«Urge l'impegno di tutti per opporsi all'odio»
Giovanna Chirri
CITTÀ DEL VATICANO
Ventuno cristiani assassinati venerdì in Egitto, dopo il sangue sul Natale dei cristiani in Nigeria e dopo le bombe sui cristiani di Baghdad alla vigilia di San Silvestro.
I fatti e un'impressionante contabilità di morti sembrano dar ragione a Benedetto XVI che, primo Papa a parlare in un discorso pubblico di «cristianofobia», ha intensificato i propri appelli per la tutela delle minoranze cristiane nel mondo. E anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha detto con forza «basta persecuzioni contro i cristiani nel mondo», in un messaggio inviato al Papa.
Alessandria d'Egitto, venerdì notte, una autobomba esplode all'esterno di una chiesa durante la messa, muoiono almeno 21 copti ortodossi. L'attentato arriva a meno di due mesi dalle minacce dell'ala irachena di al Qaida che, dopo aver rivendicato il sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Bagdad del 31 ottobre, aveva minacciato la comunità copta egiziana. In Egitto vive la più importante comunità cristiana del Medio oriente e una delle più antiche: i copti, in maggioranza ortodossi. L'attentato, per il quale finora non c'è una rivendicazione, per il quale il presidente Mubarak ha parlato di «mani straniere» e che è stato condannato anche dai musulmani egiziani, mette a rischio le celebrazioni del Natale secondo il calendario ortodosso, il prossimo 7 gennaio.
Il Papa, ha detto il suo portavoce padre Federico Lombardi, «è stato informato ed è profondamente colpito e addolorato da questi avvenimenti. Si vede che il disegno dell'odio non vuole dar tregua nella sua lotta omicida contro la vita delle persone e la pace. Si stanno versando fiumi di sangue innocente. È necessario l'impegno di tutti per opporsi efficacemente all'odio».
Benedetto XVI nella messa per il primo dell'anno celebrata nella basilica di San Pietro aveva ieri mattina rinnovato il proprio «pressante invito» a lottare contro «soprusi, discriminazioni e intolleranza religiosa che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani», sollecitando i «responsabili delle nazioni» a passare dalle «parole» a un «impegno concreto e costante».
All'Angelus Benedetto XVI ha inoltre denunciato come la libertà religiosa, una delle condizioni per la pace, sia minacciata da «fondamentalismo» e «laicismo», il primo che vorrebbe imporre la fede a tutti, il secondo che vorrebbe eliminarla e confinarla nella sfera privata.
© Copyright Gazzetta del sud, 2 gennaio 2011
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domenica 2 gennaio 2011
I fatti e un'impressionante contabilità di morti sembrano dar ragione a Benedetto XVI che, primo Papa a parlare in un discorso pubblico di «cristianofobia», ha intensificato i propri appelli per la tutela delle minoranze cristiane nel mondo (Chirri)
1 commento:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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Queste notizie sono tristissime, addolora davvero moltissimo sapere che ancora oggi ci sono cristiani che rischiano ogni momento la vita per poter vivere la loro fede. Siamo però certi che abbiamo nuovi santi martiri che con il loro sacrificio rafforzano e confermano la nostra fede in Gesù Cristo e ci aiutano ad impegnarci per l'affermazione del vero Bene in questo mondo. Ho l'impressione che, come avviene in ogni famiglia,dove gli avvenimenti tristi spesso riavvicinano e cementificano gli affetti, anche nella Chiesa queste persecuzioni ci uniscono e ci spingono ancora di più a stringerci intorno al Santo Padre per sentirci più forti nell'amore di Cristo e meno vulnerabili agli attacchi del maligno.
RispondiEliminaBuon giorno e buon anno a tutti voi e in modo speciale al nostro amato Papa. che davvero la nostra Speranza possa invadere il mondo! maria Pia