giovedì 6 gennaio 2011

Il Papa: L'universo non è il risultato del caso. La replica di Margherita Hack (Repubblica)

Papa: "L'universo non è casuale"
Hack: "Differenze inconciliabili"


ROMA - Nell'omelia della messa dell'Epifania, Benedetto XVI ha puntato il dito contro le teorie scientifiche che negano l'esistenza di un disegno divino dietro la creazione dell'universo. "L'universo non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere" ha detto Ratzinger. "Contemplandolo - ha continuato il Papa - siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del Creatore, l'inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi". Ma Benedetto XVI apre alla visione scientifica dell'universo: "Non dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che - se guardiamo bene - non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà", ha avvertito. Secondo il Pontefice, "nella bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare a meno di farci guidare da essa fino all'unico Dio, creatore del cielo e della terra".

La supernova e i Re Magi. Il Papa si è soffermato sul mistero della stella che guidava i re Magi: "Lungo i secoli", ha ricordato Ratzinger, "la domanda su che tipo di stella era è stata oggetto di discussione tra gli astronomi". "Keplero riteneva che si trattasse di una 'nova' o una 'supernova', cioè di una di quelle stelle che normalmente emanano una luce debole, ma che possono avere improvvisamente una violenta esplosione interna che produce una luce eccezionale". E conclude: "Certo, cose interessanti - ha proseguito - Ma che non ci guidano a ciò che è essenziale per capire quella stella". Il Papa ha invitato a ricordare che "quegli uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua 'firma' nella creazione. Ma, da uomini saggi" conclude Ratzinger, "sapevano pure che non è possibile incontrarlo con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà".

La replica di Margherita Hack. Commentando le affermazioni di Papa Benedetto XVI, l'astrofisica Margherita Hack ricorda che le interpretazioni circa l'origine dell'Universo portano "inevitabilmente a posizioni inconciliabili" tra credenti e non credenti. "Certamente il Papa vede l'Universo come opera Dio, mentre gli scienziati - ha affermato Hack - cercano di capire come esso possa essersi originato a partire da particelle elementari". E "naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è basato sulla fede, quello degli scienziati è invece fondato sull'osservazione". Secondo l'astrofisica, la differenza non è solo nel metodo, ma nello scopo della ricerca, diverso per la scienza rispetto alla religione. "Gli scienziati", ha sottolineato, "non pretendono di rispondere alla domanda su che senso abbia l'Universo, ma lo accettano così com'è e cercano di capirlo e studiarlo". "Ci sono scienziati credenti", ha detto ancora Hack, "che partono dal presupposto che l'Universo sia comunque frutto di Dio ma cercano di capire come funziona, e ci sono scienziati non credenti che invece non accettano tale impostazione".

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C'e' una parte dell'omelia che Repubblica omette:

"Non dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che – se guardiamo bene – non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà"

La differenza sta proprio qui: il Papa non nega il valore della scienza e afferma che essa e la fede non sono in concorrenza. La professoressa Hack, invece, nega la conciliabilita' fra ragione e fede e attribuisce valore solo alla scienza.
R.

5 commenti:

  1. La Hack capisce (volontariamente) poco quando afferma "E "naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è basato sulla fede, quello degli scienziati è invece fondato sull'osservazione"."

    Invece no, in questo caso preciso il discorso del Papa è basato sulla ragione mentre quello degli scientifici si limita al fenomeno fisico. Se questa signora fosse stata intellettualmente onesta avrebbe dovuto scrivere:
    "E "naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è basato sulla ragione nella sua integralità, quello degli scienziati è invece fondato e limitato sull'osservazione dei fenomeni materiali"."

    In realtà poi, sono prprio i tipi come la Hack che cercano di costruire modelli o fare ipotesi che poco hanno a che vedere con il loro mestiere di scienziato e, anzi, lo tradiscono.

    SdC

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  2. Sarebbe bello se la Hack dicesse che si tratta di ALCUNI scienziati che la pensano come la pensa lei.

