Papa/ Tra cristiani non basta pacifica convivenza,unità sia vera
Ieri invito a luterani a non celare divergenze su vita e famiglia
La "ricerca del ristabilimento dell'unità tra i cristiani divisi" non può "ridursi ad un riconoscimento delle reciproche differenze ed al conseguimento di una pacifica convivenza": lo precisa il Papa nei vespri celebrati nella basilica di San Paolo fuori le Mura per la chiusura della settimana dell'unità dei cristiani.
"Ciò a cui aneliamo - ha detto Benedetto XVI con un discorso che boccia un certo 'buonismo' ecumenico - è quell'unità per cui Cristo stesso ha pregato e che per sua natura si manifesta nella comunione della fede, dei sacramenti, del ministero.
Il cammino verso questa unità deve essere avvertito come imperativo morale, risposta ad una precisa chiamata del Signore.
Per questo occorre vincere la tentazione della rassegnazione e del pessimismo, che è mancanza di fiducia nella potenza dello Spirito Santo. Il nostro dovere è proseguire con passione il cammino verso questa meta con un dialogo serio e rigoroso per approfondire il comune patrimonio teologico, liturgico e spirituale; con la reciproca conoscenza; con la formazione ecumenica delle nuove generazioni e, soprattutto, con la conversione del cuore e con la preghiera". Il Papa ha ammesso: "Sappiamo bene che siamo ancora lontani da quella unità per la quale Cristo ha pregato". Solo ieri, nell'udienza concessa ad una delegazione dei luterani tedeschi, ad esempio, Papa Ratzinger ha affermato che bisogna evitare di "tacere o tralasciare" "questioni problematiche emerse di recente in merito alla difesa e alla dignità della vita umana, così come le urgenti domande sulla famiglia, la coppia e la sessualità", "solo al fine di non danneggiare il consenso ecumenico sin qui raggiunto".
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