LEFEBVRIANI: DUE SETTIMANE A INCONTRO DECISIVO, L'ESEMPIO DEL BRASILE
Salvatore Izzo
(AGI) - Castelgandolfo, 1 set.
"Siamo cattolici, apostolici e romani.
Se Roma e' la testa e il cuore della Chiesa Cattolica, sappiamo che la crisi sara' risolta necessariamente a Roma e da Roma". "E' con questa intima convinzione - afferma una nota pubblicata dal sito della Fraternita' San Pio X - che mons. Fellay accogliera' l'invito del prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede" per l'incontro che si terra' in Vaticano il prossimo 14 settembre. Un appuntamento che da piu' parti e' definito decisivo in quanto, come scrive il cardinale Joseph William Levada nella lettera d'invito al capo dei lefebvriani, "lo scopo di questa riunione e' in primo luogo di effettuare una valutazione delle discussioni teologiche condotte dagli esperti della Congregazione per la Fede e della Fraternita' Sacerdotale San Pio X negli ultimi due anni accademici e quindi di considerare le prospettive future". Prospettive che ovviamente sono quelle del ristabilimento della piena comunione con la Chiesa Cattolica, come esplicitamente ha spiegato in diverse occasioni lo stesso Pontefice che ha dato avvio al processo in corso con la generosa - ma assai criticata - decisione di togliere le scomuniche ai quattro vescovi lefebvriani. Sulle possibili soluzioni canoniche, rileva il sito della Fraternita' San Pio X, "il cardinale Levada non fornisce nessun dettaglio", mentre "alcuni sulla stampa e altrove si credono autorizzati a fare ipotesi parlando della proposta di un accordo formale sull'interpretazione del Concilio Vaticano II e prevedendo l'istituzione di una prelatura personale o di un ordinariato". "Queste ipotesi - afferma la nota - sono il prodotto di speculazione e sono i loro autori a garantire per loro. La Fraternita' Sacerdotale San Pio X si attiene agli atti ufficiali e ai fatti confermati, come monsignor Alfonso de Galarreta - uno dei quattro vescovi lefebvriani perdonati da Papa Ratzinger nonche' il capo della delegazione che ha portato avanti il confronto teologico con Roma - ha ricordato in occasione delle recenti ordinazioni sacerdotali".
Nessuna conferma dunque alle indiscrezioni che circolano in questi giorni su cosa il cardinale Levada proporra' - nell'incontro nel Palazzo del Sant'Uffizio - al vescovo Bernard Fellay, superiore generale della Fraternita' Sacerdotale San Pio X e ai suoi due assistenti, l'abbe' Niklaus Pfluger e l'abbe' Marc-Alain Nely. Tuttavia l'unico serio precedente al quale potrebbe rifarsi il cardinale Levada non ha la forma giuridica di una "Prelatura personale" - scelta che disturberebbe forse l'Opus Dei che tale riconoscimento ottenne da Giovanni Paolo II senza che vi fosse mai stata nessuna disobbedienza alla Santa Sede - ne' quella dell'Ordinariato - cui si e' fatto ricorso per garantire agli anglicani che chiedono la piena comunione con Roma di mantenere aspetti specifici in campo liturgico e disciplinare (compresa la possibilita' di preti uxorati). E' invece quella dell'Amministrazione Apostolica non territoriale la strada seguita nel gennaio 2002, a Campos - in Brasile - per accogliere un gruppo di 28.000 cattolici tradizionalisti gia' seguaci del vescovo Antonio de Castro Mayer che aveva partecipato con Lefebvre alle quattro consacrazioni illecite incorrendo anch'egli nella scomunica, mentre il suo successore alla guida dell'Unione sacerdotale San Giovanni Maria Vianney, monsignor Licinio Rangel, era stato addirittura consacrato vescovo da tre dei quattro presuli lefebvriani.
Con monsignor Rangel rientrarono 9 anni fa nella piena comunione con Roma anche 25 sacerdoti tradizionalisti formati nella diocesi di Campos da monsignor Castro Mayer. Per loro Giovanni Paolo II aveva eretto appunto una sorta di chiesa non territoriale affidata a monsignor Rangel, per la guida pastorale dei fedeli che intendono mantenere il loro attaccamento al rito tridentino. Un'Amministrazione Apostolica e' una struttura prevista dal diritto canonico. Si tratta di fatto di una quasi-diocesi che ha abitualmente la "prospettiva" di diventare una diocesi "pleno jure" nel contesto di un paese di missione. L’amministratore puo' non essere vescovo, ma gode di tutti i poteri amministrativi del vescovo. Quindi erige parrocchie, procede alla nomina dei parroci, riconosce le associazioni laicali, e compie tutti gli atti non sacramentali di competenza del vescovo, delegando solo questi ultimi, precisamente come gia' avviene con l'Ordinariato istituito in Gran Bretagna per gli ex anglicani.
Essendo stato riconosciuto quale vescovo titolare di Zarna, monsignor Rangel poteva infatti ordinare i suoi sacerdoti e dare il sacramento della cresima, proprio come continua a fare oggi il suo successore. Per la Fraternita' San Pio X, l'Amministrazione Apostolica personale rappresenterebbe in effetti una soluzione ottimale, prevista dal diritto attuale, permettendo di sottrarre i tradizionalisti alla giurisdizione dei vescovi locali che di fatto spesso non sono disponibili alle loro richieste non solo in campo liturgico ma anche in quello della pastorale ordinaria e della formazione del clero. Monsignor Fernando Areas Rifan, attuale amministratore dell'Unione saverdotale San Giovanni Maria Vianney con sede a Campos ha anche conferito l'ordinazione sacerdotale a giovani preti novelli secondo la forma straordinaria del rito romano. Una facolta' che invece non e' prevista per i vescovi ordinari neppure nel motu proprio "Summorum Pontificum" con il quale Papa Ratzinger ha liberalizzato l'uso del messale preconciliare per ogni altro rituale.
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giovedì 1 settembre 2011
2 commenti:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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Timeo Danaos et dona ferentes...
RispondiEliminail timore poteva esserci nel 1988, quando alle intenzioni oneste del card. Ratzinger e di papa Woityla, si contrapponevano le intenzioni disoneste di gran parte della Curia Romana; e siccome una volta firmato l'accordo il card. Ratzinger cessava ogni incarico per la questione ed entravano in gioco altri porporati (questi si fortemenyte ostili a Lefebvre) Lefebvre se ne avvide, e ritirò la firma. Il card. Ratzinger gli propose (a nome del papa) un vescovo; ma la scelta di questo vescovo non era nelle facoltà di Ratzinger, bensì della congregazione dei vescovi...................
RispondiEliminaOggi i tempi sono cambiati come dal giorno alla notte: Ratzinger è papa, e ha dimostrato di sapere ciò che vuole. E che vogia a tutti i costi i lefebvriani è indubitabile. quei prelati contrari si mettano l'animo in pace.
Pertanto e io dico invece: TIMEO NEOTERICOS ET BONA FERENTIS (temo i neoterici anche quando offrono cose buone)