giovedì 27 ottobre 2011

Assisi, rabbino Rosen: gratitudine per Wojtyla e Ratzinger. Rappresentante islamico: distorsione per errore nella conoscenza religiosa

ASSISI 2011-ROSEN (EBRAISMO): “GRATITUDINE” PER GIOVANNI PAOLO II E BENEDETTO XVI

“Un debito di gratitudine alla memoria del Beato Giovanni Paolo II” per aver dimostrato “in una maniera così visibile” l’aspirazione degli uomini e delle donne di fede la loro aspirazione alla pace. E “dobbiamo essere profondamente grati al suo successore, Papa Benedetto XVI per aver continuato questo cammino”. Ad esprimere questi sentimenti è stato il Rabbino Davi Rosen, rappresentante del Gran Rabbinato di Israele nel suo intervento di saluto davanti a tutti i leader delle religioni riuniti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. “I saggi del Talmud – ha detto il Rabbino - ci insegnano che pace non solo è il nome di Dio (Shabbat 10b, cfr. Gdc 6,24), ma è anche il prerequisito indispensabile per la redenzione”. “Inoltre, i nostri saggi sottolineano che non vi è altro valore per cercare il quale siamo obbligati ad uscire dalla nostra strada, come accade per la pace”. “Possa l'incontro di oggi rinvigorire tutti gli uomini e dorme di fede e di buona volontà per moltiplicare i nostri sforzi e fare di questo obiettivo una realtà, realtà che porti vera benedizione e guarigione all'umanità, come sta scritto: ‘Pace, pace ai lontani e ai vicini e io li guarirò’ (Is 57,19)”.

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ASSISI 2011-MUZADI (ISLAM): DISTORSIONI PER “ERRORE NELLA CONOSCENZA RELIGIOSA”

(Assisi, dai nostri inviati)

“Portare a tutti i credenti la libertà di comprendere veramente il proprio destino” e “correggere le comprensioni errate della religione che portano a conflitti sociali tra l’umanità”. È “il nostro dovere, come comunità religiose”, enunciato nella "testimonianza di pace" - riportata nel sussidio per la giornata - del segretario generale della conferenza internazionale degli studiosi islamici, Kyai Haji Asyim Muzadi, all’interno dell’incontro interreligioso in corso ad Assisi. L’esponente islamico ha inoltre esortato a “essere saggi per discernere quei problemi che possono essere definiti come religiosi da quelli che si presentano abusivamente come problemi religiosi”, ad esempio “interessi delle autorità politiche” che vengono “etichettati come questioni religiose, mentre in realtà sono ben lontani dall’essere tali”. “Religioni autentiche, con i propri salutari insegnamenti – ha osservato Muzadi –, possono avere seguaci che non sono in grado di comprenderne il carattere salutare in maniera piena e completa”, e da qui “non vi è dubbio che l’errore nella conoscenza religiosa abbia portato alla distorsione della religione stessa”. “Ogni religione – ha aggiunto – possiede la propria identità”, con “somiglianze e differenze”, dove “carattere comune” è “la speranza per la creazione di armonia tra gli uomini, pace, giustizia, prosperità e un migliore livello di vita”.

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