venerdì 28 ottobre 2011

Il Papa ha definito anche gli agnostici «pellegrini della verità, pellegrini della pace» (Gasparroni)

Il Papa: gli atei «pellegrini della verità»

Il comune impegno per la dignità dell'uomo e contro ogni specie di violenza

Fausto Gasparroni

ASSISI (PERUGIA)

«Si tratta del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verità, dell'impegno deciso per la dignità dell'uomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto».
Così Benedetto XVI ha spiegato il suo invito rivolto anche a personalità «non credenti» a partecipare ieri alla Giornata interreligiosa di Assisi, a 25 anni da quella voluta da Giovanni Paolo II.
Dopo che nel suo recente viaggio in Germania il Papa-teologo aveva affermato di vedere meglio gli agnostici in cerca del vero che i credenti per semplice abitudine, Ratzinger ha sottolineato nuovamente ieri la sua vicinanza ai non credenti che si pongono comunque il problema di Dio.
«Accanto alle due realtà di religione e anti-religione - ha detto nel suo intervento nella basilica di Santa Maria degli Angeli – esiste, nel mondo in espansione dell'agnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio». Esse «non affermano semplicemente: 'Non esiste alcun Diò», ma «soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui».
Il Papa ha definito anch'essi «pellegrini della verità, pellegrini della pace», com'è nel motto della Giornata di Assisi: «pongono domande sia all'una che all'altra parte».
Secondo Benedetto XVI «tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c'è un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca». Ma «chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perchè non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri». Per il Pontefice, «queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta». E «che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio»: «Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinchè Dio – il vero Dio – diventi accessibile».
Alla Giornata di Assisi, su invito del Pontificio Consiglio della Cultura, hanno partecipato la filosofa e psicanalista francese Julia Kristeva, il filosofo italiano Remo Bodei (che ha pranzato allo stesso tavolo del Papa), quello messicano Guillermo Hurtado, l'economista austriaco di formazione marxista Walter Baier. Invitando a uscire dall'«età del sospetto», Julia Kristeva ha spiegato che «le parole di Giovanni Paolo II, «Non abbiate paura», non sono indirizzate unicamente ai credenti, perchè esse incoraggiavano a resistere al totalitarismo». «L'appello di quel Papa, apostolo dei diritti umani – ha aggiunto –, ci spinge anche a non temere la cultura europea, ma, al contrario, ad osare l'umanesimo nel costruire delle complicità tra l'umanesimo cristiano e quello che, scaturito dal Rinascimento e dall'Illuminismo, ha l'ambizione di aprire le strade rischiose della libertà».
A nome degli «umanisti laici in dialogo con i credenti», Hurtado, nel solenne impegno di pace insieme ai leader religiosi, ha espresso l'impegno «a costruire un mondo nuovo, in cui il rispetto della dignità di ogni uomo, delle sue aspirazioni interiori, come pure della libertà di agire in forza delle proprie convinzioni sia alla base della vita sociale».

© Copyright Gazzetta del sud, 28 ottobre 2011

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