BENEDETTO XVI
Non dimenticare gli altri
Oggi all’Angelus ancora un richiamo alla tragedia del Corno d’Africa
Un pensiero alle popolazioni che nel Corno d’Africa stanno vivendo il dramma della carestia. Lo ha rivolto, stamattina, Benedetto XVI, quando si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
La missione apostolica. “Il Vangelo di questa domenica – ha ricordato il Papa - descrive il miracolo della moltiplicazione dei pani, che Gesù compie per una moltitudine di persone che lo hanno seguito per ascoltarlo ed essere guariti da varie malattie”. Sul far della sera, “i discepoli suggeriscono a Gesù di congedare la folla, perché possa andare a rifocillarsi”. Ma il Signore ha in mente qualcos’altro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Essi, però, non hanno “altro che cinque pani e due pesci”. Gesù allora, ha affermato il Pontefice, “compie un gesto che fa pensare al sacramento dell’Eucaristia: ‘Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla’. Il miracolo consiste nella condivisione fraterna di pochi pani che, affidati alla potenza di Dio, non solo bastano per tutti, ma addirittura avanzano, fino a riempire dodici ceste”. “Il Signore – ha evidenziato il Santo Padre - sollecita i discepoli affinché siano loro a distribuire il pane per la moltitudine; in questo modo li istruisce e li prepara alla futura missione apostolica: dovranno infatti portare a tutti il nutrimento della Parola di vita e dei sacramenti”.
Un pensiero al Corno d’Africa. Nel “segno prodigioso” della moltiplicazione dei pani e dei pesci, secondo Benedetto XVI, “si intrecciano l’incarnazione di Dio e l’opera della redenzione. Gesù, infatti, ‘scende’ dalla barca per incontrare gli uomini. San Massimo il Confessore afferma che il Verbo di Dio ‘si degnò, per amore nostro, di farsi presente nella carne, derivata da noi e conforme a noi tranne che nel peccato, e di esporci l’insegnamento con parole ed esempi a noi convenienti’”. Il Signore, ha sostenuto il Papa, “ci offre qui un esempio eloquente della sua compassione verso la gente”. Perciò, “viene da pensare ai tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d’Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”. Ma non solo: “Cristo è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre ‘affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più’. Nel pane di Cristo è presente l’amore di Dio; nell’incontro con Lui ‘ci nutriamo, per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il pane dal cielo’”.
Servizio di carità. “Nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo”, ha dichiarato il Pontefice richiamando l’esortazione apostolica postsinodale “Sacramentum caritatis”. E questo “ce lo testimonia anche Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui oggi la Chiesa fa memoria. Ignazio scelse, infatti, di vivere ‘ricercando Dio in tutte le cose, amando Lui in tutte le creature’”. “Affidiamo alla Vergine Maria – è stata l’invocazione del Santo Padre - la nostra preghiera, perché apra il nostro cuore alla compassione verso il prossimo e alla condivisione fraterna”.
Aprire i cuori agli altri. Nei saluti in varie lingue Benedetto XVI ha ribadito l’importanza di essere generosi verso chi non ha. In francese ha sottolineato come “la Parola di Dio ci ricorda come l’acqua e il pane siano il bene necessario ad ogni essere umano e quindi Gesù ci richiama alle nostre responsabilità: di fare in modo, con tutto quello che abbiamo in nostro potere, di venire in aiuto a quelli che soffrono la fame e la sete. Ed è questo uno sforzo immerso”. “In questo tempo di ferie estive – ha continuato – non dobbiamo dimenticare gli altri, di aprire i nostri cuori per venire in aiuto di tutti quelli che sono nel bisogno”. Ricordando anche in inglese il miracolo dei pani e dei pesci, il Papa ha pregato affinché “i cristiani siano uniti nell’offrire l’unico pane e l’unico vino, che così diventino il corpo e lo spirito di Cristo”. “Ciò che veramente ci nutre e ciò che veramente desideriamo nel profondo del nostro cuore – ha detto il Pontefice in tedesco – sono l’amore e la pace. Tutti noi, quindi, dobbiamo maturare nei nostri cuori la volontà interiore di dare a chi è nel bisogno e nella difficoltà”. In questo senso, “lo Spirito Santo ci deve guidare a aiutare a fare del bene e a rivolgerci sempre verso il prossimo”. “Vi invito in questa domenica ad aprire il cuore alla parola di Dio, nella quale Gesù ci appare come il vero alimento che nutre e sazia i desideri che si annidano nella nostra interiorità”, così in spagnolo. Poi ha espresso l’auspicio che seguendo “l’esempio di Maria Santissima rispettiamo la volontà del suo Figlio divino e così raggiungeremo quella luce che non conosce tramonto, quell’amore che non ci defrauda e la speranza che alimenta e consola”. “Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato il miracolo della moltiplicazione dei pani, con i quali il Signore Gesù nutre una folla affamata – ha aggiunto in polacco -. Non ci dà per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo, né a risolvere il dramma della fame. Ci ricorda che è vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati! Ci incoraggia a dare loro da mangiare, e a dividere il pane con i bisognosi. Seguendo il Cristo dobbiamo essere sensibili alla povertà dei popoli”. Poi ha salutato le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti da varie regioni d’Italia e ha formulato “fervidi auguri per il loro 25° anniversario di vita religiosa”. Infine in italiano, ha ricordato che “oggi si svolge qui a Castel Gandolfo la ‘Sagra delle Pesche’” e augurato “ogni migliore successo a questa tradizionale iniziativa che vede la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, della parrocchia e dell’intera cittadinanza”.
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