Su segnalazione di Gemma leggiamo:
È il Vangelo l'antidoto all'individualismo imperante
Giovanna Chirri
CITTà DEL VATICANO
L"individualismo"che prevale in Occidente «tende a diffondersi in tutto il mondo», ma può avere nel Vangelo un «antidoto» di «comunione», «servizio» e «condivisione».
Questa la riflessione di Benedetto XVI durante l'Angelus recitato ieri mattina a piazza San Pietro davanti ad alcune migliaia di persone, e dedicato al Corpus Domini, cioè la festa della Eucaristia, che ieri è stata celebrata in tutte le chiese italiane e in diversi Paesi.
«Senza l'Eucaristia - ha osservato il Pontefice – la Chiesa semplicemente non esisterebbe», e attraverso di essa «la Chiesa è realmente sacramento di unità degli uomini con Dio e tra di loro». «In una cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi nelle società occidentali, e che tende a diffondersi in tutto il mondo – ha sottolineato ancora Benedetto XVI – l'Eucaristia costituisce una sorta di "antidoto", che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, insomma la logica del Vangelo».
Papa Ratzinger ha anche citato lo «stile di vita» dei primi cristiani a Gerusalemme che «vivevano in fraternità e mettevano in comune i loro beni, affinché nessuno fosse indigente», e ha sottolineato il ruolo della Chiesa nel diffondere una logica di comunione «anche nelle generazioni seguenti, attraverso i secoli... malgrado i limiti e gli errori umani... Pensiamo specialmente ai periodi più difficili, di prova: che cosa ha significato, ad esempio, per i Paesi sottoposti a regimi totalitari, la possibilità di ritrovarsi alla Messa Domenicale.... senza l'Eucaristia domenicale – ha aggiunto – non possiamo vivere. Ma il vuoto prodotto dalla falsa libertà può essere altrettanto pericoloso, e allora la comunione con il Corpo di Cristo è farmaco dell'intelligenza e della volontà, per ritrovare il gusto della verità e del bene comune».
Una vita pienamente eucaristica, ha sottolineato Benedetto XVI, «è aperta a Dio e agli altri, capace di trasformare il male in bene con la forza dell'amore, protesa a favorire l'unità, la comunione, la fraternità».
Dopo l'Angelus Papa Benedetto XVI, invitando tutti i presenti a ispirarsi allo stile di vita dei santi, ha ricordato i nuovi beati della Chiesa cattolica, proclamati sabato ad Amburgo: Johannes Prassek, Eduard Müller ed Hermann Lange, trucidati dal regime nazista nel 1943; e ieri a Milano: don Serafino Morazzone, che fu anche confessore di Alessandro Manzoni, padre Clemente Vismara, missionario del PIME in Birmania e Enrichetta Alfieri, l' "angelo" del carcere di San Vittore durante l'occupazione nazista.
Intanto, sempre ieri, nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, ha celebrato una messa per i sessant'anni anni di sacerdozio di Joseph Ratzinger, che cadranno mercoledì prossimo 29 giugno.
© Copyright Gazzetta del sud, 27 giugno 2011
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