L'incontro con i familiari delle vittime
È con una presenza fraterna e solidale che ebrei e cristiani, familiari delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, hanno reso partecipe il Papa della loro memoria condivisa di dolore per quella strage di sessantasette anni fa.
E Benedetto XVI, appena arrivato al sacrario, alle 10 di domenica 27 marzo, si è subito avvicinato ai parenti dei caduti per salutarli tutti. A uno a uno. Ogni persona si è presentata al Pontefice con il nome del proprio caro: «Mio padre è sepolto qui», «tra le vittime c'è mio fratello». Fra i presenti, in particolare, tantissimi bambini.
Il Papa ha portato in dono un cesto di rose rosse.
E ha visitato il luogo dell'eccidio con una guida d'eccezione: il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. C'era anche lui, allora diciannovenne, tra coloro che ritrovarono i corpi delle vittime procedendo all'opera di riconoscimento: qui cadde suo padre, il colonnello Giuseppe.
È venuto poi il momento della preghiera. Benedetto XVI si è inginocchiato davanti alle 335 tombe. Il rabbino Di Segni ha cantato in ebraico il salmo 123 e il Papa ha recitato il salmo 23, al termine del quale ha pregato «per i nostri fratelli che in questi luoghi sono stati uccisi senza pietà». Quindi ha visitato le tombe di Giuseppe Montezemolo, di don Pietro Pappagallo, unico sacerdote tra le vittime, e di Alberto Funaro, uno dei 76 ebrei uccisi. «Era mio zio -- ha detto al Papa il responsabile dell'ufficio rabbinico, che ne porta il nome -- e qui sepolto ho un altro parente». Infine il Pontefice ha firmato il libro dei visitatori illustri scrivendo in latino un verso del salmo 23, Non timebo quia Tu mecum es, «non temerò perché Tu sei con me», e in italiano il proprio nome. Al mausoleo ha lasciato in dono il trittico delle medaglie del Pontificato.
Lo hanno accompagnato nella visita il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura, monsignor Georg Gänswein, segretario particolare, e Patrizio Polisca, medico personale.
Erano inoltre presenti Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, il generale Vittorio Barbato, commissario generale per le onoranze ai caduti in guerra, Francesco Sardone, direttore del mausoleo, e Rosina Stame, presidente dell'associazione nazionale tra le famiglie dei martiri caduti per la libertà della patria.
(©L'Osservatore Romano 28-29 marzo 2011)
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