venerdì 22 luglio 2011

I chierichetti del Papa. A colloquio con monsignor Enrico Radice sul Preseminario San Pio X in Vaticano (Gori)

A colloquio con monsignor Enrico Radice sul Preseminario San Pio X in Vaticano

I chierichetti del Papa

Nicola Gori

Una palestra per conoscersi, stare insieme, ma soprattutto per capire se si è chiamati al sacerdozio. Un luogo per riflettere alla luce degli insegnamenti evangelici. Un tempo di allenamento e di preparazione per affrontare la vita secondo una scala di valori. Ma anche un servizio alla basilica di San Pietro, in particolare nel campo dell’animazione liturgica. Si potrebbe definire così l’esperienza del Preseminario San Pio X in Vaticano. Si tratta di un’istituzione che dal 1956 vive all’ombra del cupolone. In quest’intervista al nostro giornale il rettore, monsignor Enrico Radice, ce ne spiega le finalità e le caratteristiche.

Che cos’è il Preseminario San Pio X ?

È un’istituzione di orientamento vocazionale voluta da Pio XII nel 1956 e affidata a don Giovanni Folci, un sacerdote della diocesi di Como, che aveva fondato un’opera per il servizio alle vocazioni. Questa iniziativa trovò ampia accoglienza da parte del Capitolo Vaticano. Il Preseminario ospita ragazzi della scuola media e del ginnasio-liceo che vogliono riflettere sul loro futuro alla luce della Parola di Dio. Durante il soggiorno viene portato avanti un cammino di crescita umana e cristiana che aiuti i ragazzi a comprendere se il Signore li chiama al sacerdozio o alla vita consacrata. Compito specifico degli alunni è quello di prestare servizio liturgico come ministranti nella basilica di San Pietro.

Chi era il fondatore?

Don Folci è stato cappellano militare durante la prima guerra mondiale. Venne fatto prigioniero e condotto in Germania, dove si prodigò nell’assistenza ai compagni di prigionia, stando particolarmente vicino a quanti erano in fin di vita. Terminate le ostilità e rientrato in Italia, volle fondare un’Opera che ricordasse i prigionieri caduti in guerra. Nel 1926 eresse un santuario dedicato al Divin Prigioniero, nella parrocchia di Valle Colorina, in provincia di Sondrio e in diocesi di Como, dove era parroco. Accanto a questo santuario, volle fondare anche un istituto che si prendesse cura delle vocazioni sacerdotali «dall’alba al tramonto», come spesso amava esprimersi. La sua idea era quella di occuparsi dei ragazzi in ricerca della propria vocazione e quindi prepararli a entrare in seminario. Un’altra sua occupazione fu quella di assistere i sacerdoti anziani che avevano lasciato il ministero, per malattia o per età. Accoglieva anche i preti che si trovavano in difficoltà e che volevano fare una «sosta» per riflettere, aiutandoli a reinserirsi nella vita pastorale. Ai primi collaboratori, chiamati col nome di sacerdoti di Gesù Crocifisso, affiancò anche le suore, le ancelle di Gesù Crocifisso. Alla morte del fondatore nel 1963, l’opera venne costituita in associazione sacerdotale diocesana, vincolata alla diocesi di Como.

Come si arrivò alla fondazione del Preseminario?

