lunedì 17 ottobre 2011

Motu proprio sull'Anno della Fede, il Papa: serve testimonianza pubblica. Riscoprire il Catechismo. Alla Lettera Apostolica seguirà una nota della CDF (Izzo)

PAPA: MOTU PROPRIO SU ANNO FEDE, SERVE TESTIMONIANZA PUBBLICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 ott.

"Il cristiano non puo' mai pensare che credere sia un fatto privato", perche' "la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici".
Lo ribadisce Benedetto XVI, nel motu proprio "Porta Fidei" che indice l'Anno della Fede.
"La fede, proprio perche' e' atto della liberta' - spiega Benedetto XVI nel documento che aveva annunciato ieri proclamando l'Anno della Fede che si celebrera' dall'11 ottobre 2012, 50esimo anniversario dell'apertura del Concilio, al 24 novembre 2013 - esige anche la responsabilita' sociale di cio' che si crede".
"Cio' di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno - afferma il Papa - e' la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha mai fine". Di qui la centralita' del Catechismo della Chiesa Cattolica, "vero strumento a sostegno della fede, soprattutto per quanti hanno a cuore la formazione dei cristiani, cosi' determinante nel nostro contesto culturale", in cui la fede "si trova ad essere sottoposta piu' che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalita' che riduce l'ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche". "Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come presupposto ovvio del vivere comune", la denuncia del Papa, mentre "questo presupposto non solo non e' piu' tale, ma spesso viene perfino negato".
Se nel passato, infatti, "era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra piu' essere cosi' in grandi settori della societa', a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone".
Per Papa Ratzinger, se "non possiamo dimenticare che nel nostro contesto culturale tante persone, pur non riconoscendo in se' il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verita' definitiva sulla loro esistenza e sul mondo", non possiamo tacere che tale ricerca "e' una autentico preambolo della fede, perche' muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio", sulla base della "stessa ragione".
"Auspichiamo - afferma solennemente Benedetto XVI nel motu proprio pubblicato oggi - che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilita'". Secondo il Papa, "riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, e' un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno". L'auspicio del suo promotore e' dunque che "questo Anno susciti in ogni credente l'aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza". "Sara' un'occasione propizia - scrive ancora Joseph Ratzinger - anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell'Eucaristia, che e' il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia". Nel testo, il Pontefice intende "delineare un percorso che aiuti a comprendere in modo piu' profondo non solo i contenuti della fede, ma insieme a questi anche l'atto con cui decidiamo di affidarci totalmente a Dio, in piena liberta'". "Esiste infatti - osserva il Papa teologo - un'unita' profonda tra l'atto con cui si crede e i contenuti a cui diamo il nostro assenso". Come scrive l'apostolo Paolo, cioe', "con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede", in quanto se "il cuore indica che il primo atto con cui si viene alla fede e' dono di Dio e azione della grazia che agisce e trasforma la persona fin nel suo intimo, professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici". "La Chiesa - rileva in proposito - nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell'annunciare senza timore la propria fede ad ogni persona. E' il dono dello Spirito Santo che abilita alla missione e fortifica la nostra testimonianza, rendendola franca e coraggiosa. La stessa professione della fede e' un atto personale ed insieme comunitario. E' la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede. Nella fede della Comunita' cristiana ognuno riceve il Battesimo, segno efficace dell'ingresso nel popolo dei credenti per ottenere la salvezza". "Non a caso - conclude il Papa con un excursus storico - nei primi secoli i cristiani erano tenuti ad imparare a memoria il Credo. Questo serviva loro come preghiera quotidiana per non dimenticare l'impegno assunto con il Battesimo".

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PAPA: MOTU PROPRIO, IN ANNO FEDE RISCOPRIRE CATECHISMO CATTOLICO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 ott.

Secondo il Papa, "l'Anno della Fede dovra' esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica".
Lo scrive nel motu proprio di indizione, reso noto oggi.
Non a caso, rileva il documento, "la scelta dell'ottobre 2012 coincide con i 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica" voluto da Papa Wojtyla e del quale il cardinale Ratzinger coordino' la redazione. "Esso - si legge nel testo - costituisce uno dei frutti piu' importanti del Concilio Vaticano II".
In proposito, Papa Ratzinger cita la previsione di Giovanni Paolo II sul fatto che il Catechismo avrebbe dato "un contributo molto importante a quell'opera di rinnovamento dell'intera vita ecclesiale" necessaria dopo il Concilio e la definizione wojtyliana del Catechismo "come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l'insegnamento della fede".
Nel Catechismo, aggiunge di suo Benedetto XVI, "emerge la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che hanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede". Il Pontefice si sofferma nel nuovo motu proprio sulla struttura stessa del Catechismo della Chiesa Cattolica che, rileva, "presenta lo sviluppo della fede fino a toccare i grandi temi della vita quotidiana".
Cosi', "pagina dopo pagina si scopre che quanto viene presentato non e' una teoria, ma l'incontro con una Persona che vive nella Chiesa. Alla professione di fede, infatti, segue la spiegazione della vita sacramentale, nella quale Cristo e' presente, operante e continua a costruire la sua Chiesa". Per il Papa teologo, se e' vero che "senza la liturgia e i sacramenti, la professione di fede non avrebbe efficacia, perche' mancherebbe della grazia che sostiene la testimonianza dei cristiani", alla stessa stregua "l'insegnamento del Catechismo sulla vita morale acquista tutto il suo significato se posto in relazione con la fede, la liturgia e la preghiera".

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PAPA: A MOTU PROPRIO SU ANNO FEDE SEGUIRA' NOTA EX S. UFFIZIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 ott.

Benedetto XVI ha invitato la Congregazione per la Dottrina della Fede, "in accordo con i competenti Dicasteri della Santa Sede, a redigere una Nota, con cui offrire alla Chiesa ed ai credenti alcune indicazioni per vivere l'Anno della Fede nei modi piu' efficaci ed appropriati, al servizio del credere e dell'evangelizzare".
Lo annuncia lo stesso Pontefice nel motu proprio "Porta Fidei" pubblicato oggi.

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