mercoledì 3 agosto 2011

Dall'Istria un siluro al Papa (Michele Poropat)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Laura.

9 commenti:

  1. Spero che la comunicazione ufficiale di ieri abbia chiarito la questione. Ho segnalato questo articolo, sebbene il titolo sia sgradevole. Si potrebbero moderare i termini almeno da parte di un sito cattolico. Sembra che Lo si attacchi ovunque e in tutti i modi. Lui è sempre rispettoso e delicatissimo con tutti (visto oggi come si è avvicinato a imalati e al bambino Down?) e nessuno si premura di darGli una carezza.....
    scusatemi

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  2. Hai ragione, Laura, il titolo è sgradevole e, a prescindere dal torto e dalla ragione, è orrendo vedere quello che sta succedendo nella Chiesa cattolica. Un vescovo che disobbedisce e denuncia il Papa con il supporto della conferenza episcopale ... nulla di nuovo capitò anche a Cristo 2000 anni fa.
    Alessia

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  3. titolo sgradevole? no, troppo leggero. In verità da Parenzo è in atto sul Papa e sulla Santa Sede un vero e proprio bombardamento.
    non solo la questione non è chiusa, la diocesi ha perfino osato replicare al comunicato della Santa sede insistendo sulle sue posizioni e contrbattendo allo stesso punto per punto. Hanno perfino detto che sono pronti a restituire i terreni allo Stato, pur di non darli ai benedettini. Se leggeste i giornali on-line croati, vi rendereste conto. Bombardamento da parte della diocesi, dei media, cui la diocesi ha passato tutti i documenti, dei forumisti, che insultano il Papa a più non posso.
    P.S.: per Alessia: nell'articolo non c'è scritto che la diocesi di Parenzo ha l'appoggio della conferenza episcopale. Ieri Il card. Bozanic ha difeso il Papa a spada tratta - per il momento hanno appoggiato Parenzo solo il vescovo di Sebenico e quello di Gospič-Segna. Gli altri tacciono. Domani ci sarć la plenaria della Conferenza Episcopale - non sapremo mai cosa si diranno a porte chiuse, penso comunque che Bozanić affronterć Milovan a muso duro.
    M.P.

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  4. La Croazia storica era meno della metà di quella attuale e tutti i croati hanno la coda di paglia finanto che tutti gli aventi diritto a una qualche forma di risarcimento o restituzione d'immobili saranno vivi. Stavolta non c'entra il sacerdozio femminile e altre divagazioni dottrinali, ma si tratta di puntellare uno stato che non era mai esistito in forma autonoma e deve la sua nascita proprio all'azione di Giovanni Paolo II.Eufemia

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  5. Da quando in qua il Papa si intromette nella gestione dei beni ecclesiastici delle singole diocesi?
    Mi spiace dirlo ma ha sbagliato non è sua competenza .
    Si tratta di beni temporali ,la sua giurisdizione è spirituale.
    Ben ha fattoil vescovo di Pola a reagire.
    I monaci han perso ogni diritto,dopo trent'anni c'è l'usucapione!
    La curia romana si studi il diritto!

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  6. L'usucapione non scatta in tutti i casi ma solo quando il possesso protratto nel tempo e' in buona fede.
    R.

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  7. Più che l'usucapione esiste un titolo lergale valido perchè i beni sono stati trasferiti dallo stato alla diocesi di Pola.
    Il papa ha trattato la Croazia come una repubblica delle babane,ci sono le leggi dello stato croato che lui deve rispettare come stato sovrano.
    Roba da matti...in Vaticano vogliono tornare al medioevo!

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  8. Quando non si sa più come giustificare le proprie prese di posizione ecco che sctta la fatidica frase del ritorno al medioevo.
    Alessia

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  9. @anonimo

    io non sono giurista e di diritto canonico non capisco un fico secco, ma ho trovato questo:

    10. Per quanto riguarda il governo della Chiesa in materia di beni temporali, spetta al Romano Pontefice garantire che essi siano correttamente ordinati al fine loro proprio. La specificità dell’ufficio primaziale si manifesta tra l’altro nella possibilità di intervento, anche diretto (can. 333, § 1)[25] nei confronti di qualunque bene ecclesiastico, chiunque ne sia il proprietario, ma solo allo scopo di salvaguardarne l’utilità in rapporto ai fini dei beni temporali della Chiesa (can. 1254, § 2).[26]

    Addirittura, come avviene nella società civile, anche nella Chiesa la funzione pubblica della proprietà dei beni può legittimare, in casi limite, degli interventi straordinari da parte dell’autorità competente, che potrebbero perfino arrivare all’espropriazione; tale potere, di cui gode il Romano Pontefice, va inteso nel rispetto della natura sopra ricordata della potestà primaziale e delle condizioni di giustizia insite nell’esistenza di una proprietà di cui sono titolari le singole persone giuridiche.

    Giova ribadire che il fondamento e la finalità di questo potere di intervento si trovano sempre nella funzione del Sommo Pontefice di provvedere al governo supremo della Chiesa, come sopra descritto, e non nella titolarità del dominio sui beni ecclesiastici; perfino nel caso straordinario dell’espropriazione, si tratta di un intervento di natura giurisdizionale (basato sul peculiare potere del Papa sopra descritto), anziché di potere dominicale sulla cosa, proprio perché è una «espropriazione»."

    Da una nota esplicativa del 2004

    Jacu

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