Nel 1955 don Folci ottenne un’udienza privata da Pio XII, al quale espose le finalità della sua opera. Sapeva che a Papa Pacelli stava a cuore la preparazione dei fanciulli in vista della formazione sacerdotale. Il Pontefice gli propose di portare la sua attività in Vaticano, per un servizio più decoroso e stabile alla basilica di San Pietro. Don Folci accettò volentieri e il 26 gennaio 1956 giunse a Roma con i primi trenta ragazzi da Valle Colorina. Cominciarono anche le trattative con il Capitolo della basilica di San Pietro. Questi giovani provenivano dalle parrocchie della diocesi di Como e dalla provincia di Sondrio. I primi sei mesi abitarono in via Garibaldi, al Gianicolo, presso il convento delle suore agostiniane. Nel giugno del 1956 venne messo a loro disposizione il terzo piano nel palazzo dei canonici di San Pietro. Si trattava di tre appartamenti tenuti liberi appositamente per ospitare i ragazzi, i sacerdoti, gli educatori e le suore che li accudivano. Cominciò così questa nuova attività nella basilica. Per diversi anni quella fu la dimora del Preseminario, fino a quando Paolo VI, informato dal suo segretario monsignor Pasquale Macchi — che era stato tra gli alunni che frequentavano il Preseminario di Valle Colorina — volle visitare questa dimora. Venne per ben tre volte nelle vacanze di Natale. Il Papa rimase colpito dalle ristrettezze dell’ambiente: basti pensare che lo spazio per la ricreazione era ridotto al solo terrazzo e ai due corridoi che collegano la sacrestia alla Basilica, tanto che i ragazzi si divertivano andando con i pattini lungo questi terrazzi. Tra i primi alunni giunti nel 1956 c’era anche monsignor Enrico Viganò, ora cerimoniere pontificio. Personalmente sono arrivato nel 1960 come chierichetto e vi sono tornato da sacerdote. Poi, dal 1979 al 1989, ho avuto l’incarico di economo e collaboratore. Quando monsignor Maggiolini divenne vescovo di Como, mi chiamò alla sua segreteria. Sono tornato nel Preseminario nel 2002 come responsabile della comunità.

Attualmente dove si trova la sede?

Nel 1970 Paolo VI trovò un ambiente idoneo presso il palazzo San Carlo come residenza definitiva per i ragazzi. I locali furono adattati alle esigenze della vita di comunità, perché fino allora avevano ospitato un magazzino-deposito della Fabbrica di San Pietro. Venne creato un grande cortile per la ricreazione e lo sport. Il Preseminario si trasferì nel palazzo nel 1971. Da allora diverse generazioni di ragazzi si sono succedute: penso che siano passati almeno un paio di migliaia di alunni. All’inizio del 1958, la comunità era molto numerosa e contava tra i 45 e i 50 alunni. In questi anni recenti il numero varia dai 15 ai 20 alunni, l’età media è dagli 11 ai 18 anni. Nell’arco di questi 56 anni, 75 ragazzi sono diventati sacerdoti. Pur tenendo conto che negli ultimi tempi le classi si sono assottigliate di numero, si può dire che ogni anno qualcuno è entrato nel seminario maggiore.

Durante le vacanze estive chi presta servizio in basilica?

Per il periodo estivo abbiamo dato vita a un’iniziativa che permette a ragazzi e adolescenti di fare un’esperienza in basilica come ministranti. Durante le vacanze si alternano gruppi di 25 ragazzi per un periodo di 20 giorni circa. Provengono da parrocchie di varie diocesi d’Italia, in età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Appena terminato l’anno scolastico, arriva il primo gruppo, dal 13 al 30 giugno. Il secondo gruppo presta servizio dal 1° al 20 luglio, l’ultimo dal 20 luglio al 10 agosto. Per circa un mese, dal 10 agosto al 10 settembre, il servizio liturgico è svolto dai ministranti di Malta. Con la ripresa dell’anno scolastico rientrano i nostri ragazzi. In questi anni, abbiamo stretto legami con varie associazioni giovanili e conosciuto parroci che desiderano inviare adolescenti e ragazzi nei quali intravedono motivi di vocazione. Ci sono diverse iniziative in cantiere.

Come è strutturata la formazione scolastica?

