venerdì 18 novembre 2011

Concerto per la pace e la giustizia a Cotonou in occasione della visita del Papa

Concerto per la pace e la giustizia a Cotonou in occasione della visita del Papa

Questa sera i suoni dell’Africa saluteranno Benedetto XVI con un concerto nello “Stadio René” di Cotonou. L’iniziativa, dal titolo “Tutti insieme per la riconciliazione della giustizia e della pace” è promossa dalla Radio Vaticana in collaborazione con il Sinodo dei Vescovi e si concretizza anche in un CD. Sul palco, tre musicisti africani con i loro gruppi – l’angolano Bonga, il congolese Papa Wemba ed il guineano Fifito, ovvero Filomeno Lopes, redattore del Programma in lingua portoghese della nostra emittente. Il nostro inviato Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso Fifito e Ildo Correia altro membro del gruppo. Per Filomeno Lopez il concerto odierno “non è solo musica”:

R. – No, in effetti, non è solo musica; è un momento “attorno al fuoco”, dove normalmente la musica è l’elemento portante per calmare gli animi, già saturi di quei problemi gravi che sono in gioco … come in questo caso il problema della pace, della giustizia e della riconciliazione. Quando si parla di pace e soprattutto di problemi di pace vuol dire che ci sono dei morti… Allora nelle nostre culture mettersi “attorno al fuoco” ha quell’elemento ritmico che serve per placare un po’ gli animi. E poi anche perché la pace è un problema di coscienza e la musica è lo strumento che ha quella capacità di penetrare la coscienza altrui, invitandoti così a fare il salto di qualità.

D. - In gioco, in questo caso, c’è il destino dell’Africa: perché?

R. - Perché quest’anno stiamo celebrando i 50 anni dell’indipendenza, in gran parte, dei Paesi africani, tra cui anche il Benin. Ora i nostri padri dell’indipendenza hanno detto che il motivo delle lotte per l’indipendenza era quello di pensare ai bambini. Cabral ha detto una parola rimasta ormai emblematica: “I bambini sono i fiori e sono l’unica ragione delle rivoluzioni dei popoli africani”. Per cui, venendo qui e incontrando i bambini, proprio nei cinquant’anni dell’indipendenza, il Papa invita in qualche modo la nostra gente a dire: “torniamo indietro e vediamo da dove abbiamo iniziato, vediamo se il futuro che stiamo prospettando, guardando al nostro presente oggi, è davvero quello che volevamo”. E’ un po’ un riprendere il discorso della speranza e ripensare il futuro significa investire nella famiglia.

D. – Ildo Correia, anche tu sei uno dei musicisti che salirà sul palco per suonare nel concerto per il Papa, che cos’è la musica per l’Africa?

R. - La musica per l’Africa è soprattutto armonia: anche se una persona sta male, la musica riesce a portarle un messaggio positivo; ma soprattutto quando si vivono situazioni molto difficili, in cui non si riesce a vedere la via di uscita, con la musica si può far rinascere quella speranza che ancora è possibile; anche se la strada sembra buia, è possibile avere ancora un po’ di quella luce che ci conduce alla speranza. (mg)

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