Il Papa accetta la rinuncia del cardinale Sfeir
Il ringraziamento di Benedetto XVI: testimone d’amore e di fedeltà a Cristo
Il porporato che compirà 91 anni a maggio, di cui 60 anni da sacerdote e quasi 50 da vescovo, ha rinunciato all’ufficio di patriarca di Antiochia dei Maroniti
DA ROMA GIANNI CARDINALE
Benedetto XVI ha accettato a norma del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, la rinuncia all’ufficio di patriarca di Antiochia dei Maroniti presentata dal cardinale libanese Nasrallah Pierre Sfeir che il prossimo 15 maggio compirà 91 anni.
Il Codice che regola la vita interna delle Chiese orientali in piena comunione con Roma prevede infatti che «la Sede patriarcale diventa vacante con la morte o con la rinuncia del patriarca». E che «competente ad accettare la rinuncia del patriarca è il Sinodo dei vescovi della Chiesa patriarcale, dopo aver consultato il Romano Pontefice, a meno che il patriarca non si sia rivolto direttamente al Romano Pontefice». Nelle Chiese orientali i patriarchi e gli arcivescovi maggiori, al contrario dei semplici vescovi, non sono tenuti a presentare le dimissioni al compimento del 75° anno.
In una lettera al porporato firmata e pubblicata ieri, Benedetto XVI ricorda i suoi 60 anni di sacerdozio, «testimonianza di fedeltà e di amore per Gesù Cristo», e i quasi 50 anni di episcopato, di cui 25 alla guida della Chiesa maronita. «Lei – scrive il Papa – ha iniziato il nobile ministero di patriarca di Antiochia dei Maroniti nella tormenta della guerra che ha insanguinato il Libano per troppi anni.
È con l’ardente desiderio di pace per il suo Paese che ha guidato questa Chiesa e percorso il mondo per consolare il suo popolo costretto a emigrare. Infine – continua il messaggio – la pace è tornata, sempre fragile, ma ancora presente ». Nella sua lettera a Sfeir, Benedetto XVI ricorda che mercoledì scorso, a coronamento dell’anno consacrato al 1600° anniversario della morte di san Marone, ne ha benedetto la statua collocata in una nicchia della Basilica di San Pietro, «ho quindi – aggiunge – potuto salutare lei, come pure il presidente della Repubblica del Libano e numerosi vescovi e fedeli». «Lei ha scelto – prosegue il Papa – di rinunciare all’ufficio di patriarca di Antiochia dei Maroniti in questa circostanza molto particolare. Ora accetto la sua decisione libera e generosa, che è espressione di grande umiltà e profondo distacco. Sono certo che accompagnerà sempre il cammino della Chiesa maronita con la sua preghiera, il suo saggio consiglio e i sacrifici».
Quella cattolica maronita è la più numerosa comunità cristiana del Libano, che continua ad avere una situazione politico-istituzionale molto delicata. E in questo contesto il Sinodo dei vescovi maroniti dovrà scegliere il successore di Sfeir. Il nuovo patriarca poi, appena eletto, dovrà richiedere la comunione ecclesiastica al Papa. E non potrà convocare il Sinodo o ordinare nuovi vescovi prima di averla ricevuta.
© Copyright Avvenire, 27 febbraio 2011
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