PAPA: AUTORITA' CREDIBILE SE UMILE E A SERVIZIO DEGLI ALTRI
(ANSA) - CITTA' DEL SERVIZIO, 29 DIC
All'udienza generale di oggi papa Benedetto XVI ha ricordato la figura di Santa Caterina da Bologna di cui ha sottolineato in particolare la ''grande umilta''', base per una autorita' credibile. Caterina, ha detto il Papa, ''non vuole apparire, non vuole governare. Vuole servire, e fare la volonta' di Dio'' consiste proprio ''nel servizio per gli altri''. ''Percio' era credibile - ha quindi spiegato - perche' si poteva vedere che l'autorita' per lei era servire gli altri''.
Santa Caterina da Bologna, ha anche indicato il PontEfice parlando nell'aula Paolo VI alla presenza di circa 8 mila fedeli, ''e' un forte invito a lasciarsi guidare sempre da Dio e a compiere quotidianamente la sua volonta' anche se diversa dai nostri progetti, a confidare nella sua provvidenza che mai ci lascia soli''. ''In questa prospettiva - ha continuato Benedetto XVI - Santa Caterina parla con noi e la sua figura e' molto moderna. Soffre di tentazioni e dubbi come noi, si sente abbandonata da Dio, vive il buio della fede ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore e andando alla mano del Signore trova la via giusta, la via della Luce, e cosi' dice a noi: coraggio, non lasciare la mano del Signore''.
La vita intera di Caterina da Bologna, ha ribadito il Pontefice, ''e' stata un modello di umilta' e di obbedienza; ella vedeva la disobbedienza come un segno dell'orgoglio spirituale che distrugge ogni altra virtu'''.
''Possa l'esempio di Caterina - ha infine invocato il Papa - inspirare in noi l'umile obbedienza al volere di Dio nei nostri sforzi quotidiani nel rimanere fedeli ai suoi piani per le nostre vite''.
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mercoledì 29 dicembre 2010
2 commenti:
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Tra ieri ed oggi, quotidiani e TG hanno diffuso la notizia di un sacerdote sardo finito in manette per "presunto favoreggiamento della prostituzione". Mi auguro che si tratti di accuse infondate. Colgo la "triste occasione" per tornare sull'argomento di ieri, dell'approvazione della Comunità di Chiara Amirante. Ecco, io ribadisco quanto già da me espresso. In linea generale, e fatta salva l'integrità morale e l'assoluta buona fede, di alcuni di questi soggetti "cattolici" (religiosi consacrati o laici) che "sgomitano" per istituire comunità di recupero di vario genere, dal mio modesto e "terrestre" angolo visuale, trovo esagerata la "corsa" al recupero di prostiture, ragazze madri, drogati, ex carcerati, sbandati, clandestini, rom, gay e chi più ne ha, ne metta. Ho talvolta la netta impressione che il gestire "comunità promiscue" rappresenti, per laici volonterosi e religiosi animati da fervido zelo, un modo per sottrarsi alla "routine" della vita quotidiana laica o religiosa, un modo per "socializzare", talvolta anche troppo ed anche fisicamente, con ragazze giovani e carine e ragazzi equivoci.
RispondiEliminaNon ho "la sfera di cristallo"; ma per questioni anagrafiche ho dovuto tavolta ascoltare, per chiacchiere da gossip, o fatti probabilmente accaduti, misfatti di vario genere compiuti da educatori "di comunità". Oggi, nella Chiesa, se qualche supposto buon cattolico (soprattutto, ma non esclusivamente prete) non fonda una comunità, non si sente realizzato. C'è qualche cosa che non mi torna!
Sai la novità! Vigilate gente, vigilate.
RispondiEliminaIl TG diffonde e non smentisce in caso di errore... lascia il tempo che trova, no? La Storia, specie quella non scritta, ma vivente nelle mura, nei costumi, nelle parole dette, ci spiega.
Occorre vigilare perché da Medici senza Frontiere (organizzazione non religiosa) alle più cristiana delle comunità, la spinta a servire gli altri e l'egoismo di servirsene sono difficilmente distinguibili a priori.
Vediamo negli altri i nostri maggiori difetti: qual'è il tuo? Solo gli altri possono mostrartelo. Ed ancche io che ti scrivo ho adesso il dubbio di essere pigra e credulona.
Adri