lunedì 26 settembre 2011

Il Papa: È «nuovamente l'ora» di «togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa» (Gasparroni)

La Chiesa rinunci alla «ricchezza terrena»

Riabbracci la «povertà» e si liberi del «fardello materiale e politico» per dedicarsi meglio alla sua «missione»

Fausto Gasparroni

FRIBURGO
È «nuovamente l'ora» di «togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa». Appare quasi come un proclama francescano, per una Chiesa che si spogli della sua «ricchezza terrena», riabbracci pienamente la «povertà», e si liberi del «fardello materiale e politico» per dedicarsi meglio alla sua «missione apostolica», quello pronunciato ieri da Benedetto XVI nell'ultimo giorno del suo viaggio in Germania.
Allo stesso tempo, il Papa ha lanciato un forte appello all'«unità» della Chiesa tedesca e al mantenimento di una piena sintonia con la Santa Sede, al di là delle richieste di riforma in vari campi.
In particolare, parlando nel pomeriggio a Friburgo ai cattolici impegnati nella società, Ratzinger ha avvertito che la Chiesa non deve «adattarsi ai criteri del mondo», ma per ritrovare la «fedeltà» alla propria «missione», «deve sempre di nuovo fare lo sforzo di distaccarsi dalla mondanità del mondo». Il Papa ha invitato a guardare ai momenti di purificazione quando nella storia, con la «espropriazione di beni» o la «cancellazione di privilegi», essa «si spogliava della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena». «Liberata dal suo fardello materiale e politico», ha detto, la Chiesa «può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero».
Anche per reagire alla «diminuzione della pratica religiosa», al «crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa», secondo Ratzinger la vera risposta è tornare a interrogarsi se essa sia veramente fedele alla sua missione: e questo anche a dispetto delle «pretese» e dei «condizionamenti del mondo», contro i quali il Papa ha indicato il modello di una Chiesa «demondanizzata».
Benedetto XVI ha stigmatizzato la «tendenza contraria», cioè quella «di una Chiesa che si accomoda in questo mondo, diventa autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo», dando così «all'organizzazione e all'istituzionalizzazione un'importanza maggiore che non alla sua chiamata all'apertura».
Auspicando la «profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità», il Pontefice ha invitato a «ricercare la piena sincerità», che «non trascura nè reprime alcunché della verità del nostro oggi», ma realizza la fede vivendola «nella sobrietà». «Una Chiesa alleggerita dagli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini – ai sofferenti come a coloro che li aiutano – proprio anche nell'ambito sociale-caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana», ha aggiunto.
Il Papa è tornato anche sul tema della pedofilia, per dire che lo «scandalo» rappresentato nella storia dal messaggio cristiano «è stato messo in ombra» dagli «altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede». «Si crea una situazione pericolosa – ha lamentato – quando questi scandali prendono il posto dello "skandalon" primario della Croce e così lo rendono inaccessibile, quando cioè nascondono la vera esigenza cristiana dietro l'inadeguatezza dei suoi messaggeri».
In mattinata, nella messa con centomila fedeli all'aeroporto turistico di Friburgo, Ratzinger aveva risposto, neanche troppo indirettamente, alle istanze di riforma in vari settori – come sui divorziati e risposati, sul celibato sacerdotale o sull'ordinazione delle donne – e anche alle spinte critiche verso Roma esistenti da settori della Chiesa tedesca.
«Il rinnovamento della Chiesa – ha ammonito Ratzinger – può realizzarsi soltanto attraverso la disponibilità alla conversione e attraverso una fede rinnovata». Il Pontefice tedesco, che proprio in patria, come anche in Austria, trova aperti malumori per l'immobilismo del Vaticano verso le richieste di rinnovamento, ha avvertito che «la Chiesa in Germania supererà le grandi sfide del presente e del futuro e rimarrà lievito nella società, se i sacerdoti, le persone consacrate e i laici credenti in Cristo, in fedeltà alla propria vocazione specifica, collaborano in unità». Inoltre la Chiesa tedesca «continuerà ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale, se rimane fedelmente unita con i Successori di san Pietro e degli Apostoli».

Dimissioni?

L'ipotesi che Benedetto XVI intenda dimettersi al compimento degli 85 anni, cioè nel 2012 è considerata «totalmente infondata» da alte personalità al seguito del Papa nel viaggio in Germania. L'articolo pubblicato da Libero nella sua prima pagina di ieri a firma dello scrittore e giornalista Antonio Socci contrasta tra l'altro, si fa notare, con la richiesta di preghiera per sostenerlo nella sua missione che lo stesso Pontefice ha rivolto più volte negli ultimi tempi ai fedeli di tutto il mondo e che proprio ieri ha ricordato ai 100 mila cattolici tedeschi presenti alla messa sulla spianata dell'aeroporto di Friburgo. «Vorrei ringraziare voi tutti – ha detto testualmente il Pontefice tre ore fa – per la vostra preghiera a favore del Successore di Pietro, affinché egli possa continuare a svolgere il suo ministero con gioia e fiduciosa speranza e confermare i fratelli nella fede». L'ipotesi, inoltre, è già stata smentita direttamente dallo stesso Pontefice nel libro intervista «Luce del mondo» scritto con Peter Seewald.

© Copyright Gazzetta del sud, 26 settembre 2011

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