sabato 19 novembre 2011

Il Papa: Se penso a quando ero ragazzo mi sembra di essere su un altro pianeta (Chirri)

Le leggi del mercato non distruggano il Continente nero

Oggi in Benin il Pontefice firmerà e pubblicherà l'Esortazione apostolica «Africae Munus»

Giovanna Chirri

COTONOU
Le leggi del mercato e della finanza non distruggano l'Africa, e i conflitti interreligiosi non le tolgano il futuro. Gli africani guardino alla modernità senza «oblio del passato» ed evitando gli «scogli» sul loro cammino. Benedetto XVI che, alla partenza da Roma è stato salutato da Mario Monti, neopremier di una Italia allineata con la crisi europea e alle prese con gli stress finanziari, al suo arrivo nel povero ma colto e vivace Benin ha voluto indicare una via perché il grande continente sia effettivamente «polmone spirituale» per un mondo che ha bisogno della «vitalità, allegria», «umorismo» degli africani, e del loro senso religioso della vita. D'altra parte, ha ammonito, per l'Africa non bastano solo le «parole» e le «buone intenzioni». E oltre alle conferenze internazionali e alle iniziative di peacekeeping, pur lodevoli, bisognerebbe imparare a «dare» senza pretendere di «avere».
«Se penso a quando ero ragazzo – ha confidato durante il volo ricordando i cambiamenti avvenuti nel mondo negli ultimi 50-60 anni – mi sembra di essere su un altro pianeta». Ma tanto progresso, velocità e sviluppo, ha commentato, non sono senza «difficoltà». È certo però che in Africa c'è «un umanesimo fresco, una riserva di vita, vitalità, futuro, su cui possiamo contare». E con «allegria» e «vitalità» molte migliaia di persone hanno accolto il Papa al suo arrivo all'aeroporto della popolosa città del Benin, intitolato al cardinale Bernardin Gantin, suo «amico» dal '77, quando era un «giovane e coraggioso vescovo africano». E tante lo hanno festeggiato lungo il percorso verso la cattedrale e poi al ritorno in nunziatura. Calorosa l'accoglienza del presidente Thomas Boni Yayi, un islamico convertito al protestantesimo, e della consorte Chantal de Souza.
A 84 anni Benedetto XVI ha scelto il Benin – un pezzo d'Africa pacifico, dove le fedi convivono e dove il voodoo, da qui esportato in America latina al tempo degli schiavi, è religione ufficiale – per il suo secondo viaggio africano, durante il quale consegnerà il testo conclusivo del sinodo dei vescovi per l'Africa del 2009. Altri motivi della missione, celebrare i 150 anni dell'arrivo dei primi missionari cristiani e rendere omaggio a Gantin, figura di spicco della chiesa africana a Roma, per decenni in curia con incarichi di rilievo. L'Esortazione apostolica, «Africae Munus – L'impegno dell'Africa» verrà firmata e pubblicata oggi. Domani invece Benedetto XVI la consegnerà ai vescovi di tutto il continente durante la messa nello stadio di Cotonou. Oggi nel palazzo presidenziale di Cotonou il Papa incontrerà rappresentanti delle istituzioni, del corpo diplomatico e delle differenti religioni e rivolgerà loro un atteso discorso. Subito dopo si recherà a Ouidah che dista una quarantina di chilometri, e dove è sepolto Gantin. «È stato un grande amico, ma soprattutto un grande testimone e un uomo di preghiera e di intensa fede», ha detto il Papa in aereo. E ha rivelato i retroscena della nascita di quella amicizia: era il '77 e a Ratisbona veniva ufficializzata la nomina di Ratzinger ad arcivescovo di Monaco, lo stesso giorno in cui il teologo tedesco faceva da relatore di tesi a Barthelemy Adoukonou, beninese e discepolo di Gantin. Per questo Gantin lo accompagnò in Germania e lì nacque l'amicizia tra i due. Oggi Adoukonou, è segretario del Pontificio consiglio e fa parte del seguito papale.

© Copyright Gazzetta del sud, 19 novembre 2011

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