizione delle due tesi rappresenta tuttavia un contributo a capire meglio quello che sta avvenendo nella Chiesa con il Pontificato di Benedetto XVI, raccontato in un piccolo libro "Mal di Chiesa" nel quale l’autore, Svidercoschi - gia’ vaticanista di testate come il Tempo, la Nazione e il Resto del Carlino, poi vicedirettore dell’Osservatore Romano e oggi principale biografo di Giovanni Paolo II - cede alla fine la parola al controverso intellettuale Sofri, che nella post-fazione contesta la tesi di un attacco anche dall’esterno, accogliendo invece quella - ugualmente documentata dal libro e in verita’ sempre affermata pubblicamente da Ratzinger - dell’attacco dall’interno.
Intuendo per primo la drammaticita’ e le dimensioni del fenomeno degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici, "al tempo in cui guidava la Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Ratzinger - ricostruisce Svidercoschi - aveva provato invano a convincere i custodi della Legge sull’urgenza di rivedere alcune opzioni del sistema penale" ma "era uscito sconfitto dal braccio di ferro" con quei curiali che ancora recentemente hanno tentato di "mettere i bastoni tra le ruote a Benedetto XVI, liquidando come ’chiacchiericcio’ il gran parlare di questa tragedia su giornali e tv".
Commuove, nel racconto, la solitudine nella quale Joseph Ratzinger, prima da cardinale e poi da Papa, ha combattuto finora questo "cancro che e’ cresciuto giorno dopo giorno all’interno della Chiesa", fronteggiando "una insidiosa minaccia interna rappresentata da quanti sostenevano la necessita’ di salvaguardare il buon nome della Santa Sede".
Ma anche, appunto, denuncia Svidercoschi, "una minaccia esterna": davanti alle decisioni severe e coraggiose del Pontefice che hanno portato alla piu’ rilevante "falcidia di vescovi" dei tempi moderni, ottenendo le dimissioni o dimissionando d’autorita’ i presuli che "ammettevano la loro paurosa ignavia" davanti ai crimini dei loro preti o che risultavano addirittura "personalmente coinvolti in qualche caso di pedofilia", si e’ abbattuto su Benedetto XVI "un attacco frontale, diretto, non piu’ solo dei media".
Trovando "un terreno gia’ preparato, adesso scendevano in campo i gruppi di potere, il solito impasto di laicismo, di massoneria, di radicalismo anticattolico, di finanza internazionale". "Non era come in altre occasioni - scrive Svidercoschi - un tentativo di delegittimare la Chiesa
Cattolica, di ridurne l’influenza. Adesso volevano colpirla al cuore. Colpirla cioe’ in quella che e’ una delle sue principali missioni, quella dell’educazione dei giovani, delle future generazioni.
E per colpire la Chiesa colpivano il suo Capo".
"Mi dispiace - replica Adriano Sofri - che Svidercoschi descriva un attacco frontale, diretto contro la Chiesa, in cui convergono i media e i gruppi di potere" ma anche "grandi multinazionali farmaceutiche, interessate alla diffusione dei metodi contraccettivi, lobbies
politiche e culturali, il mondo dei gay, e, con ogni probabilita’ delle frange opposte a Ratzinger anche nella stessa Curia Romana".
Una analisi che per Sofri non regge: "troppa grazia, troppa disgrazia", scrive nella lunga e articolata post-fazione a "Mal di Chiesa".
Per Sofri, il libro di Svidercoschi ha tuttavia il merito di descrivere con commozione "la sincerita’ di Jospeph Ratzinger", "un Papa che menziona l’odio, non dissimulato dal riserbo e il rispetto che suscita nella sua Chiesa; che racconta i suoi dubbi; che esclama ancora alla vigilia dell’elezione ’Quanta sporcizia c’e’ nella Chiesa!’.
E che scoppia a piangere ascoltando a Malta il racconto di un ragazzo violato".

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1 commento:

laura ha detto...

.....’Quanta sporcizia c’e’ nella Chiesa!’.
E che scoppia a piangere ascoltando a Malta il racconto di un ragazzo violato".
Forse dire che "scoppia a piangere è un po' troppo enfatico", ma l'articolo è ben fatto e rende evidente la solitudine e la sofferenza del Papa nella Sua lotta alla pedofilia, assolutamente non compresa e non apprezzata.