Inizialmente e fino al 1995 c’era una scuola interna, con alunni di età piuttosto omogenea. Le lezioni venivano svolte in forma di scuola privata dai nostri educatori. A fine anno venivano dati gli esami in un istituto pubblico per conseguire il diploma. Il primo è stato l’Oratorio di San Pietro come scuola riconosciuta legalmente. Attualmente, gran parte degli alunni compiono il ciclo di formazione completa. Frequentano l’istituto Sant’Apollinare, scuola cattolica del Vicariato di Roma, che ha sede nel seminario romano minore. In questo modo, i nostri ragazzi seguono le lezioni insieme con i seminaristi e con altri alunni. Frequentano sia il liceo classico, sia il liceo scientifico. A questo proposito, vorrei raccontare un aneddoto: per il servizio liturgico negli anni tra il 1970 e il 1990, anche durante le lezioni scolastiche, ogni volta che un sacerdote veniva a celebrare in San Pietro c’era un tocco di campanello come segnale per scendere in sacrestia per il servizio della messa. Era considerata una priorità.

Qual è l’orario tipo della giornata?

La nostra vita è legata alla basilica e quindi tutto ruota intorno all’orario delle celebrazioni. La sveglia è alle 6.20; seguono le preghiere nella cappella. Subito dopo, alcuni scendono per accendere le luci degli altari e preparare le Grotte della basilica. Per le 7 tutto è pronto, perché appena apre la sacrestia i sacerdoti cominciano ad arrivare. Ogni alunno serve una messa quotidiana in modo da poter ricevere l’Eucaristia. Ne seguono altre e i ragazzi accompagnano il sacerdote all’altare. Alle 8 lasciano il servizio, salgono al terzo piano della canonica, fanno colazione e alle 8.15 partono con il pulmino per andare alla scuola Sant’Apollinare. La lezioni durano fino alle 13.30. Poi rientrano a casa, pranzano e fanno un’ora di ricreazione. Dalle 15.30 alle 16.30 si studia. Pausa per la merenda, quindi fino alle 19 studio. Segue un momento di preghiera in cappella. A orario stabilito il padre spirituale don Marco Granoli si mette a loro disposizione. Alle 19.15 c’è la cena. Fino alle 21.15 c’è del tempo libero, a cui segue la compieta. Due volte alla settimana è permesso di vedere la televisione consentita. La domenica i ragazzi seguono questo orario a turno: si alzano a gruppetti di tre per preparare il servizio della basilica, mentre gli altri riposano fino alla 7.30. Hanno luogo le funzioni capitolari con la celebrazione delle lodi con i canonici in coro alle 9.45 e la messa solenne alle 10.30 all’altare della Cattedra. Nel pomeriggio i ragazzi partecipano alla messa delle 16 e ai vespri alle 17, e una volta al mese al rito della confermazione.

Quale formazione ricevono gli alunni?

I ragazzi che trascorrono il periodo di formazione nel Preseminario vivono il periodo dell’adolescenza e della giovinezza, con i vari problemi legati alla vita e alla crescita umana, con gli stessi interrogativi e drammi come chiunque altro della loro età. In questi anni cerchiamo di farli riflettere, di educarli a un comportamento conforme ai valori evangelici e di sensibilizzarli a un giudizio critico nei confronti di certi stili di vita che non coincidono con il Vangelo e che invece vedono adottati in maniera sbagliata da tanti loro coetanei. È importante che i ragazzi crescano con un giudizio critico che permetta loro di avere un comportamento equilibrato anche a livello affettivo. Devono saper scegliere seriamente i valori della vita. Li si aiuta con la ragione e la libertà d’espressione a individuare il vero bene di fronte alle difficoltà che incontrano. Da qui nasce, in piena libertà, la prospettiva e la scelta del proprio futuro. Durante l’anno scolastico, con il servizio e lo studio, non mancano le gite-pellegrinaggio. In questi anni abbiamo visitato Lourdes, Ars, ci siamo recati a Torino per venerare la Sindone, siamo stati anche in Polonia. Ci auguriamo che la chiamata al sacerdozio costituisca sempre l’aspetto principale della vita del Preseminario San Pio X. Un auspicio e un’esortazione venute costantemente dai diversi Pontefici, ai quali da sempre è stato molto caro il Preseminario San Pio X in Vaticano.

(©L'Osservatore Romano 22 luglio 2011)

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