Il Papa ai piccoli malati: «Vi voglio bene»
La visita di Benedetto XVI al Gemelli. L'incontro con i bimbi ricoverati in pediatria e le loro famiglie e la benedizione del Centro spina bifida
di Emanuela Micucci
Piccoli e deboli. Nelle incubatrici. Intorno macchinari dai suoni incessanti. Il Papa guarda i 18 neonati prematuri dietro il vetro della terapia intensiva e si commuove. È il momento più intenso della visita di Benedetto XVI al Policlinico Agostino Gemelli, mercoledì scorso (5 gennaio 2010). Un pomeriggio di festa ed emozione tra i bambini ricoverati nei reparti del Dipartimento di pediatria per dire loro che «vi voglio bene e che – spiega il Pontefice - vi sono vicino con la mia preghiera e il mio affetto, anche per darvi forza nell’affrontare la malattia».
Di nuovo vicino ai piccoli malati di un nosocomio di Roma dopo la visita, il 30 settembre 2005, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Perché «Dio stesso si è fatto come voi bambino – aggiunge – per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che in ogni bambino porta il suo volto». E il Papa ha scelto la vigilia dell’Epifania, festa a Roma dedicata in modo speciale ai bambini, «anche per fare un po’ come i Magi, che portarono a Gesù dei doni, oro, incenso e mirra, per manifestargli adorazione e affetto».
Puntuale, alle 17.15, il Santo Padre varca per la quarta volta il cancello della struttura, la seconda in forma pubblica. Ad accoglierlo il cardinale vicario Agostino Vallini, il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, la dirigenza dell’ateneo e molte persone dietro le transenne. Subito sale al Dipartimento di pediatria, accompagnato dal direttore Costantino Romagnoli. Si ferma con ciascuno dei 53 bimbi ricoverati nelle tre sezioni. Si informa sulla loro salute e la cura. «Ha portato parole di conforto e di solidarietà per i genitori – racconta Claudia Rendeli, coordinatrice del Centro spina bifida –. È stato molto dolce con i bambini. Ha consegnato carillon e peluche per i più piccoli, libri per i più grandi, un pacco con i dolci e la calza della Befana». Una bambina molto piccola gli si è buttata al collo, l’ha baciato dicendogli «grazie perché era proprio la bambola che volevo per Natale».
Durante la visita alla terapia intensiva neonatale il Pontefice riceve in dono dall’associazione genitori dei bambini prematuri del Gemelli (Genitin) una maglietta con il logo dell’onlus e la scritta in tutte le lingue “Nati per vivere”. «La presenza del Papa è un aiuto per le famiglie a sperare, dà un orientamento – spiega Franco Sciarretta, presidente Genitin –. Nella terapia intensiva è continua l’incertezza sull’esito del ricovero, si perde contatto con la realtà».
Il clima di familiarità prosegue nella hall del Policlinico per la parte pubblica della visita. Ad accogliere il Pontefice i canti natalizi dei piccoli del Centro spina bifida, che il Santo Padre ha benedetto poco prima. «Un’esperienza entusiasmate – afferma padre Angelo –. Per 4 giorni, ogni sera, abbiamo preparato i 3 canti». «Nei bimbi c’è un grande entusiasmo», aggiunge Katia Mosconi, mamma di Francesco. «Siamo solo 5 voci», si preoccupano Roxana e Carla, 11 e 6 anni. A salutare Benedetto XVI è Francesca, adolescente in carrozzina, che legge una lettera a nome di tutti i bambini: «La tua visita ci ha dato tanta gioia, nuova forza». I ragazzi donano al Papa 3 statuine pregiate dei Magi. E il Santo Padre consegna a ognuno un regalo «perché sentiate – spiega –, attraverso un piccolo segno, la simpatia, la vicinanza, l’affetto del Papa. Ma vorrei che tutti, adulti e bambini, in questo tempo di Natale, ricordassero che il più grande regalo l'ha fatto Dio a ciascuno di noi». Poi, il dono di Ornaghi al Papa: copia anastatica di uno spartito autografo di Licinio Refice, grande compositore dei primi del Novecento e maestro di cappella della basilica liberiana..
«Il Santo Padre porta il sorriso del Signore ai bambini sofferenti – commenta il cardinale Vallini –, gli manifesta la tenerezza di Dio». Il vescovo Armando Brambilla, ausiliare per l’assistenza religiosa negli ospedali romani, sottolinea «il sostegno e l’incoraggiamento al personale per l’impegno a favore della vita». «Tutti i malati del Policlinico – afferma suor Carla, caposala – sono emozionati per la presenza del Papa».
© Copyright RomaSette, 7 gennaio 2011
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