martedì 15 novembre 2011

All'Angelus dedicato alla parabola dei talenti Benedetto XVI parla del prossimo viaggio in Benin (O.R.)

All'Angelus dedicato alla parabola dei talenti Benedetto XVI parla del prossimo viaggio in Benin

Per la riconciliazione e la giustizia in Africa

Appello del Papa per il rispetto della terra che Dio ha affidato al lavoro dell'uomo

La preghiera dei fedeli «accompagni e sostenga gli sforzi di tutte le persone che operano per la riconciliazione, la giustizia e la pace» in Africa.
Lo ha chiesto Benedetto XVI all'Angelus di domenica 13 novembre, in piazza San Pietro, parlando del viaggio in programma da venerdì 18 a domenica 20 in Benin, dove il Papa si reca per consegnare l'esortazione apostolica frutto della riflessione del Sinodo continentale dei vescovi svoltosi in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2009. «Affido alla vostra preghiera -- ha detto salutando in lingua francese i presenti -- questo viaggio e gli abitanti del caro continente africano, particolarmente quelli che conoscono l'insicurezza e la violenza».
In precedenza il Pontefice si era soffermato sulla parabola evangelica dei talenti, sottolineando che «la consapevolezza del ritorno glorioso del Signore Gesù» deve costituire per ogni cristiano uno stimolo a «vivere in un atteggiamento di vigilanza, attendendo la sua manifestazione nella costante memoria della sua prima venuta». Per il Papa «la carità è il bene fondamentale che nessuno può mancare di mettere a frutto e senza il quale ogni altro dono è vano». Solo «praticando la carità -- aveva aggiunto -- anche noi potremo prendere parte alla gioia del nostro Signore».
Al termine della preghiera mariana, prima di salutare in diverse lingue i gruppi di fedeli presenti, Benedetto XVI ha ricordato la celebrazione della giornata mondiale del diabete e della giornata del ringraziamento. Riferendosi alla prima, ha pregato per gli ammalati, per «quanti condividono ogni giorno la loro fatica» e per gli operatori sanitari e i volontari che li assistono. Quanto alla seconda, ha invitato a rendere grazie al Signore per i frutti della terra, riconoscendo «che il lavoro dell'uomo sarebbe vano se Lui non lo rendesse fecondo». E ha fatto appello all'impegno di tutti per «rispettare la terra, che Dio ci ha affidato». Infine, salutando i fedeli di lingua tedesca, il Papa ha riproposto l'attualità della figura del sacerdote austriaco Carl Lampert, beatificato domenica mattina a Dornbirn.

(©L'Osservatore Romano 14-15 novembre 2011)

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