mercoledì 19 ottobre 2011

Ciclo d'incontri per la nuova evangelizzazione. Tra i «lapsed catholics» d'Inghilterra e Galles (O.R.)

Ciclo d'incontri per la nuova evangelizzazione

Tra i «lapsed catholics» d'Inghilterra e Galles

Londra, 18. Sulle sponde del Tamigi li chiamano anche lapsed catholics. Sono i cattolici tali solo per l'anagrafe, battezzati nella Chiesa di Roma ma che hanno ormai abbandonato ogni pratica religiosa. Estranei alla vita delle parrocchie, tanto da evocare un termine antico e impegnativo come quello di lapsi. Anche se oggi non esiste certo la minaccia della persecuzione e nessuno richiede più un atto esteriore di apostasia, come nei primi secoli cristiani o come, in queste terre, ai tempi delle guerre di religione. I lapsed catholics si calcola siano almeno quattro milioni, circa i due terzi dei cattolici battezzati d'Inghilterra e Galles. Essi sono considerati una vera e propria priorità dall'episcopato cattolico locale, che per loro ha in cantiere una serie di iniziative sulla scorta di quell'appello alla nuova evagelizzazione dei Paesi di antica tradizione cristiana anche recentemente evocato da Benedetto XVI.
La prima di queste iniziative -- pensata anche per mettere a frutto l'eredità dalla storica visita compiuta dal Papa nel Regno Unito nel settembre 2010 -- partirà tra meno di un mese. Il 12 novembre prossimo a York, nel nord dell'Inghilterra, si terrà la sessione inaugurale di un ciclo d'incontri intitolati «Crossing the threshold. Ministry and outreach to non going catholics», ovvero «Varcare la soglia. Ministero e missione ai cattolici non praticanti».
Saranno in totale cinque convegni, che tra il novembre 2011 e il giugno 2012 avranno modo di coinvolgere diverse zone pastorali del Paese. Da York, appunto, a Birmingham (4 febbraio), Crawley, nel sud dell'Inghilterra (3 marzo), all'arcidiocesi di Westminster (28 aprile), a Cardiff (23 giugno). Il primo di questi appuntamenti, al quale parteciperà il vescovo di Middlesbrough, Terence Patrick Drainey, sarà dedicato ai santuari e ai pellegrinaggi, in quanto, come è noto, i luoghi di devozione sono frequentati anche, e spesso in maniera rilevante, da persone che poi normalmente disertano le celebrazioni e l'ordinaria vita parrocchiale.
Ciascuno dei singoli incontri -- spiega Clare Ward, responsabile dell'home mission desk del dipartimento per la catechesi della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles -- ruoterà «attorno a tre temi che diventano d'importanza chiave quando si tratta di raggiungere i non cattolici, ovvero come contattarli e farli sentire benvenuti nella Chiesa, come riavvicinarli al sacramento della riconciliazione e come raggiungerli quando sono impegnati nel volontariato a favore dei più deboli». In questo senso, aggiunge, per il futuro «sarà importante anche avviare gruppi nelle parrocchie che siano stati pensati apposta per loro, dove possano prendere in esame i problemi legati alla loro particolare situazione. Spesso questi cattolici fanno molto per i più poveri in varie associazioni caritative, anche se non vengono in chiesa, e questo è un ambito dove si possono raggiungere».
Ad affiancare su questo tema il lavoro della commissione centrale appositamente costituita dalla Conferenza episcopale sono anche i rappresentanti di diverse associazioni che si occupano di evangelizzazione come Landings Uk, Kit e Catholic Alfa, nonché della Commissione nazionale delle donne cattoliche e dall'istituto Maryvale di Birmingham, di Caritas Social Action, come anche di alcune diocesi che sono impegnate in modo particolare su questo fronte come quelle di Portsmouth, e di Hexham and Newcastle. «Il “gruppo centrale” -- spiega ancora Clare Ward -- ha organizzato una giornata, lo scorso marzo, alla quale hanno partecipato circa novanta persone, in rappresentanza di diciannove diocesi, insieme a tre presuli: Kieran Conry, vescovo di Arundel and Brighton, presidente del dipartimento evangelizzazione e catechesi della conferenza episcopale, il vescovo Edwin Regan, vescovo di Wrexham, e Charles Phillip Richard Moth, ordinario militare della Gran Bretagna».

(©L'Osservatore Romano 19 ottobre 2011)

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