Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.
Quindi e' il momento storico che concede l'immunita'? E' la presenza di un Papa piuttosto che di n altro? Ma guarda...
Mariateresa ha ragione: l'articolo ha alcuni spunti molto interessanti.
Il "blog degli amici di Papa Ratzinger" vuole essere un omaggio a Benedetto XVI. Si tratta di una iniziativa personale che non ha alcun riconoscimento ufficiale. Non è un prodotto editoriale. Il materiale qui contenuto è a disposizione di chiunque. Questo spazio virtuale non ha scopo di lucro ed è consultabile gratuitamente. E' gradito tuttavia un piccolo contributo economico necessario al sostentamento del blog. Buona navigazione.
venerdì 29 luglio 2011
Massimo Franco ricorda che gli abusi nella Chiesa si sono verificati nel passato e che l'atteggiamento della curia vaticana cozza con i coraggiosi passi avanti di Papa Benedetto. La necessità di combattere il comunismo spiega l'indulgenza dei governi occidentali verso i peccati del clero nei decenni scorsi
6 commenti:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER 5
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E'immorale! I governi hanno tollerato la sporcizia nella Chiesa a causa della necessità di averla al proprio fianco nella lotta contro il comunismo. All'epoca, dunque, le vittime non erano importanti e forse non lo sono neppure adesso che vengono utilizzate per combattere la Chiesa cattolica, il nemico di sempre, e il suo coraggioso Papa Benedetto.
RispondiEliminaChe schifo!
Alessia
Che dire, cara Alessia?
RispondiEliminaAmen!
R.
dopo la buriana del 2010 le acque si sono calmate per ricominciare a agitarsi proprio adesso.
RispondiEliminanon so voi ma io ho l'impressione che anche nel 2011 la chiesa abbia avuto una sorta di immunità.
è durata cinque mesi,dal primo gennaio al primo maggio.
ora si può tornare a dare addosso a b-xvi.
chi aveva interesse affinché le acque restassero calme?
@Alessia @Raffaella
RispondiEliminaperché secondo voi al mondo occidentale del Tibet importa qualcosa?
Il Dalai Lama e la questione tibetana è stata sfruttata in pompa magna in funzione anticinese.
Così è stato con la Chiesa Cattolica in funzione anti-comunista, di qui l´idealizzazione del pontificato di Giovanni Paolo II, idealizzazione talmente riuscita che gli errori di quel periodo, anche lui era un uomo dopotutto, vengono inconsciamente (??) proiettati sul suo successore.
Tutti contro Benedetto per avvenimenti di cui egli non è responsabile, perché non si riesce a dire "Giovanni Paolo II, Vaticano, pedofilia nella stessa frase".
Il principe di questo mondo infuria, a noi conviene armarci con le armi della fede, perché, secondo me, ne vedremo delle belle.
Jacu
le panzanate vanno preparate caro anonimo della boemia.5 mesi è un tempo ragionevole.
RispondiEliminaEsco, in apparenza, dal seminato.
RispondiEliminaUna riflessione, dopo gli ultimi "anni orribili" che stanno devastando la Chiesa Cattolica, dopo l'avvento del "povero" buon Papa Benedetto XVI, che si prende, sulle sue modeste spalle, tutte le croci che sono maturate in decenni di sviste.
Per diversi anni la Chiesa Cattolica ha sviluppato e dato priorità ad una pastorale fortemente sociologica rispetto ad altri importanti aspetti delle relazioni con il mondo moderno.
La Chiesa si è occupata un po' di tutto, anche di quanto non era di sua diretta, immediata ed esclusiva prerogativa. In questo fervore ipersociologico ha mostrato attenzione a molti, forse a troppi bisogni (o finti tali),(compresi quelli reclamati dai nemici della fede cattolica) ma ha, di fatto, trascurato di sviluppare una forte relazione con il mondo moderno; ha poco compreso i cambiamenti epocali che stavano intervenendo nella cultura, nelle opinioni, nella sensibilità, negli atteggiamenti della gente.
In parole povere si è preoccupata, ad esempio, forse esageratamente del dialogo con ebrei ed islamici (espressione di religioni tendenzialmente ostili al cattolicesimo)e non si è troppo preoccupata di "coltivare" il popolo originario (prevalentemente europeo) dei potenziali fedeli.
La diga è saltata e non pochi fedeli (o presunti tali) fanno quello che vogliono:cardinali, vescovi, presbiteri, pensatori, teologi. I casi delle "querelles" irlandese, austriaco e belga, sono emblematici del sostanziale fallimento di una linea pastorale deragliata, che anziché "guardarsi in casa" ha preferito "guardare fuori".
I risultati sono desolanti; in alcuni paesi si rischia un nuovo scisma e non basteranno certamente pochi anglicani "convertiti" a cambiare, numericamente" la sostanza dell'andazzo.
Non ci resta che pregare e tanto; parecchi preti dovrebbero dare il primo buon esempio, invece di dedicarsi troppo a viaggi, vacanze, iniziative stravagenti.
Anonimo