domenica 27 febbraio 2011

Il Papa: Impariamo a vivere secondo uno stile piu' semplice e sobrio. La fede è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo (Izzo)

PAPA: IMPARIAMO STILE DI VITA SEMPLICE E SOBRIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 feb.

"Impariamo a vivere secondo uno stile piu' semplice e sobrio, nella quotidiana operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia".
E' stato questo l'auspicio che Benedetto XVI ha consegnato agli oltre 50 mila fedeli che oggi gremivano piazza San Pietro, concludendo il breve discorso che ha preceduto l'Angelus. Nel Vangelo, ha spiegato, "il Signore vuole far capire con chiarezza che non si puo' servire a due padroni: Dio e la ricchezza. Chi crede in Dio, Padre pieno d'amore per i suoi figli, mette al primo posto la ricerca del suo Regno, della sua volonta'".
Un insegnamento di Gesu', ha aggiunto, che "pur rimanendo sempre vero e valido per tutti, viene praticato in modi diversi a seconda delle diverse vocazioni: un frate francescano potra' seguirlo in maniera piu' radicale, mentre un padre di famiglia dovra' tener conto dei propri doveri verso la moglie e i figli". "In ogni caso, pero' - ha concluso il Pontefice - il
cristiano si distingue per l'assoluta fiducia nel Padre celeste, come e' stato per Gesu'".

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PAPA: LA FEDE NON E' FATALISMO E NON LIBERA DA IMPEGNO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 feb.

"La fede è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo".
Lo ha affermato Benedetto XVI ricordando - nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus - che credere nella Provvidenza "non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera
dall'affanno per le cose e dalla paura del domani".
Con questa riflessione il Papa ha commentato l'affermazione del Vangelo sul fatto che Dio non abbandona mai le sue creature. "Di fronte alla situazione di tante persone, vicine e lontane, che vivono in miseria, questo discorso di Gesu' - ha osservato Ratzinger - potrebbe apparire poco realistico, se non evasivo". Ma, ha spiegato il Pontefice teologo, "e' proprio la relazione con Dio Padre che dà senso a tutta la vita di Cristo, alle sue parole, ai suoi gesti di
salvezza, fino alla sua passione, morte e risurrezione".
"Gesu' - dunque - ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in Cielo, immerso nella misericordia di Dio".

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