sabato 1 gennaio 2011

Il Papa alla Messa della Solennità della Madre di Dio: la guerra è il "volto orrendo della storia", libertà religiosa diritto intoccabile (Radio Vaticana)

Il Papa alla Messa della Solennità della Madre di Dio: la guerra è il "volto orrendo della storia", libertà religiosa diritto intoccabile

Le parole non bastano, le nazioni si impegnino in un rinnovato “spirito di pace” perché l’umanità cessi di essere travolta dalle sofferenze prodotte dalla guerra. E’ uno dei pensieri più intensi espressi questa mattina da Benedetto XVI durante l’omelia della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, presieduta nella Basilica di San Pietro. Riferendosi alla 44.ma Giornata Mondiale della Pace che si celebra oggi sul tema “Libertà religiosa, via per la pace”, il Papa ha anche invitato alla tutela dei cristiani troppo spesso vittime di violente discriminazioni. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La pace che Dio ha donato con suo Figlio al mondo rischia ogni giorno di essere soffocata dalle guerre, che sono “il volto orrendo della storia”. Violenze che mettono a rischio interi popoli e, fra loro, la comunità cristiana troppo spesso discriminata. Per cui non “bastano le parole”, ma serve che le nazioni agiscano con un rinnovato “spirito di pace”. Tra l’incenso e i ritmi senza tempo della solenne celebrazione mariana di inizio d’anno sociale, Benedetto XVI porta chi lo ascolta direttamente nel cuore del tempo che invece si fa cronaca e, troppo spesso, dramma. Il Papa ha alternato il fulcro dell’omelia tra il cielo, da dove, ha detto, arriva la pace – “dono messianico per eccellenza”, segno della benevolenza di Dio per l’uomo e della “mediazione” incessante operata dalla Madre di Dio – e il pianeta sul quale persistono purtroppo “logiche di guerra” non “del tutto superate”, che fanno sì che da oltre 40 anni la Chiesa elevi, il primo giorno di ogni anno, “una corale preghiera per invocare la pace”:

“E’ bene iniziare un nuovo tratto di cammino ponendosi con decisione sulla via della pace. Oggi, vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini, donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento della storia. Noi oggi preghiamo affinché la pace (…) possa giungere ovunque (…) Per questo, specialmente con la nostra preghiera, vogliamo aiutare ogni uomo e ogni popolo, in particolare quanti hanno responsabilità di governo, a camminare in modo sempre più deciso sulla via della pace”.

Perché ciò sia realizzabile non bisogna dimenticare, ha ripetuto il Pontefice, che “il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale e internazionale giusto e pacifico”. Una considerazione che Benedetto XVI ha legato a quanto affermato nel Messaggio per l’odierna Giornata mondiale della pace, il cui titolo recita “Libertà religiosa, via per la pace”:

“Ho sottolineato, pertanto, che ‘la libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel tempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice’”.

E anche se ciò non trova sempre gli auspicati riscontri nei fatti di ogni giorno, il Papa ha asserito con forza:

“L’umanità non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza; non deve fare l’abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli. Di fronte alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, ancora una volta rivolgo il pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione”.

Di qui, un nuovo invito alla Chiesa, sempre schierata sul fronte della pace e ringraziata dal Pontefice anzitutto in quei suoi primi e più stretti collaboratori che lavorano, ha riconosciuto, in favore “di una pacifica convivenza tra i popoli”. E quindi, una esortazione, decisa, alle autorità di governo nazionali e internazionali, poiché la pace, ha osservato, è un traguardo per raggiungere il quale le sole intenzioni sono insufficienti:

“Per questo difficile compito non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente”.

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