martedì 29 marzo 2011

Decisioni del sinodo della Chiesa ortodossa russa. Il Patriarcato di Mosca avrà un Consiglio supremo (O.R.)

Decisioni del sinodo della Chiesa ortodossa russa

Il Patriarcato di Mosca avrà un Consiglio supremo

Mosca, 28. L'istituzione di un nuovo organismo collegiale al fine di svolgere regolari consultazioni tra i presidenti di tutte le commissioni sinodali: l'ha decisa nei giorni scorsi il sinodo della Chiesa ortodossa russa, riunitosi a Mosca sotto la presidenza del Patriarca Cirillo. L'idea di un Consiglio ecclesiale supremo -- questo il nome della nuova struttura -- risale al 1917, quando il Consiglio ecclesiale di tutta la Russia stabilì la creazione di un organismo simile, idea poi tramontata a causa della «rivoluzione d'ottobre», a cui seguirono decenni di persecuzioni per la Chiesa ortodossa, da parte del regime sovietico.
A febbraio il Consiglio episcopale, venendo incontro al desiderio del Patriarca Cirillo, ha ripreso in mano il progetto; nella prossima riunione verrà approvata la relativa normativa e si conoscerà la composizione ufficiale del Consiglio ecclesiale supremo. Ne dovrebbero comunque far parte diciotto membri: tra essi, il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, l'arciprete Vsevolod Chaplin, responsabile del Dipartimento sinodale per le relazioni tra Chiesa e società, e Vladimir Legoida, capo del Dipartimento per l'informazione, unico laico. I membri verranno nominati da Cirillo, che presiederà anche il nuovo organismo.
Il sinodo ha provveduto inoltre alla nomina dell'igumeno Filarete (Bulekov), fino ad ora rappresentante della Chiesa ortodossa russa al Consiglio d'Europa, a vice-presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. Al suo posto, a Strasburgo, andrà l'igumeno Filippo (Riabykh), attuale vice-presidente del dicastero.
La riunione ha affrontato diversi temi: dalla vita interna del Patriarcato alle relazioni esterne, dai rapporti tra Chiesa e società all'educazione teologica (al riguardo è stato approvato un piano di sviluppo dell'insegnamento religioso). All'esame del sinodo anche le procedure, più uniformi e trasparenti, relative alla perdita dei titoli e all'interdizione dei chierici. Presi in considerazione inoltre gli emendamenti al testo concernente le lettere di ordinazione, tenendo conto delle decisioni prese a febbraio dal Consiglio episcopale riguardo il clero celibatario.
Il sinodo ha poi deciso la creazione di due nuove diocesi nel Caucaso settentrionale: si tratta della diocesi di Pjatigorsk e Čerkessk, che includerà parrocchie del Territorio di Stavropol' e delle Repubbliche di Cabardino-Balcaria e di Karačajevo-Čerkessia, e della diocesi di Vladikavkaz e Mahačkala, che comprenderà parrocchie presenti in Ossezia settentrionale-Alania, Dagestan, Inguscezia e Cecenia.
E sempre dei giorni scorsi è l'annuncio che sessanta nuove chiese saranno presto costruite a Mosca su terreni liberi del Comune. A dare la notizia è stato lo stesso sindaco di Mosca, Sergey Sobianin, dopo un incontro con il Patriarca Cirillo. Il primo edificio potrebbe sorgere in prossimità del teatro Dubrovka, dove, nell'ottobre 2002, morirono centotrenta persone tenute in ostaggio da un commando armato ceceno. La chiesa verrà edificata in memoria delle vittime. «Salutiamo questa decisione senza precedenti», ha commentato il portavoce del Patriarcato, padre Vladimir Vigiljanskij, secondo cui, nella capitale russa, c'è una chiesa ortodossa ogni venticinquemila abitanti contro una media di una per diecimila abitanti nel resto del Paese. Dopo ottant'anni di ateismo sovietico, ha detto ancora il portavoce, «Mosca conta oggi trecentocinquanta chiese ortodosse, ossia un numero cinque volte inferiore rispetto a prima della rivoluzione bolscevica» del 1917.
Il Patriarcato si assumerà per intero il costo dei lavori. Le sessanta nuove chiese -- parte delle duecento che Cirillo si è impegnato a costruire nella capitale -- potranno accogliere, ciascuna, fra i cento e i cinquecento fedeli.

(©L'Osservatore Romano 28-29 marzo 2011)

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