giovedì 2 giugno 2011

Mons. Menichelli (Ancona) parla del Congresso Eucaristico Nazionale che si concluderà con la Messa del Papa (Senigalliesi)

“Sarà il Congresso della gente”

A tre mesi dall’evento l’arcivescovo lancia uno slogan: “Io c’ero e partecipavo”

Roberto Senigalliesi

Ancona Congresso Eucaristico Nazionale ormai a 90 giorni dal via. Appena tre mesi per il grande evento che, anche grazie all’arrivo di Papa Benedetto XVI che celebrerà la messa conclusiva, porrà la diocesi di Ancona-Osimo e quelle della metropolia, al centro dell’attenzione, spirituale e sociale, dell’Italia intera. Ma anche un modo per porre sotto i riflettori le stesse città che saranno sedi dell’evento e le varie comunità civili.

Monsignor Edoardo Menichelli più il tempo passa più si avverte l’adrenalina e si annusa l’aria che farà diventare Ancona la capitale della spiritualità.

“Diciamo che ci stiamo avvicinando a grandi passi all’inizio del congresso. E che, come sempre avviene in casi del genere, il tempo corre sempre più veloce con l’approssimarsi dell’evento. Siamo fiduciosi che questo avvenimento sarà utile per tutti, sia dal punto di vista spirituale che sociale. E mi piace pensare che sarà un evento partecipato, dal basso, in grado di smuovere le coscienze della gente. Siamo in ritardo a livello organizzativo? Non saprei. Di certo ci stiamo impegnando al massimo e per l’occasione mi sono inventato uno slogan: Io c’ero e non guardavo ma partecipavo. Proprio per far capire a tutti che non si tratterà di un avvenimento calato dall’alto ma da vivere con la consapevolezza di essere protagonista”.

A 90 giorni dall’inizio qual è la sua maggiore preoccupazione?

“Ripeto, non sono preoccupato per qualcosa in particolare e del resto non ho motivo né tempo per pensarci. Diciamo che coltivo un desiderio: quello che ognuno sappia aprire il cuore e la mente e sia in grado di cogliere questa grande occasione che capita per la metropolia e per le città interessate”.

Cosa si augura rimanga nella gente dopo l’11 settembre?

“Gli esiti di avvenimenti ecclesiali non sono quantificabili in quanto riguardano la sfera delle coscienze di ognuno. Mi auguro, ovviamente, che ognuno sappia mettere Dio e l’Eucarestia al centro dei propri pensieri e che arrivino importanti risposte personali e di tutta la comunità. Per quanto concerne atti concreti, invece, penso che la città troverà giovamento per le strutture che verranno create per l’occasione, come quelle di Colle Ameno, cuore organizzativo del congresso, o del nuovo centro Caritas di Capodimonte, che darà un’altra risposta concreta al problema della povertà e dell’accoglienza a chi ha bisogno. Un’opera-segno per la cui realizzazione abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti gli uomini di buona volontà”.

© Copyright Corriere Adriatico, 2 giugno 2011 consultabile online anche qui.

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