Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Quella sintonia fra Giorgio Napolitano e Benedetto XVI
L’elezione a Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano avviene dopo un anno dall’ascesa al pontificato di Benedetto XVI e coincide con una fase politica italiana nuova, quando ormai sono sul tappeto i cosiddetti temi etici o, per dirla in altri termini spesso usati, i «valori non negoziabili» enunciati dalla Chiesa(..) L’orizzonte è agitato dalle polemiche sull’eutanasia, approvata in alcuni paesi europei e Stati americani, che in Italia alcuni gruppi vorrebbero in qualche modo introdurre. Per parte sua, Benedetto XVI caratterizza il pontificato con un magistero che indica nel “relativismo etico” uno dei pericoli più insidiosi di una società che vuole distaccarsi, in materia di famiglia, aborto, difesa della vita, dai principi della legge naturale, che la ragione può accogliere perchè tutelano la dignità della persona nei momenti in cui appare più debole di fronte alla volontà dello Stato, o all’arbitrio di altre persone. In definitiva, si può dire, ci si sarebbero tutti gli ingredienti per un rapporto difficile tra Santa Sede e Repubblica Italiana, anche in ragione dell’ascendenza politica del nuovo Presidente della Repubblica. Invece, quasi con sorpresa generale, accade tutto il contrario. Sin dalla prima visita in Vaticano si stabilisce un rapporto positivo tra Giorgio Napolitano e Benedetto XVI che si intensifica nel tempo fino a produrre un feeling speciale, che l’Osservatore Romano registra con un crescendo di attenzioni che non conosce interruzioni. Nella prima visita di Napolitano in Vaticano, l’incontro col Papa si rivela caloroso oltre ogni aspettativa e il giornale Vaticano annuncia l’evento ricordando le parole del Presidente italiano il giorno dell’insediamento, per le quali «i valori umani e cristiani sono patrimonio del popolo italiano e vi è un profondo rapporto storico tra la cristianità e il farsi dell’Europa» (..) Benedetto XVI non nasconde nulla del contenzioso che in Occidente e in Europa caratterizza i rapporti tra religione e società. Tuttavia Giorgio Napolitano risponde al Pontefice con sobri ma essenziali riconoscimenti per il ruolo della Chiesa nella società, in particolare per ciò che essa riesce a fare e che lo Stato non è in grado di realizzare. Aggiunge che per la pace e la giustizia molto deve fare «l’Europa unita, parlando con una sola voce e riconoscendosi in grandi valori condivisi, che riflettono il ruolo storico e la sempre viva lezione ideale del Cristianesimo». (..) Una sintonia evidenziata nell’intervista all’Osservatore dell’11 ottobre, quando Napolitano torna sulla priorità dell’emergenza educativa e sul tema della libertà religiosa: «Credo che si dovrebbe legare più fortemente la voce in occidente contro questi gravi episodi di persecuzione anticristiana in India, in un paese in cui francamente non ci si aspettava che potessero sorgere, e non bisogna considerarli dei casi marginali».
© Copyright Il Messaggero, 2 dicembre 2010
Vedi anche:
I 150 anni del “singolarissimo giornale” (Giansoldati)
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giovedì 2 dicembre 2010
5 commenti:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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Non trovo nulla di entusiasmante nella pretesa sintonia tra il Sommo Pontefice e un comunista ateo che approvava con entusiasmo l'invasione sovietica dell'Ungheria. E trovo estremamente fastidiose le citazioni che il presidente della CEI fa di Napolitano. Preferirei citasse piuttosto Nostro Signore.
RispondiEliminaChi ha rifiutato di firmare il decreto legge che avrebbe salvato la vita a Eluana?
RispondiEliminaAlberto
Per fortuna il Papa e' più tollerante di molti suoi fedeli
RispondiEliminaLeggo solo ora....ma mi accodo al commento di Alberto, e poi, dopo le ultime dichiarazioni sullo "scatto di volontà" di Monicelli, sinceramente, ci vedo l'abisso fra il Papa e Napolitano....
RispondiEliminaVoi non ve ne rendete conto ma si sente che vi sentite superiori agli altri.
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