Le Chiese Orientali celebrano il Natale tra imponenti misure di sicurezza. In Egitto la solidarietà di molti musulmani ai copti
Le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano celebrano oggi il Santo Natale. Ai fratelli e alle sorelle di queste comunità Benedetto XVI ha espresso ieri, dopo l’Angelus, i suoi più fervidi auguri. “La bontà di Dio – ha detto il Papa - rafforzi in tutti la fede, la speranza e la carità, e dia conforto alle comunità che sono nella prova”. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, riferendosi in particolare alla strage di Capodanno in Egitto ha affermato che la serie di attacchi contro i cristiani “appare sempre di più come un piano particolarmente malvagio di pulizia religiosa nel Medio Oriente”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Le Chiese Orientali celebrano oggi la nascita di Gesù affidando ogni speranza al Salvatore, il “Principe della pace”. Ma le celebrazioni natalizie si svolgono, in vari Paesi, tra imponenti misure di sicurezza per il timore di possibili attentati. In Medio Oriente i fedeli sono protetti da militari in assetto da combattimento. In Iraq, nella città di Mosul, le forze di sicurezza hanno trovato diversi ordigni e alcune cinture cariche di esplosivo nei pressi di una chiesa ortodossa. Anche in Europa poliziotti e agenti sorvegliano gli ingressi dei luoghi di culto. A far alzare il livello di allarme sono nuove minacce di integralisti legati ad Al Qaeda. Ma i timori non fermano i fedeli. In Egitto, in particolare, la comunità copta ha partecipato, nella notte, alle celebrazioni per la Veglia tra imponenti misure di sicurezza. Shenouda III, Papa di Alessandria e Patriarca dell'Episcopato di San Marco, ha ricordato nell’omelia le vittime dell’attentato di capodanno costato la vita a 23 persone e tutti i cristiani uccisi in nome della fede in vari Paesi. Anche la popolazione non cristiana ha manifestato la propria vicinanza. In Egitto molti fedeli musulmani hanno partecipato infatti alle funzioni natalizie per sottolineare la loro solidarietà nei confronti dei copti. Rigide misure di sicurezza sono state predisposte infine anche in Russia. Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha celebrato nella notte la tradizionale liturgia della Veglia nella Cattedrale di Cristo Salvatore alla presenza di migliaia di persone, tra cui il presidente della Federazione russa Dimitri Medvedev. Nell’omelia il Patriarca ha detto che Dio, in risposta alle preghiere, “entra nella vita dell’uomo, lo sostiene per mano, ne rafforza la mente, l’animo e il corpo”. Ora come non mai – ha concluso il Patriarca – l’uomo “ha bisogno dell’aiuto di Dio, del Suo amore e della Sua misericordia”.
Per la comunità copta, in particolare, le celebrazioni per il Natale sono dunque accompagnate dalle preghiere per le vittime della strage compiuta a capodanno ad Alessandria. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il vescovo della diocesi copto-ortodossa di San Giorgio a Roma, mons. Barnaba El Soryany:
R. – Noi abbiamo celebrato il Santo Natale nella notte, con la tristezza e le lacrime agli occhi, per l’attentato di Capodanno, in cui sono state uccise 23 persone della nostra comunità di Alessandria. Oggi c’è l’incontro con le famiglie, ma quest’anno a Natale non ci saranno auguri, perché il Natale per noi è spento: mancano la felicità e la gioia dei Natali passati.
D. – Un Natale spirituale, scandito dalla preghiera, dal pensiero costante in particolare alla comunità così colpita di Alessandria d’Egitto ...
R. – Certo, c’è stata soltanto la cerimonia liturgica del Natale, solo la cerimonia.
D. – Ieri anche il Papa all’Angelus ha ricordato le Chiese Orientali. Il Santo Padre ha espresso la propria vicinanza a queste comunità che sono messe duramente alla prova ...
R. – Siamo molto, molto grati per tutto quello che fa Papa Benedetto XVI per tutti i cristiani in Medio Oriente: ha convocato il Sinodo speciale per il Medio Oriente, aiuta la nostra comunità, si fa portavoce in tutta la comunità internazionale per proteggere i nostri fedeli in tutto il Medio Oriente. Il dialogo poi tra cattolici e ortodossi esiste dal ’73, quando Sua Santità Papa Shenouda venne in Vaticano, ai tempi di Papa Paolo VI. Abbiamo fatto passi importanti e vedo che tra le Chiese adesso – grazie a Dio - abbiamo fatto tanto e speriamo che si possa andare avanti nel tempo con questo dialogo.
D. – Come lei ha detto “un Natale purtroppo spento”; ma qual è la luce che si può accendere comunque anche in questo momento così difficile?
R. – Noi auguriamo a tutti i cristiani del mondo un anno sereno e tranquillo e portiamo la voce della pace a tutto il mondo. Il nostro messaggio, quest’anno, è: “Basta violenza! Basta terrorismo! Basta sangue!”. Io aggiungo soltanto che domenica prossima, 9 gennaio, dalle 14 alle 16, la comunità copta ortodossa cristiana a Roma farà una manifestazione in Piazza della Repubblica di solidarietà con i nostri fratelli cristiani in Egitto. (ap)
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