giovedì 10 novembre 2011

L’udienza di Benedetto XVI ai membri dell’Israeli Religious Council. Pace per Gerusalemme e la Terra Santa (O.R.)

L’udienza di Benedetto XVI ai membri dell’Israeli Religious Council

Pace per Gerusalemme e la Terra Santa

Pace per Gerusalemme e per la Terra Santa: l’ha auspicata il Pontefice rivolgendosi ai membri dell’Israeli Religious Council, ricevuti in udienza giovedì mattina, 10 novembre, nella Sala dei Papi. Ricordando la preghiera da lui stesso composta e inserita tra le pietre del Muro occidentale il 12 maggio 2009, durante la visita a Gerusalemme, Benedetto XVI ha rinnovato l’invocazione al Signore affinché «ascolti la preghiera di tutti gli uomini e di tutte le donne che gli chiedono la pace di Gerusalemme». E ha esortato: «Non smettiamo mai di pregare per la pace della Terra Santa, con fiducia in Dio che è nostra pace e nostro conforto!».
Nel suo discorso — preceduto dai saluti indirizzatigli da alcuni dei capi religiosi presenti — il Papa ha sottolineato che oggi «il dialogo fra differenti religioni sta diventando sempre più importante per instaurare un clima di mutuo rispetto e di comprensione che può condurre all’amicizia e alla salda fiducia reciproche». Una prospettiva tanto più urgente «per i leader religiosi della Terra Santa che, pur vivendo in un luogo pieno di memorie sacre alle nostre tradizioni, sono quotidianamente messi alla prova dalle difficoltà del vivere insieme in armonia».
Dopo aver richiamato l’incontro dei capi religiosi svoltosi ad Assisi lo scorso 27 ottobre, il Pontefice ha ribadito che «la relazione dell’uomo con Dio vissuta rettamente è una forza di pace». Si tratta — ha aggiunto — di «una verità che deve divenire sempre più visibile nel modo in cui viviamo insieme ogni giorno». Da qui l’invito a «promuovere un clima di fiducia e di dialogo fra i leader e i membri di tutte le tradizioni religiose presenti in Terra Santa», ai quali spetta «la grave responsabilità» di educare i membri delle rispettive comunità a «una comprensione reciproca più profonda» e «di sviluppare un’apertura verso la cooperazione con persone di tradizioni religiose diverse dalla nostra».
«Tutti noi — ha rimarcato — siamo chiamati a impegnarci di nuovo per la promozione di una giustizia e di una dignità maggiori, per arricchire il nostro mondo e conferirgli una dimensione pienamente umana». La giustizia infatti — insieme con «la verità, l’amore e la libertà» — è oggi «un requisito fondamentale per una pace sicura e duratura nel mondo».

(©L'Osservatore Romano 11 novembre 2011)

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