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  3. se si limitasse solo all'osservazione dei fenomeni fisici la prof.ssa Hack dovrebbe constatare che non ha le prove dell'esistenza di Dio, ma nemmeno quelle della sua non esistenza. Non ha la certezza provata e sperimentale dell'assenza e dell'inutilità di Dio, per il resto ciò che lei non crede non può diventare dogma di scienza
    L'altra sera a Matrix su canale 5 è andato in onda un approfondimento su Medjugorie. Naturalmente, insieme ad altri illustri scettici del mondo della scienza, non poteva mancare l'ormai "nostro" Odifreddi (la sua ossessione contro la Chiesa lo porta ad occuparsene quasi più di noi, e in fondo a tenerne vivo l'interesse ) per il quale le apparizioni in generale altro non sarebbero che fenomeni psichedelici. Mai una volta che li sfiori il dubbio a costoro, solo disprezzo per ciò che loro non vedono, anche se non riescono a dimostrare che è falso. Anche questo è ' il "con te non parlo perchè ciò che pensi non esiste," tipico in fondo degli integralismi, che non si illudano, non è solo religioso

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  4. Concordo con GEMMA, anzi! Anche il Santo Padre denuncia questo "con te non parlo perchè ciò che pensi non esiste" che è la radice di quell'atteggiamento intollerante del laicismo ateistico che riscontriamo nelle nostre società occidentali.

    SdC

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  5. Che squallore, questa contesa tra Fede, Ragione e Scienza espressa come la leggo: una specie di “chi è nato prima, l’uovo o la gallina”, che coinvolge anche i commenti dei credenti.
    La verità la dice Hack, ma non sa di dirla, perché non crede.
    I due punti di vista (quello del Papa e quello di Hack) sono uguali, non diversi!
    Guardano infatti nella stessa direzione solo che l’una guarda un po’ più in qua, l’altro un po’ più in là.
    E lo dice la Hack, non solo il Papa, che chi crede guarda l’Universo come opera di Dio.
    E’ la Hack che continua dicendo che gli scienziati cercano di capire come possa essersi originato l'universo a partire da particelle elementari.
    E’ la Hack che dice che il Papa si basa sulla fede, ed è sempre lei che dice che gli scienziati si basano sull’osservazione.
    E’ la Hack che dice che gli scienziati non rispondono alla domanda sul senso dell’universo, ma che cercano di capirlo e studiarlo.
    E’ la Hack che dice che gli scienziati credenti partono dal presupposto della creazione dell’universo e cercano di capire come funziona e scienziati non credenti che non accettano tale impostazione.
    Dice pure (ma non è virgolettato) che la differenza non sta nel metodo ma nello scopo della ricerca.
    Lo leggete anche voi o lo vedo solo io il “dramma” della Hack che ha fatto scopo della sua vita conoscere quell’istante.
    Leggiamo daccapo.
    Hack dice: Gli scienziati cercano di capire come si possa essere originato l’universo. E cioè? Cercano di dimostrare… l’esistenza di Dio, ma lei non lo sa.
    Perché fino a che la ricerca ha in mano la “materia” le “particelle elementari” è già “creato” e non risponde alla domanda fondamentale.
    Cercando di andare più in là, però, dove e quando la materia non c’è (o non c’era), è lì il “dramma”: senza materia non c’è più la “scienza”, e la scienziata si smarrisce perché non crede.
    Gli scienziati cercano di osservare… Ma scusate! Osservare è forse il contrario di credere?
    Dice Margherita Hack, gli scienziati cercano di Capire e Studiare, non pretendono di rispondere alla domanda sul senso dell’Universo ma lo accettano così com’è! Lo accettano, dice. Capite? dice: lo accettano.
    Ma non sa cosa sta accettando, non sa che Dio non è un Mago che avrebbe fatto la materia senza le leggi della materia, e noi adesso studieremmo la materia indipendentemente da Dio. Dio ha creato la materia e quindi ha anche creato le sue leggi! Siamo noi che non le conosciamo “tutte” e le stiamo cercando piano piano le leggi create da Dio.
    Lo scienziato può andare indietro nel tempo e nella formazione dell’universo fino a dove vuole, perché cerca sempre nel creato, nel visibile. L’istante prima del Big-ben la materia era… invisibile e perciò hai voglia ad "osservare" con gli occhi della “fisica”.
    Insomma. Dove guarda la Fede il creato non era stato creato e perciò non c’era nemmeno la scienza. Dove guarda la scienza il creato c’è già, ed è già visibile e perciò dà la possibilità di ignorare il Creatore!
    Perciò credere nella scienza è credere in Dio, e credere in Dio è credere nella scienza.
    Basta solo guardare contemporaneamente PRIMA E DOPO il big-ben e cioè: guardare all’ETERNITA’.
    Ma per fare questo devi credere nella Resurrezione da Morte di Cristo, rivelazione di Dio che risponde alla domanda che Margherita Hack si fa senza saperlo.
    Grazie per avermi sopportato fin qua.

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