mercoledì 23 novembre 2011

Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Il cardinale Rylko: la fede in Dio dà senso alla vita (R.V.)

Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Il cardinale Rylko: la fede in Dio dà senso alla vita

Far riscoprire l’importanza del rapporto con Dio come fondamento della vita e della speranza dei nostri contemporanei e delle nostre società. Con questo intento il Pontificio Consiglio per i Laici dedicherà la sua prossima assemblea annuale al tema “La questione di Dio oggi”. Il dicastero vaticano, che sostiene l’attività dei fedeli laici e delle associazioni e i movimenti nelle diverse realtà del mondo, invita così i suoi membri ad un’analisi sulla situazione della fede e della non credenza oggi nel mondo. Prendendo sul serio il richiamo di Benedetto XVI sul rischio che nella vita di tanti, specie giovani, Dio sia completamente assente o addirittura, sia eclissato “il senso di Dio”. Tre giorni di incontri e dibattiti, a Roma, da domani fino a sabato, con testimonianze concrete di alcuni laici su come cambia la vita se Dio c’è o non c’è. Al cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Pietro Cocco ha chiesto quale contributo porti la fede in Dio alla vita delle donne e degli uomini di oggi:

R. - Lei mi domanda cosa la fede aggiunge alla vita dell’uomo... In realtà la fede non è un’aggiunta, un accessorio... La fede è il centro vitale della persona umana. Il rapporto dell’uomo con Dio è determinante per il suo rapporto con se stesso e con il mondo. Escludendo Dio, l’uomo rimane per se stesso un enigma inspiegabile. E’ solo la fede in Dio che dà senso alla nostra esistenza, è dalla fede che nasce “la grande speranza” senza la quale l’uomo non può vivere. Il Papa ci assicura: “Senza Dio i conti sull’uomo non tornano...”. Perciò il nostro compito come cristiani è soprattutto quello di rimettere nuovamente in luce la priorità di Dio nella vita dell’uomo e, non di un dio qualunque, ma di quel Dio che si è rivelato nel volto di Gesù Cristo.

D. - Questo influirebbe positivamente sulla vita civile e sociale?

R. - Una delle grandi sfide della post-modernità è la tendenza a rinchiudere Dio esclusivamente nell’ambito della vita privata dell’uomo. Assistiamo, infatti, a vari tentativi di esclusione di Dio e della fede dalla vita pubblica... C’è chi oggi parla di “cristianofobia” ... E la risposta di Papa Benedetto XVI è molto chiara: “Ci sono tanti problemi che si possono elencare, che devono essere risolti, ma che - tutti - non vengono risolti se Dio non viene messo al centro, se Dio non diventa nuovamente visibile nel mondo”. E proprio qui si apre un vasto spazio per una testimonianza cristiana coerente e persuasiva. Questo è il servizio più importante che noi cristiani siamo chiamati a rendere al mondo in cui viviamo.

D. - C’è un “volto” specifico di Dio che i cristiani dovrebbero conoscere e testimoniare?

R. - Noi conosciamo il volto di Dio guardando la persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza. È questa l’epifania definitiva del mistero di Dio all’umanità. Noi cristiani siamo chiamati a conoscere e a testimoniare questo Dio, un Dio che si china sull’uomo, che ci viene incontro, un Dio-con-noi. Nella Christifìdeles laici (al n.34) il Beato Giovanni Paolo II ha scritto: “L’uomo è amato da Dio! E’ questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo. La parola e la vita di ciascun cristiano possono e devono far risuonare questo annuncio: Dio ti ama, Cristo è venuto per te, per te Cristo è Via, Verità e Vita!”. A questo punto possiamo domandarci: “E’ questa l’immagine di Dio che traspare dai nostri atteggiamenti e dalle nostre scelte di ogni giorno?”. Abbiamo una grande responsabilità: trasmettere al mondo un’immagine vera di Dio e non un’immagine ridotta, travisata o deformata...

D. - C’è tuttavia oggi una crisi del senso della vita, per cui i beni materiali, le sicurezze immediate spingono ad un’autosufficienza di fatto tante persone. Si è individualisti anche nel campo spirituale. Le scelte dei cristiani non sono abbastanza credibili?

R. - All’inizio del suo pontificato Benedetto XVI ha parlato dei vari deserti del mondo e ne ha evidenziato uno in particolare: “Il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento dell’anima, senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo . Oggi neanche tra i battezzati la fede può essere data per scontata... il Papa ci avverte che ci preoccupiamo molto delle conseguenze della fede dei cristiani nella vita sociale, economica, politica, supponendo che questa fede esista. Invece nei nostri tempi questo è sempre meno realistico. Ecco dunque la grande sfida di oggi: riscoprire il valore della fede nella vita di ogni cristiano... riscoprire la bellezza della fede e la bellezza di una vita che si lascia ispirare dal Vangelo. Questo è anche l’obiettivo fondamentale dell’Anno della fede indetto dal Papa nella Chiesa e che inizierà l’11 ottobre dell’anno prossimo. Benedetto XVI precisa: “La fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa che appartiene al presente. Ma non è l’annacquamento della fede che aiuta, bensì solo il viverla interamente nel nostro oggi... Non saranno le tattiche a salvare il cristianesimo, ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo”.

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