Su segnalazione di Laura leggiamo:
Una fiumana umana
a cura di Gianfranco Ravasi
Il maggior pericolo non è tanto la tendenza della massa a comprimere la persona, ma la tendenza della persona a precipitarsi ad annegare nella massa. Se in un pomeriggio di festa come oggi si dovesse contemplare dall'alto piazza Duomo e le vie adiacenti, a Milano, o via del Corso e le traverse che raggiungono piazza di Spagna, a Roma, si avrebbe l'incarnazione della metafora «una fiumana umana». È, infatti, una sorta di vortice che dilaga in ondate di corpi che si muovono compatti, spinti dalla deriva che lascia ai bordi solo i detriti dei venditori ambulanti o dei mendicanti. Ancor più impressionante è la metafora del «branco», applicata soprattutto ai giovani, rappresentazione di un «collettivo» che contiene nel suo grembo germi ferini di violenza (chi non ricorda Arancia meccanica?). Una finissima interprete dell'esistenza come Simone Weil, ebrea parigina di straordinaria intelligenza e spiritualità, ci mette impietosamente - nel passo da noi tratto dai suoi Scritti di Londra - di fronte a un'amara verità. Se è vero che la massa schiaccia e talora annulla la persona, è ancor più vero che sotto quello schiacciasassi molti si distendono quietamente aspettando di essere «spianati» da ogni loro identità o, per stare all'immagine della fiumana, vi accorrono per annegarvisi. L'avere una convinzione propria e tenerla ben eretta come una fiaccola sopra la marea delle teste «omologate» è un impegno serio e severo. La folla anonima può persino essere un orizzonte sicuro in cui riparare, dissolvendo in essa non solo le proprie paure, ma anche la fede, l'identità e la coerenza. La massa o la grigia collettività non è mai da scambiare con la comunità viva in cui le diversità creano armonia nell'unità.
© Copyright Avvenire, 6 febbraio 2011
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domenica 6 febbraio 2011
3 commenti:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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buona domenica a tutti, specie a te, cara.
RispondiEliminaNaturalmente questo articolo sarà percepito con tutte le sue sfumature da chi sa il tedesco ma anche con i mezzi del sig. Google si coglie che , vivvaddio, ci sono cattolici in Germania che ne hanno pieni i penduli della gilda dei teologi tedeschi che da protestanti fanno finta di recitare cattolico
http://www.kath.net/detail.php?id=30024
Buona domenica a te e grazie :-)
RispondiEliminaR.
Fino alla scelta del nuovo arcivescovo di Milano avremo "una fiumana" di interventi del card Ravasi!
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