giovedì 25 agosto 2011

Il Papa sui 60 anni di consacrazione episcopale del cardinale Korec: giorno memorabile

Il Papa sui 60 anni di consacrazione episcopale del cardinale Korec: giorno memorabile

Benedetto ha inviato una Lettera al cardinale Ján Chryzostom Korec, gesuita, vescovo emerito di Nitra, in Slovacchia, in occasione del 60.mo anniversario della sua ordinazione episcopale, che ricorre oggi, 24 agosto. Ce ne parla Sergio Centofanti.

Il Papa esprime la propria gioia per questo anniversario definendo “giorno memorabile” l’ordinazione episcopale del cardinale Korec, avvenuta in clandestinità il 24 agosto 1951 durante il regime comunista cecoslovacco. Ricorda quindi “il suo ministero episcopale, svolto in modo esemplare durante tanti anni”, lodando la fedeltà del porporato.

Ján Korec viene consacrato vescovo a soli 27 anni mentre infuriava la persecuzione comunista. Era il vescovo più giovane del mondo. Lavora in fabbrica per nove anni, svolgendo la sua missione di sacerdote e di vescovo senza essere scoperto da nessuno. E’ il fratello di tutti. Arrestato nel 1960 diventa anche in carcere l'amico di tutti. Per dodici anni, in prigione, celebra ogni giorno la Santa Messa. Sono soprattutto i giovani che pregano con lui. “Se si vive il comandamento dell'amore - diceva - si cambia la gente che è in prigione”. L'esperienza più dura è stato l'isolamento. Era accusato di tradimento della patria. Tra le accuse quella della sua fedeltà al Papa. Un’accusa che riteneva un onore.

Esce dalla prigione gravemente ammalato. Lavora per guadagnarsi da vivere prima come netturbino a Bratislava, poi in una fabbrica di catrame e poi ancora come scaricatore di barili in una fabbrica chimica. Offriva la sua prima ora di lavoro per il Papa, la seconda per il suo vescovo, la terza per i giovani, e così via. Ogni ora aveva la sua intenzione spirituale.

Giovanni Paolo II lo crea cardinale nel 1991. Il cardinale Korec, che oggi ha 84 anni, è apprezzato e stimato da tutti per la sua coerenza e per la testimonianza della sua vita. Ma lui afferma: "Non mi attribuisco grandi meriti. Più gli anni passano, più vedo chiaro che tutto ciò che ha importanza appartiene alla grazia, cioè a Dio".

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