Folla di fedeli a S. Pietro per la beatificazione
Il feretro di Giovanni Paolo II traslato in Basilica questa mattina davanti all'altare centrale
CITTA' DEL VATICANO
La teca contenente le spoglie mortali di Giovanni Paolo II è stata traslata questa mattina dalle Grotte Vaticane all'interno della Basilica, e posta davanti all'Altare centrale, detto "della Confessione", in attesa della cerimonia di beatificazione presieduta da Benedetto XVI in Piazza San Pietro. Dopo la cerimonia, prima il Papa e i cardinali, poi le delegazioni ufficiali, e infine il "serpentone" dei fedeli sfileranno dinanzi al feretro per la venerazione. Quando il flusso sarà terminato la teca sarà collocata nella cappella di San Sebastiano, vicino alla Pietà di Michelangelo. L'operazione é prevista nella serata di domani, dopo la chiusura della Basilica.
E' trascorsa nelle piazze e nelle chiese, tra canti, danze, momenti di riflessione e qualche ora di sonno all'addiaccio, la notte bianca di preghiera delle centinaia di migliaia di pellegrini che dalla scorsa notte hanno invaso il centro Roma, in attesa della cerimonia di beatificazione di Karol Wojtyla questa mattina in Vaticano. Dalle 22,30 di ieri sera, quando è terminata la veglia di preghiera al Circo Massimo, il popolo di Wojtyla si è riversato nelle strade del centro diretto a San Pietro, facendo tappa, di volta in volta, in una delle otto chiese rimaste aperte tutta la notte. Tra le più ricercate, quella di San Filippo Neri, gremita all'inverosimile tra l'una e le cinque. Mentre sul sagrato giovani di diverse nazionalità danzavano e cantavano, all'interno del tempio in tantissimi hanno provato a dormire stesi l'uno addosso all'altro lungo le navate, mentre altri ascoltavano, seduti tra le panche o accovacciati sul pavimento, un sacerdote raccontare aneddoti su Giovanni Paolo II. Molti si sono confessati, non soltanto nei confessionali.
Altri gruppi di pellegrini hanno seguito percorsi diversi, e sono stati anche a Campo dé Fiori, mischiandosi tra la movida del sabato sera romano. Intanto Ponte Vittorio Emanuele II diventava un bivacco a cielo aperto con altre centinaia di pellegrini accampati in tende, sacchi a pelo e coperte termiche per trascorrere la notte, in attesa che venissero aperti i varchi per via della Conciliazione. Sul ponte una giovane francese di 22 anni, Philippine, e due suoi coetanei e connazionali, Frank e Louis, tutti e tre provenienti da Tolosa, hanno anche improvvisato una corsa nei sacchi a pelo, attirando l'attenzione e qualche mugugno da parte dei tanti che invece cercano di riposare un po'. I primi varchi per l'accesso alla suggestiva strada che porta a San Pietro sono stati aperti intorno alle due, anticipando, per motivi di ordine pubblico, di alcune ore l'orario previsto. A quell'ora erano già tantissimi i pellegrini che premevano per entrare. Largo Giovanni XXIII, in particolare, era stracolmo. Uno dei primi fedeli a superare i varchi esterni è stata la suora indiana Lourdes Marie, dell'ordine delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, dette Guanelliane.
Dopo quasi una corsa lungo via della Conciliazione, suor Lourdes ha poi atteso che intorno alle cinque e mezza, come poi è avvenuto, venisse aperto anche l'ultimo varco, quello per piazza San Pietro. "Mi sono spaventata! Vedere così tanta gente... Speriamo che vada tutto bene. Adesso però sono molto contenta" ha detto la suora, raccontando la spinta subita dalla folla di fedeli all'apertura dei varchi. Giunta sul limitare della piazza, Suor Lourdes si è riposata appoggiandosi all'ultima transenna, davanti allo spettacolo della Basilica di San Pietro illuminata. Insieme a lei, in prima fila, altre suore del suo ordine, qualche italiano e tanti, tanti polacchi. Tra i tanti giovani che hanno trascorso la scorsa notte tra le strade e le piazze del centro Roma, tra il Circo Massimo e San Pietro, c'erano Simona e Franco, 22 e 23 anni, giunti in treno da Pistoia. Dopo la cerimonia di beatificazione di Wojtyla, nel pomeriggio andranno al Concertone dei sindacati per la festa del Lavoro del Primo Maggio, in piazza San Giovanni. "Non ero d'accordo con la mia fidanzata - dice Franco -. Sono convinto che torneremo a Pistoia distrutti. Spero ne valga la pena. Intanto però la veglia al Circo Massimo è stata molto suggestiva".
ALLE 9 COMINCIA PREPARAZIONE, LE TAPPE DEL RITO
Comincerà alle 9, con letture in diverse lingue di testi del futuro beato, la preparazione alla messa per proclamare beato Karol Wojtyla- Giovanni Paolo II. Alle 9,55 giungerà il Papa e comincerà la messa vera e propria. Durante il rito sarà il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, a "chiedere" al Papa che si proceda alla beatificazione di Karol Wojtyla, leggendo poi i cenni biografici del servo di Dio. Subito dopo Benedetto XVI pronuncerà la formula di beatificazione, al termine della quale, sulla facciata della Basilica, verrà scoperto l'arazzo che raffigura il nuovo beato. Seguirà la processione delle reliquie di Giovanni Paolo II (una provetta del suo sangue contenuta in un reliquiario a forma di rami di ulivo) sull'altare, portate da suor Tobiana, che per i quasi 27 anni di pontificato ha servito nell'appartamento papale, e da suor Marie Simon-Pierre, la religiosa francese la cui guarigione dal Parkinson, ritenuta miracolosa, ha aperto la strada alla beatificazione. L'inno per il nuovo beato riprende frasi memorabili del pontificato ("Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo"). E al termine della messa, dinanzi al feretro con le spoglie mortali di Wojtyla, sfileranno per la venerazione prima il Papa con i cardinali, poi le delegazioni ufficiali, quindi l'interminabile "serpentone" dei fedeli. Il calice usato da papa Ratzinger durante la cerimonia è quello usato abitualmente da Giovanni Paolo II negli ultimi anni del pontificato. La casula e la mitria indossate dal Papa sono state realizzate sotto il pontificato di Wojtyla e da lui spesso usate.
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