Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Il Papa scuote la politica
di Luigi Accattoli
[02 agosto 2011]
Due appelli del Papa in quindici giorni, una colletta nazionale indetta dalla Cei, l'iniziativa di Agire (Agenzia italiana per la risposta alle emergenze) che ha avuto il sostegno della Fondazione per la Collaborazione tra i popoli: qualcosa si muove anche da noi in soccorso al Corno d'Africa che muore di fame. È poco, ma c'è la crisi economica e continuano i tagli agli aiuti, da noi e nel mondo. In Italia l'iniziativa privata appare per il momento come l'unica via percorribile. Del Corno d'Africa il Papa ha parlato - con parole allarmate - domenica 17 e domenica 31 luglio. Ha usato l'espressione "catastrofe umanitaria" ricordando la "gravissima siccità"e le "forti piogge" che hanno colpito in sequenza il Corno d'Africa e in particolare la Somalia. «Innumerevoli persone - ha detto Ratzinger - stanno fuggendo da quella tremenda carestia in cerca di cibo e di aiuti. Auspico che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini». La tragedia è descritta con cifre più che parlanti dalle agenzie internazionali, a partire dalla Fao e dall'Alto Commissariato Onu per i rifugiati: sarebbero tra i dieci e i dodici milioni le persone che necessitano di assistenza per sopravvivere. Centomila i profughi dalla sola Somalia in due mesi. Si tratta di un'emergenza alimentare senza paragoni lungo gli ultimi vent'anni, provocata dalla maggiore siccità che si sia avuta in Africa nell'ultimo mezzo secolo. La regione della fame ingloba Somalia e Gibuti e coinvolge zone dell'Etiopia, del Kenya e dell'Uganda. Il 20 luglio le Nazioni Unite hanno dichiarato lo "stato di carestia" per due regioni della Somalia meridionale. Lo stato di carestia significa che il 30% dei bambini patisce una "malnutrizione acuta" e che quattro di loro su diecimila abitanti muoiono di fame ogni giorno. In risposta all'appello del Papa la Caritas italiana ha messo a disposizione 300mila euro per i primi interventi e ha avviato una sottoscrizione per sostenere i progetti già in corso in quella regione in collaborazione con le Caritas locali. La Cei ha destinato ai soccorsi un milione di euro - prendendoli dai fondi dell'otto per mille - e ha annunciato a fine luglio una colletta nazionale per il 18 settembre. La Caritas internationalis sta varando un programma di interventi per venti milioni di euro. Lo stesso giorno del primo appello del Papa - cioè il 17 luglio - Agire ha lanciato la propria iniziativa di raccolta fondi a sostegno delle attività di emergenza delle dieci ONG associate - ActionAid, Amref, Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi,Cosv, Intersos, Save the Children e il Vis - già presenti nei Paesi colpiti. Il metodo più semplice per contribuire alla raccolta di Agire è di donare due euro inviando un SMS al numero 45500 da cellulari Tim, Vodafone, CoopVoce, Poste Mobile e Nòverca, o chiamando da rete fissa Telecom Italia e TeleTu.
Le Nazioni Unite hanno abbozzato un piano di intervento che dovrebbe costare 691 milioni di dollari: esso fino a oggi risulta finanziato solo per il 30%. Può dunque capitare che l'intervento si areni e che la catastrofe precipiti. Per sensibilizzare l'opinione pubblica Agire ha attivato negli ultimi tre giorni di luglio un'illuminazione straordinaria di luoghi simbolo di Roma, Milano e Torino: il Colosseo, Palazzo Marino e la Mole Antonelliana. In appoggio ad Agire Romano Prodi, presidente della Fondazione per la Cooperazione tra i popoli, ha criticato il "totale abbandono" del Corno d'Africa da parte dell'Italia ed ha segnalato - con una lettera al Corriere della Sera - che "se non si interviene con una grande iniziativa mondiale" questa emergenza porterà a "nuove guerre". La debolissima presenza dell'Italia nella mobilitazione per il Corno d'Africa è resa bene dal rapporto pubblicato il 27 luglio da Irin, l'agenzia di stampa dell'ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle azioni umanitarie: siamo al diciannovesimo posto ed è uno scandalo se consideriamo che gran parte di quel territorio africano fu nostra "colonia"con i nomi di Eritrea, Somalia ed Etiopia. In testa sono gli Usa e la Gran Bretagna, seguiti da Danimarca, Norvegia, Svezia. Londra ha dato 65 milioni di dollari e ne ha promessi altri 122; Roma ne ha dati 3 e ne ha promessi 1,4. Benchè sponsorizzata da grandi media e dal Pd la campagna di Agire - che andrà avanti fino al 12 agosto - non sta andando bene: l'opinione pubblica è distratta dall'ansia per l'andamento della nostra economia ed è poco sensibilizzata dalla comunicazione di massa. La colletta della Cei invece ha tempi più lunghi e terminerà - come dicevo sopra - il 18 settembre. Questo passo è lento mentre la morte per fame è veloce, ma la via feconda è quella della sensibilizzazione. Se l'insieme delle iniziative non governative riusciranno a smuovere l'interesse dell'opinione pubblica, forse potranno anche intaccare la sordità della politica alla tragedia che si sta consumando laggiù.
© Copyright Liberal, 2 agosto 2011
Ciao Raffa!
RispondiEliminaBello questo articolo di Rodari.
Via tutti i vescovi irlandesi? Il Papa di fronte a una scelta drammatica
http://www.ilfoglio.it/soloqui/9896
Io proporrei la stessa soluzione per i vescovi croati malati di nazionalismo esasperato.
Alessia
Onestamente spero che il Papa non prenda in considerazione un'ipotesi come questa. Mi sembra allucinante. Possibile che non si possa stabilire con un minimo di accuratezza le responsabilità individuali??
RispondiElimina@Alessia
RispondiEliminaAmen!!
Se c´è bisogno, mi offro volontario per aiutare i nazionalisti vescovi croati a fare le valigie.
Fuori la politica e il nazionalismo dalla Chiesa!