Così comunicatori e testimoni
In questi giorni la plenaria del dicastero guidato da Celli: «I cristiani si distinguano per lo stile con cui usano i nuovi mezzi e linguaggi»
Fabrizio Mastrofini
DA ROMA
Andare là dove si trovano gli uomini e le donne del nostro tempo, in particolare i giovani e dunque privilegiare internet e le esperienze di relazione e comunicazione in rete per annunciare il Vangelo.
È la strada che sta perseguendo il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, che da ieri e fino al 3 marzo è riunito in Vaticano per l’assemblea plenaria.
Al centro del dibattito ci sono gli spunti e le implicazioni dell’ultimo messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato «Verità, annuncio e autenticità di vita». In apertura dei lavori monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio, ha notato come «i linguaggi legati alle nuove tecnologie incidano profondamente sul modo di vivere, di pensare e di agire, ed esigono perciò una particolare attenzione da parte della Chiesa», che porta un universale messaggio di speranza. In questi giorni oltre alle riflessioni si uniscono le voci delle esperienze concrete e i progetti futuri, che vedono in prima fila le iniziative per la diffusione della prossima Giornata mondiale della gioventù. Si fa strada, inoltre, la sempre maggiore consapevolezza di quanto diventi importante un lavoro integrato tra i diversi enti vaticani impegnati nella comunicazione per diffondere una corretta informazione sulla presenza della Chiesa nel mondo e le motivazioni di fondo del suo agire a favore dell’umanità. Tra i diversi aspetti da affrontare in queste giornate, ha notato Celli, mettiamo al primo posto la necessità di «andare proprio alla radice del fatto comunicativo, cioè questo prendere consapevolezza che è un passaggio da uomo a uomo, da donna a donna, da un uomo a una moltitudine di uomini.
Questo è molto importante, perché esige che l’uomo sia sempre attento a ciò che lo guida, come a ciò che lo ispira, proprio nel rapporto con gli altri. Direi che il Papa, quest’anno, ha poi sottolineato anche cosa vuol dire avere uno stile cristiano nel mondo della comunicazione, che non è soltanto un parlare di tematiche religiose, ma è anche come l’uomo, che ha nel suo cuore il messaggio evangelico, – e quindi vive in comunione con il Signore Gesù – affronta il rapporto con gli altri». Uno dei temi al centro del dibattito di questi giorni esamina i modi di testimoniare con coerenza la propria fede non solo attraverso i contenuti in rete ma anche attraverso la valorizzazione del proprio «profilo digitale». Infatti è la maniera di porre scelte, preferenze, giudizi, che deve mostrare da subito che si è davanti a una testimonianza che attira e interessa altri utenti.
© Copyright Avvenire, 1° marzo 2011
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