lunedì 2 maggio 2011

Non c'è due senza tre: Papa Benedetto "solleva dall'incarico" un altro vescovo. E' l'australiano William Morris (Cantuale Antonianum)

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8 commenti:

  1. Attendiamo che ne sollevi qualcuno in Austria, Svizzera, Francia, Italia...

    Jacu

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  2. Io ho capito che il vescovo africano era il secondo e invece il terzo è australiano, tale mons. William Morris

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  3. Raffa, il congolese è quello sollevato un po' di tempo fa. Questo è l'australiano Morris e il suo caso è più simile a quello del vescovo di Orvieto, in quanto formalmente si è dimesso e ha poi reso pubblico il proprio dissenso lamentando di essere stato costretto contro la sua opinione.
    L'unico caso di vero "sollevamento" d'ufficio resta quello del congolese.

    Alberto

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  4. Vero! Ho copiato la riga sbagliata!

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  5. Infatti il vescovo Morris l'ha presa proprio male per la gioia dei giornalisti australiani che si lamentano sempre che da loro non succede mai niente. Secondo l'Australian nella diocesi in questione da anni non c'era nessuna nuova vocazione... Eufemia
    http://www.theaustralian.com.au/news/nation/bishop-of-toowoomba-william-morris-claims-unfair-dismissal-by-pope/story-e6frg6nf-1226048036161

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  6. Nel bollettino della sala stampa vaticana leggo: "Il Santo Padre Benedetto XVI ha sollevato dalla cura pastorale della diocesi di Toowoomba (Australia) S.E. Mons. William M. Morris."

    Quindi il vescovo è stato sollevato, non si è dimesso, altrimenti, come di prassi, avrebbero scritto che il S. Padre aveva accettato le sue dimissioni ecc.

    Jacu

    P.S. quello che più mi sconcerta è la reazione dei fedeli, pronti a difendere un vescovo disobbediente al Magistero e al Papa. Che cosa si insegna nelle nostre chiese, se si preferisce un vescovo ai confini dell´apostasia alla volontà del S. Padre?
    C´è tanto da meditare!

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  7. OT.
    De Mattei confuta le critiche di Mons. Marchetto e formula una solenne dichiarazione di sottomissione all'autorità di Pietro.

    Venerdì scorso, durante la presentazione a Genova del suo ultimo volume, De Mattei ha respinto l'accusa di Marchetto di aver redatto un testo ideologico. Secondo il professore, il suo volume non tratta e non intende trattare del testo dei documenti ufficiali del Concilio ma solo dei fatti storici ed umani dell'evento. Bisognerebbe tenere ben distinti, ha affermato, i documenti e gli insegnamenti dei testi conciliari dall'evento storico e dai fatti delle persone che vi hanno partecipato. Solo dei secondi egli si è occupato, sicché vorrebbe essere criticato sotto il profilo storico e non sotto quello teologico o ideologico. Per l'interpretazione dei testi occorre rimettersi al Magistero,ha ribadito De Mattei, che ha concluso con una solenne dichiarazione di sottomissione all'autorità di Pietro, declamando la versione latina di Matteo 16,18.

    Alberto

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  8. Grazie Jacu. La lettura dell'Australian mi aveva indotto a propendere per le dimissioni forzate. Se è invece così, si tratta di un caso forse ancora più notevole di quello del congolese, in quanto palesemente riferito a problemi di pura dottrina. Secondo i canonisti, il Codice non prevede infatti espressamente il sollevamento ma solo la privazione all'esito di un procedimento per diritto penale canonico.

    Can. 415 - Se al Vescovo diocesano viene proibito di esercitare il proprio ufficio a motivo di una pena ecclesiastica...
    Can. 416 - La sede episcopale diviene vacante con la morte del Vescovo diocesano, con la rinuncia accettata dal Romano Pontefice, col trasferimento e con la privazione intimata al Vescovo stesso.

    Can. 1405 - §1. Il Romano Pontefice stesso ha il diritto esclusivo di giudicare nelle cause di cui al ⇒ can. 1401: 1) i capi di Stato; 2) i Padri Cardinali; 3) i Legati della Sede Apostolica e nelle cause penali i Vescovi; 4) le altre cause che egli stesso abbia avocato al proprio giudizio.

    Sembra quindi, come avevo sommessamente proposto nel caso del congolese, dei poteri generali di cui al canone 331.:)

    Alberto

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